I due scienziati che si son posti delle domande sono l’astrofisico Karel Schrijver, del Lockheed Martin Solar and Astrophysics Laboratory, e la moglie Iris Schrijver, docente di patologia alla Stanford University. Marito e moglie decidono di iniziare delle ricerche su cosa accomuna le due materie, basandosi su studi approfonditi e documentazioni.
Il risultato è un libro, uscito il 1° marzo in tutti i continenti, dal titolo “ Living With the Stars: How the Human Body Is Connected to the Life Cycles of the Earth, the Planets, and the Stars”.
Fin dagli albori del tempo, l’uomo si è sempre interrogato su due grandi argomenti: l’anima e la natura dell’universo. E sebbene la conoscenza di sé non ha limiti, ha ben presto scoperto che anche l’universo portava a porci mille altre domande. E seppure all’epoca se ne risolvesse una, la soluzione ci portava ad altre mille. E tutt’oggi è così.
Ma con il proseguire degli studi, da Carl Sagan (astrofisico), a Margherita Hack (fisica); da a Lawrence Krauss (astronomo), a continuare con Michelle Thaller (astronomo), ci si chiede come mai le stesse sostanze, racchiusi nei corpi celesti, sono contenute anche in noi. E per approfondire questa teoria, i due autori del libro hanno pensato ad unire due discipline, patologia medica e astrofisica, per donare alla scienza un’altra grande colonna portante.
Ma cos’affermano i due? Karel, riunisce le precedenti teorie dei diversi scienziati e riesce a spiegare come mai il nostro corpo contiene “rifiuti stellari”.
Ripartendo dall’inizio, nell’universo in origine c’erano solo idrogeno ed elio. E l’elio è una delle sostanze non presente nei nostri corpi, al contrario dell’idrogeno. Se Margherita Hack si era fermata al fatto che l’universo contenesse idrogeno; Krauss aveva parlato solo di ALCUNI corpi celesti che influenzano il nostro organismo; Thaller aveva parlato di come il Big Bang avesse influenzato la nostra natura. Karel e Iris, i due scienziati, espongono la sua teoria spiegandosi in un intervista alla National Geographic.
“Le stelle sono come i reattori nucleari. Prendono un combustibile e lo convertono in qualcos’altro. L’idrogeno si trasforma in elio, e l’elio a sua volta dà origine a carbonio, azoto, ossigeno, ferro e zolfo, di cui tutti siamo fatti. Quando le stelle arrivano alla fine della loro vita, si gonfiano e si uniscono di nuovo insieme, gettando via i loro strati esterni”.
Quindi, secondo questo esplicato, tutti i maggiori elementi di cui siamo composti, proviene da corpi celesti estinti anche miliardi di anni fa. Ogni qualvolta che un astro pone fine al suo ciclo vitale, rilascia nell’universo i suoi strati più superficiali.
E quando gli elementi, viaggiando alla velocità di molti anni luce, hanno un impatto con un pianeta, entrano a far parte della sua stessa atmosfera. In questo caso, con l’atmosfera terrestre. Qui, nel nostro habitat, gli elementi entrano a far parte di noi e della nostra natura.
I due studiosi, hanno esposto il loro libro attraverso una prefazione: “Questa è stata una delle più grandi sorprese per noi in questo libro. Non ci eravamo mai resi conto di quanto fossimo mutevoli e che i nostri corpi erano fatti di resti di stelle massicce e delle esplosioni nelle galassie. Tutto il materiale del nostro corpo ha origine in quella polvere residua, e trova la sua strada nelle piante, e da lì nelle sostanze nutrienti di cui abbiamo bisogno per tutto ciò che facciamo, pensare, spostarci, crescere. Tutto questo non è storia remota: il nostro corpo umano è inseparabile dalla natura intorno a noi e si intreccia con la storia dell’universo” .
Cercando di entrare nel dettaglio, hanno raccontato come tutti gli elementi contenuti nel nostro corpo, sia il risultato di esplosioni cosmiche di miliardi di anni fa. I nostri corpi, secondo i due astrofisici, sono in un costante stato di degrado e rigenerazione: “Tutto ciò che siamo e tutto nell’universo e sulla Terra proviene dalla polvere di stelle e galleggia continuamente dentro di noi anche oggi. Ci si collega direttamente all’universo, ricostruendo i nostri corpi più e più volte nel corso della nostra vita” spiega Iris.
Quindi il libro non narra una trama banale, ma la nostra, quella del nostro organismo. La nostra massa corporea, che cambia giorno per giorno. E si mescolandosi con ciò che lo circonda. Un corpo sempre in evoluzione. E le nostre cellule muoiono e vengono sostituite da quelle nuove a un ritmo incalzante.
Anche gli autori del libro sostengono la tesi secondo cui, ci ricostruiamo continuamente utilizzando elementi catturati dal nostro ambiente. E non solo, siamo collegati ad animali, piante e batteri che ci vivono attorno. Ma soprattutto siamo profondamente legati alla fornace nucleare del Sole e al vento solare, alle collisioni con asteroidi, ai cicli della nascita delle stelle, e anche al Big Bang.
E proprio come un organismo a sé stante, anche il cosmo, nella sua grandezza, si ricicla. Miscela gli sostanze di cui siamo fatti, rendendoci partecipi di un unico grande meccanismo. Al di là della nostra immaginazione.
L’infinità dell’universo ci riserva così grandi sorprese che se prendiamo sul serio in considerazione una delle più importanti citazioni di Lawrence Maxwell Krauss, ci rendiamo conto che la poesia non solo solo frasi scritte.
<< Ogni atomo nel tuo corpo viene da una stella che è esplosa. E gli atomi nella tua mano sinistra vengono probabilmente da una stella differente da quella corrispondente alla tua mano destra. È la cosa più poetica che conosco della fisica: tu sei polvere di stelle. >>
di Anna Porcari
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