I saggi d’interesse

++ SAGGI,COMPLETARE IN TEMPI RAPIDI PAGAMENTO DEBITI P.A. ++In tempi remoti, nelle comunità elementari, erano gli anziani, portatori di esperienze di vita e di tradizioni per lo più orali, non di rado collusi con il divino e la magia. In epoche più recenti, grandi conoscitori delle trame dei palazzi, vicini ai potenti, ma con sottili capacità di cogliere lo stormire delle fronde e guidarne la direzione o la pronta reazione ad esse. Poi ancora grand commis di Stato e, infine, con il trasformarsi e l’evolversi delle società e delle componenti di esse, una fluida e variegata concentrazione di conoscenza, esperienza, buon senso, competenza tecnica e lungimiranza.

Un variopinto mondo che poteva indossare la casacca bianca del barbiere, la tonaca del prete o la grisaglia dell’advisor internazionale.

Il saggio è ed è sempre stato un concentrato di qualità e doti, guadagnate prevalentemente sul campo, anche quello anagrafico; riconosciute, solo talvolta discusse. Ai saggi si è sempre guardato con rispetto, talvolta con timore, attendendo un conforto o una guida nella decisione da prendere sempre assumendo che il responso sarebbe stato nel supremo interesse di coloro i quali ad essi si erano rivolti, chiunque essi fossero e per quanti essi fossero.

I saggi sono, per l’appunto, nella iconografia romantica e ormai forse desueta del termine, dotati di una saggezza, che si disvela nel comportamento, nel valutare e giudicare, nell’agire oculato, nell’equilibrio della propria onestà intellettuale e morale, portatori sani di conoscenza delle cose acquisita soprattutto attraverso lo studio meditato.

Di fatto, quindi, salve conclamate e note eccezioni,  non si deve dubitare della loro buona fede nel perseguire, con il loro illuminato consiglio, il bene di coloro i quali ad essi si rivolgono, individui, collettività o governanti.

Le scelte di recente effettuate dal Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano dei dieci saggi incaricati di definire proposte condivise dai partiti in tema di riforme istituzionali e in materia economico – sociale che avrebbero dovuto porre le basi operative per un costituendo Governo di scopo prima, e quella operata dal Presidente del Consiglio Enrico Letta poi, con l’individuazione di ben trentacinque altri, inclusi taluni già cooptati nella precedente selezione e quindi, per convenzione, doppiamente saggi, componenti una commissione per le riforme costituzionali, chiamati ad analizzare e proporre soluzioni per, forse, rivoluzionare l’attuale forma di governo, diventata improvvisamente una priorità non ulteriormente procrastinabile, rendono purtroppo legittimo qualche dubbio al riguardo.

Non v’è dubbio che, chiunque, saggio e non, nel foro della propria coscienza, nutra sentimenti e convinzioni meditate e legittime, ciò è del tutto lecito condivisibile; altrettanto lecito è che di tali convinzioni, coerentemente, non si taccia né, addirittura,  debba curarsi di doverle nascondere. Un principio insegnato e difeso nelle democrazie più mature e nelle loro carte costituzionali. La nostra compresa.

Sorprende tuttavia la meticolosità, davvero certosina in alcuni casi, con la quale questi saggi siano stati scelti. Non vogliamo né dobbiamo avere dubbi sulle loro rispettive competenze e sul contributo che, effettivamente, hanno dato e/o potranno dare, non ci faremo neppure condizionare dal fatto che fieramente, in alcuni casi, espongano i simboli della loro appartenenza e militanza. I saggi sono tali e con il discernimento, la ponderata riflessione e il fine ultimo del bene della collettività hanno cucito la bandiera nella quale ci piace pensarli avvolti.

Sorprendono altresì, non meno di certe cooptazioni, alcune, clamorose esclusioni; per di più operate in un contesto in cui non pare si sia voluto lesinare sul numero dei partecipanti e che, anzi, lascia al contrario presagire un problema di gestione e di coordinamento di tali e tanti autorevolissimi contributori.

Troppo faziosi si sarebbe detto, troppo schierati. Meglio allora, solo un po’ schierati, solo un filo compromessi, appena appena appartenenti.

Si vuole superare una fase ventennale di conflittualità irrisolte? Si vuole davvero genuinamente affrontare e, come sarebbe auspicabile, risolvere un problema – o supposto tale ed ammesso che effettivamente lo sia – di riforme costituzionali? Si abbia allora il coraggio di assumere delle scelte rispettose anzitutto dell’alto fine cui si dovrebbe tendere, si preferiscano senza timori nomi e carriere, storie e trasparenza e si abbia la decenza di rifiutare di continuare a giocare ad un tavolo le cui regole sono continuamente imposte e modificate secondo le convenienze del momento di alcuni o addirittura di molti dei giocatori.

I pesi e contrappesi, il bilanciamento delle forze contrapposte, sin qui, paiono essere stati anzitutto applicati nelle scelte delle donne e degli uomini saggi in numero tale e con caratteristiche tali da lasciar pensare che le loro scelte e decisioni finiranno di sicuro per bilanciarsi al punto tale da rischiare di annullarsi.

Vorremmo naturalmente sbagliarci.

di Kuro obi

foto: Ansa

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