Le Sibille: l’antico filo artistico che lega Contursi Terme a Serravalle di Chienti

Le Sibille del mondo antico erano donne greche e romane dotate del dono della profezia, sapevano predire il futuro se pur attraverso responsi misteriosi e spesso ambivalenti; abitavano nel Mediterraneo, alcune erano di origine mitologica ma altre sono esistite realmente e comunque avevano natura religiosa, essendo sacerdotesse vergini legate al Dio Apollo.

La raffigurazione di queste donne affascinanti che vivevano in questa dimensione di sacro e profano, si possono ammirare anche nelle chieste cristiane perché hanno simboleggiato un’alleanza che guidava il cammino dell’umanità dall’era pagana alla nascita del cristianesimo.

Come figure di transizione, sono ancora oggi molto amate per sviluppare la fantasia dell’incognito umano; esiste infatti una realtà esoterica che, attraverso l’uso di “lame” raffiguranti queste magiche creature dedite alle mantiche, si continua a perpetuare il desiderio di sentir anticipare i responsi sui propri sogni e desideri.

L’arte cristiana che decorre dall’XI secolo le celebra con numerosi cicli raffigurativi, con la pittura l’affresco, la scultura e l’incisione; le Sibille più famose sono quelle michelangiolesche affrescate nella volta della Cappella Sistina nella Basilica di San Pietro in Vaticano, mentre se ne possono ammirare altre nell’appartamento Borgia sempre in Vaticano, nelle navate laterali della Cattedrale di Siena, nel Tempio Malatestiano di Rimini, tutte risalenti al medesimo periodo artistico.

Ma, sorprendentemente, in due piccole località italiane tra loro distanti di soli 500 chilometri, a seguito di restauri occasionati da eventi sismici in entrambi i casi, esistono straordinarie immagini di queste divine creature che sembrano essere tra loro collegate da un filo magico e invisibile: le Sibille del Rinascimento.

A Contursi Terme (SA), a ridosso dell’area campana ove visse la celeberrima Sibilla Cumana, i lavori di restauro nella piccola chiesa di Maria Santissima del Carmine – seguiti al terremoto del 1980 – restituiscono un “poema pittorico” degli inizi del XVII secolo: dipinti che raffigurano dodici sibille, profetesse annuncianti l’avvento del Cristo accanto all’abside della Chiesa che è affrescata con la raffigurazione del Paradiso (la c.d. “piccola Cappella Sistina”), opera di Innocenzo Gentile e Carmine de Matina.

A Serravalle di Chienti (MC), situata proprio alle pendici dei Monti Sibillini, dopo il terremoto del 1997, i lavori di restauro della piccola Chiesa di Santa Lucia riportarono alla luce gli a affreschi del XVI secolo con raffigurazioni del Vecchio e Nuovo Testamento; tra profeti e sibille affrescati nella preziosa volta a crociera della cripta laterale, trionfano anche qui alcune delle meravigliose ed opulente fanciulle in un’opera pittorica straordinaria ascrivibile a Simone De Magistris di Caldarola (MC).

Particolare della volta affrescata nella chiesa di Santa Lucia a Serravalle di Chienti

Si tratta di due ritrovamenti con autentici “poemi pittorici”, entrambi realizzati nel tardo Rinascimento (inizi del XVII secolo), carichi di significato storico-artistico, oltre che letterario, filosofico, teologico allegorico-simbolico.

Nel percorso ideale tra queste due piccole chiese italiane, da Serravalle di Chienti a Macerata fino a Contursi Terme di Salerno, si ritrovano immagini di Sibille riferite a diverse epoche, a cominciare da quelle orientali come la Persica e l’Egiptia, continuando con le più note greco-ioniche come la Frigia, la Samia, la Delfica, la Cumea, la Ellespontica e l’Eritrea fino a quelle italiche come la Cumana, la Libica e la Tiburtina.

Due preziose riscoperte di un’antica simbologia artistica, ancora viva e meravigliosa; un tesoro che merita di essere conosciuto e custodito, per essere tramandato ancora nei secoli.

Nella foto di copertina, di Michele Amoruso, Il giudizio universale – Chiesa Madonna del Carmine Contursi

1 risposta

  1. FEDERICO LA SALA

    UNA SORPRESA CHE SORPRENDE …. “in due piccole località italiane tra loro distanti di soli 500 chilometri, a seguito di restauri occasionati da eventi sismici in entrambi i casi, esistono straordinarie immagini di queste divine creature che sembrano essere tra loro collegate da un filo magico e invisibile: le Sibille del Rinascimento”…. E CHE SOLLECITA AD ULTERIORI COLLEGAMENTI, a cominciare dalle Sibille degli affreschi di Lorenzo Lotto (maestro di Simone De Magistris) nella Cappella Suardi (https://it.wikipedia.org/wiki/Cappella_Suardi) di Trescore Balneario in provincia di Bergamo e, passando da Ascoli Piceno per ammirare la novecentesca “Sibilla Appenninica” di Adolfo De Carolis (https://it.wikipedia.org/wiki/Sibilla_Appenninica), e arrivare alle Sibille presenti negli affreschi di Santa Maria di Casole a Copertino ( https://www.fondazioneterradotranto.it/2017/03/24/santa-maria-casole-copertino-le-sue-sibille/ ) in provincia di Lecce. L’occasione potrebbe essere una ottima sollecitazione a compilare, finalmente, un “atlante” della loro presenza in tutto il territorio nazionale (e, possibilmente, in tutta l’Europa). Se non ora, quando?!

    Federico La Sala

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