Lazzaro e il mistero della resurrezione 

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Lazzaro fu il protagonista di uno dei miracoli di Gesù Cristo. La narrazione della sua resurrezione figura solo nel Vangelo di Giovanni. Chi era davvero Lazzaro? Rudolf Steiner fornisce un’interpretazione in chiave esoterica assai diversa da quella che tutti conosciamo 

Lazzaro, fuori da questo luogo, d’ora in avanti, per sempre!» (Giov. 11,43)

Il Vangelo di Giovanni racconta che Lazzaro di Betania fu riportato in vita da Gesù dopo tre giorni e mezzo dalla sua morte. 

Secondo l’esoterista e teosofo austriaco Rudolf Steiner (1861-1925), in realtà non si tratterebbe di un vero e proprio miracolo, quanto di un rito iniziatico esoterico.

Come arriva a questa deduzione?

Innanzitutto, occorre precisare che i giorni simbolici dell’antico processo iniziatico erano appunto tre e mezzo. 

Da questo punto di vista, Lazzaro, uscito dal sepolcro (simbolo della morte del mondo sensibile), sarebbe stato sufficientemente maturo a ricevere il risveglio iniziatico pentecostale direttamente da Cristo. 

Steiner poi riferisce che il miracolo rappresenta l’opera compiuta del Logos, della parola che si fa Cristo in carne e sangue. Cosa vuol dire?

L’incipit del Vangelo fornisce una spiegazione 

Andiamo per ordine. Il Vangelo di Giovanni inizia con la frase «in principio era la Parola, e la Parola era presso Dio, e la Parola era un Dio. …E la Parola si fece carne e abitò tra di noi, e noi ne abbiamo contemplato la gloria, gloria dell’Unigenito proceduto dal Padre, pieno di grazia e di verità».

Secondo l’interpretazione dell’austriaco, l’introduzione dell’evangelista si riferisce a qualcosa di eterno e immortale, che esiste sin “dal principio” e che si è fatto uomo per la salvezza di tutti.

Compiendo l’azione mistica sul piano fisico, alla presenza di molti testimoni, l’iniziazione di Lazzaro sarebbe servita a far comprendere il mistero dei mondi spirituali anche a coloro “credono senza vedere”. Tanto che continuando, si legge:

«Io sono la resurrezione e la vita. Chi crede in me, vivrà anche se morisse» (Giov. 11,25). 

Parole che per il teosofo vanno prese alla lettera.

La resurrezione di Cristo e la resurrezione di Lazzaro

Cristo, l’Unigenito, rappresenta la resurrezione eterica, che si materializza mediante Gesù in un corpo fisico.

La resurrezione eterica di Lazzaro può essere considerata la matrice storica dell’azione mistica di Cristo sull’uomo bigenito. Cosa che sta alla base dell’iniziazione moderna.

Per concretizzare il messaggio di Giovanni, Steiner ritiene che l’evangelista abbia voluto sottolineare il fatto che l’essere umano è formato da una sostanza eterna e universale, proprio come Cristo, e da una forza regressiva che lo conduce alla morte fisica. 

Sta dunque all’uomo, scegliere la via della spiritualità o quella della materia. Un iniziato ovviamente seguirà la prima, dopo essersi purificato attraverso un rito della durata di tre giorni, una “morte in vita” propedeutica a una rinascita, pur rimanendo nel corpo fisico e nello stato di coscienza normale.

Una questione di tempi 

Vista così, la morte di Lazzaro sembrerebbe solo una morte apparente, una catalessi. Quanto alle tempistiche, come detto lo jerofante, doveva richiamare in vita l’iniziato dopo tre giorni e mezzi esatti. Questo perché, se fosse passato più tempo, sarebbe sopraggiunta la morte fisica, se il risveglio fosse stato anticipato, l’esperienza sarebbe stata insufficiente per l’iniziazione.

Una volta terminato il rito, l’iniziato avrebbe poi potuto annunziare il vangelo del mondo spirituale a tutto il mondo.

La “malattia” spiegherebbe questo passo

A conferma di tale tesi, Steiner sottolinea il passo relativo alla malattia di Lazzaro. Gesù Cristo disse infatti “La malattia non porterà alla morte, ma manifesterà Dio in lui!» (Giov. XI, 4).

L’austriaco sostiene che la frase indicherebbe il fatto che il divino presente nel Cristo, deve diventare visibile in Lazzaro, per mezzo di Lazzaro stesso.

Riguardo alla malattia, essa si riferisce a quella dell’intera umanità che ha perso ogni contatto diretto con lo spirituale dopo il peccato originale.

La malattia di Lazzaro è il simbolo dell’impotenza dello spirito umano ma non è un malattia che conduce alla morte. 

Tradotto in parole semplici, in chiave ovviamente esoterica, ribadiamo che si parla di una morte in vita, che porta ad una successiva rinascita a un livello di coscienza superiore.

La parola “amore” proverebbe che Lazzaro era un iniziato?

Sempre nel Vangelo, in riferimento a Lazzaro, si legge che il Signore «amava» il giovane.

Cosa significa? 

Anche in questo caso, Steiner precisa che il verbo amare era spesso utilizzato tra Maestro e seguace  dell’esoterismo pronto a ricevere l’iniziazione.

Nel testo dell’evangelista, si legge inoltre che Gesù amava Lazzaro e le sue sorelle Marta e Maria

Esse rappresentano la polarità tra il pensare, conoscere, meditare (Maria), e il volere, l’azione, il sapere cosa va fatto (Marta). 

Tutte peculiarità dell’animico indispensabili per poter accedere all’iniziazione. 

Ecco perché il Cristo amava le due donne.

Perché la resurrezione di Lazzaro è presente solo nel Vangelo di Giovanni?

Questa è una domanda che in molti si fanno. Appare assai strano infatti che un simile episodio non venga narrato dagli altri evangelisti. 

Secondo Steiner, Lazzaro sarebbe in effetti Giovanni l’evangelista, l’autore del quarto vangelo, il primo ad aver ricevuto l’iniziazione. Cosa che consentì di cogliere l’evento del Cristo più consapevolmente di Luca, Marco e Matteo.

Giovanni-Lazzaro è stato l’unico discepolo del Cristo ad aver seguito in maniera assolutamente cosciente, tutti gli eventi che portarono Gesù alla crocifissione. Gli altri invece, ancora “addormentati” non avrebbero colto il mistero del Cristo.

Basti pensare a Pietro, che arrivò a rinnegare il suo Maestro.

Atteggiamento che tuttavia, secondo Steiner, non deve essere frainteso. Quando gli viene chiesto «Sei tu il discepolo di questo Cristo?» egli non stava operando un tradimento. 

Così come tutti i discepoli, ad eccezione appunto di Giovanni-Lazzaro, appare evidente che essi non si erano resi conto di ciò che stava succedendo.

Il risveglio di Lazzaro è pertanto l’unica iniziazione compiuta dal Cristo in modo completo.

Tratto da “Il Vangelo di Giovanni” di Rudolf Steiner 

Foto di Dimitris Vetsikas da Pixabay

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