La musica classica è per tutti? Intervista al compositore Salvatore Frega

la musica classica

Quando si parla di musica classica ci si riferisce al genere colto, sacro e profano, tipico nel contesto della cultura occidentale, in un arco di tempo che va dall’XI secolo fino all’età contemporanea. Si pensa che sia per pochi, non sempre comprensibile, e i concerti sono frequentati da intenditori e dilettanti, animati da una grande passione.

Da musicista e compositrice penso che la musica sia per tutti, ed è necessario riflettere su cosa si può effettivamente fare per poter avvicinare maggior pubblico a un mondo sonoro, considerato non facile e riservato a una ristretta cerchia. Essendo questo tema a me molto caro, ho avuto il piacere di parlarne con il noto compositore Salvatore Frega, 33 anni, originario di Firmo, un paesino di origine Arbereshe in provincia di Cosenza, direttore dell’Accademia Musicale della Versilia, editore di TGmusic.it e docente al Conservatorio di Cosenza. 

Accomunati dallo stesso pensiero, ne è scaturita una conversazione molto interessante. 

Maestro Frega, quanto è importante la musica classica e quale influsso ha sugli animi delle persone? 

La musica in generale è importante per vari aspetti, tra cui quello culturale. È un linguaggio universale che accomuna tutti i popoli del mondo e, se vogliamo catalogarla come classica, contemporanea, è un grande patrimonio che noi abbiamo e dobbiamo preservare.

Influisce non su un momento, ma sulla vita quotidiana delle persone, stimolando la creatività e il benessere di chi ne usufruisce.

Noi compositori dobbiamo assumerci il compito di emozionare l’ascoltatore, comunicare un messaggio, perché la musica è ovviamente anche veicolo di idee.

Cosa si può fare per aumentare l’affluenza di pubblico nei teatri e nelle sale da concerto?  

Si può creare una programmazione alla portata di tutti, in cui si possono unire i nostri 5 sensi, e realizzare un percorso per l’ascoltatore. Pensare la musica classica, la contemporanea e l’opera partendo dai luoghi. Non per forza teatri o sale da concerto, ma anche spiagge, montagne, in poche parole, posti non convenzionali, a contatto con la natura. 

Bisogna investire nella giusta idea di progettazione per poter creare una comunicazione adeguata e in linea con i tempi, chiamando in causa i talenti di ogni settore culturale e coinvolgendo un vasto ventaglio di interessati. 

Parlando della musica contemporanea, stile ancora più particolare, cosa si può fare per coinvolgere maggiormente il nostro pubblico?

Come ho già sottolineato in una recente intervista, tutto parte da noi, da chi crea musica. Dobbiamo ritornare al nostro compito, quello di emozionare gli altri e noi stessi, di lasciare un messaggio a chi ci ascolta. 

La musica “contemporanea” non è solo sperimentale: è del nostro tempo! Quindi, non dobbiamo continuare a spaventare l’ascoltatore e allontanarlo dalla bellezza della nostra musica, perché anche il grande Stravinsky era moderno nella sua epoca.

I compositori dei nostri giorni cosa possono fare per promuovere ancor di più il genere classico? 

Il compito più importante è quello di divulgare la propria musica a tutti, con un linguaggio alla portata di ogni singolo essere umano, altrimenti rimaniamo chiusi nei nostri studi a fare laboratorio, sperimentare. La ricerca, come in ogni epoca, deve aiutarci ad avvicinare più persone possibili alla nostra realtà musicale, perché, in fondo, è la realtà che coinvolge la nostra società.

La tecnologia è sempre più presente nella quotidianità. Come si può presentare la musica classica, per essere più interessante e accattivante?

Nel 2012, quando facevo vedere sui social come entravo in contatto con la mia creatività, venivo molto criticato, perché, secondo i colleghi, banalizzavo la mia musica e l’opera in generale. Il mio settore non mi vedeva di buon occhio, e il mio obiettivo era quello di far conoscere il processo creativo della mia musica anche a chi era lontano da questo mondo. In parte ci sono riuscito, in qualche anno l’interesse social verso la mia figura è aumentato tanto, al punto tale da passare come uno dei compositori tra i più seguiti al mondo.

Oggi, per fortuna, vedo tutti i colleghi musicisti e compositori che utilizzano i social nel mio stesso modo e non li derido, anzi li sostengo, perché tutta la nostra cultura ne ha bisogno. Bisogna sfruttare il mondo del web, visto che internet è da tempo parte importante della nostra esistenza, per far appassionare ascoltatori, fruitori e probabili futuri musicisti alla nostra arte. Sono certo che ci riusciremo!

Molto spesso tra artisti classici e quelli del genere pop non c’è grande comprensione. Cosa si può dire a tal proposito? 

Un cliché oramai superato, spero! Non esistono sentieri, ma una sola strada. Come dicevo pocanzi, la musica è universale. Il mediocre pensa ancora a vari e diversi percorsi. Io immagino invece l’unione tra tutti gli artisti. La “musica classica” e la “musica leggera”, se son di qualità, possono essere entrambe di grande pregio.

Io stesso, come compositore, spazio tra generi diversi, perché il compito principale e la missione è CREARE MUSICA e farla bene! 

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