I luoghi delle canzoni – Milano – Via Gluck (Quartiere Greco)

La Via Cristoforo Willibald Gluck (compositore tedesco del 18° secolo) è nel quartiere “Greco”, area nord‐orientale di Milano appartenente al Municipio 2, ed è una strada stretta e lunga a senso unico di marcia e molto poco frequentata. Parte dal più trafficato Viale Lunigiana e gira in direzione del quartiere Greco e della Martesana, vicino al muraglione della Stazione Centrale (lato di via Sammartini).

Un tempo il quartiere “Greco” costituiva un comune autonomo, di origine medievale, che nel 1753 diventò frazione di Segnano; questo comune nel 1863 cambiò la propria denominazione in Greco Milanese, e proprio Greco ne divenne capoluogo. Ma agli inizi del XX secolo, quando il paese era passato da 2.000 a 20.000 abitanti, l’amministrazione comunale grechese cedette alle pressioni di quella milanese per la revisione dei confini (a favore del capoluogo lombardo); poi, nel 1923, Greco fu definitivamente annessa alla città di Milano.

Il famosissimo brano musicale è fortemente autobiografico: il 6 gennaio del 1938 (quindici anni dopo l’annessione di Greco alla città di Milano) nella Via Gluck, al civico n. 14, nasce Adriano Celentano, ultimo di cinque figli di Leontino e Giuditta, immigrati pugliesi.

Adriano Celentano trascorre la propria infanzia in quest’area che, sebbene costeggiata dai binari della Stazione Centrale, aveva ancora un aspetto molto periferico, e si caratterizzava per le ampie campagne circostanti: “anche lui nato per caso in via Gluck, in una casa fuori città, gente tranquilla che lavorava”.

I Celentano abitavano nel cortile di una piccola e modesta palazzina di tre piani, a piano terra, proprio di fronte all’entrata del bagno comune: “potrai lavarti in casa senza andar giù nel cortile”.

Il protagonista della canzone è proprio lui, Adriano, che nel pieno della sua adolescenza annuncia agli amici il trasferimento della propria famiglia in una zona più centrale di Milano: “un giorno disse vado in città, e lo diceva mentre piangeva”. La famiglia Celentano, infatti, nel 1951 si trasferisce nella più centrale Via Cesare Correnti; salvo poi fare ritorno nel quartiere Greco, alcuni anni più tardi, per stabilirsi in Via Zuretti (una via parallela alla Via Gluck). Ma anche questa circostanza viene “preannunciata” nella canzone: “ma verrà un giorno che ritornerò, ancora qui”; così come viene tristemente prefigurato lo scenario che si presenta al protagonista, divenuto ormai il famoso “ragazzo della Via Gluck”, al momento del suo ritorno: “Torna e non trova gli amici che aveva, solo case su case, catrame e cemento”; quella periferia magica – sospesa tra la semplicità dell’antico e l’avidità del progresso – ormai non c’è più.

Resta soltanto il luogo fortemente evocativo: la Via Gluck; ma forse il protagonista non riesce più nemmeno a distinguere la sua vecchia casa (un tempo ben in vista “in mezzo al verde”) ormai inglobata nella città divoratrice: “Là dove cʹera lʹerba ora cʹè una città, e quella casa in mezzo al verde ormai dove sarà”.

(Il Ragazzo della Via Gluck, di L. Beretta, M. Del Prete, A. Celentano, interprete A. Celentano, Album “Il Ragazzo della Via Gluck”, 1966, Clan Celentano)

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