Sicuramente il più acclamato fashion designer inglese: Paul Smith racconta la sua storia al Design Museum londinese. Il suo segreto? «E’ l’amore per la vita: lo svegliarmi ogni giorno con pensieri positivi e lo scambio dare-avere con mia moglie, vera responsabile del mio successo». Lo spazio espositivo ripropone scena importanti della sua carriera di stilista – ormai a livello mondiale – e sarà accessibile al pubblico fino al 9 marzo del prossimo anno.
Alla conferenza di presentazione di Hello, my name is Paul Smith – così si chiama la mostra – si presenta sventolando una camicia floreale su toni scuri e un grosso sorriso in faccia e comincia il suo discorso con una dedica a Pauline Denyer, sua moglie e laureta in moda, insieme al 67enne da prima che solo Covent Garden potesse conoscere le sue creazioni. In mostra anche una ricostruzione del suo primo showroom: una stanza di albergo (dove pernottava anche!) con sei camicie, due maglioni e un paio di abiti: «Si può iniziare con nulla, basta essere umili, pazienti e coi piedi per terra».
Di certo prima del successo la strada è stata ripida, come racconta a businessoffashion.com «Il mio piccolo punto vendita era l’unico negozio di tutta Covent Garden – non ce n’erano altri. Il sabato mattina me ne stavo lì e gridavo: “C’è nessuno?”. Era tutto deserto» e con sorriso continua: «Poi però lentamente ha iniziato a diffondersi la voce che ero lì, poiché si trattava del primo negozio minimalista in Europa. C’erano pavimenti di cemento e muri bianchi, il tutto aveva un aspetto semplice e puro. John Pawson lo adorava.» ricorda sorridendo. «A me piacevano molto Le Corbusier e il Bauhaus, e frequentavo questo scultore della Slade, Peter Wigglesworth, che aveva progettato lo spazio. Tutto questo accadeva prima che esistessero Comme des Garçons e Yohji Yamamoto, ma nonostante questo alla gente piaceva. Yamamoto e Rei Kawakubo vennero a farmi visita, e così anche Deyan Sudjic (direttore del Design Museum di Londra, ndr), Norman Foster e Richard Rogers»
La mostra ripropone non solo i look che raccontano meglio la linea stilistica del designer, bensì tutta la sua storia: dalla ricostruzione del suo studio ricco di oggetti di antiquariato (che tra l’altro restaura e rivende) all’oggettistica con il quale addobba gli ambienti anche di casa sua, tra cui coniglietti portafortuna e biciclette porta-tutto.
Colori, tradizioni, viaggio e scarpe: questi sono i temi che ripercorrono lo stile delle sue creazioni sartoriali e questi sono i temi accomunati da questa mostra. In onda nel Design Museum, anche video in 4K di un dietro le quinte di una sua sfilate, mentre rallegra gli animi: «Che posso farci? Sono un happy chap!» poi si porta la mano al cuore «Tutto ciò che vedete in mostra non nasce dal portafogli, ma da qui»
di Mauro Stano
foto: selectism.com
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