Grifone Monteverde: non solo grandi ambizioni

Nel panorama delle scuole calcio e delle società dilettantistiche della Capitale, c’è un’isola felice: il Grifone Monteverde. Chi scrive è innanzitutto un appassionato di calcio e papà di un bambino di 10 anni, da 3 stagioni iscritto a questa società. Sono un papà dicevo e, soprattutto, un amante di calcio.

Il mio “curriculum” in questo senso parla di anni di stadi (da tifoso), ma soprattutto di campi di periferia (da giocatore, prima) e di trasferte su tutto il territorio nazionale (da arbitro federale, poi). Ed è in quest’ultima veste che ho conosciuto e visitato davvero molte società calcistiche.

Oggi, un po’ per diletto ed un po’ per indole, cerco di essere un attento osservatore. Accade quando nel fine settimana accompagno mio figlio a giocare; cerco sempre (specialmente fuori casa) di osservare, di cogliere quello che vedo oltre il terreno di gioco. Mi piace focalizzare l’attenzione, cercare di capire e “leggere” dove sono.

Gli elementi sono pochi, è chiaro, ma quello che trovo rappresenta sempre un discreto biglietto da visita: le condizioni della struttura, il campo principale, quelli secondari, gli spogliatoi, il bar, la segreteria ed in special modo, la “bacheca”. Potrà sembrare sciocco, ma vi assicuro che si tratta invece di un momento a cui tengo molto.

Mi imbatto solitamente in una serie di nomi e cognomi scritti sui fogli delle convocazioni che al sottoscritto dicono poco o niente, ma che celano, invece, una piccola fotografia di come quella società è organizzata. Quanti gruppi ci sono, con quale ordine vengono compilate le convocazioni, se ci sono tornei a cui quella società partecipa, qual è il programma allenamenti dei vari gruppi e così via.

Quando ho scelto di iscrivere mio figlio al Grifone Monteverde, non ero soddisfatto di dove stava giocando. Mancava qualcosa per me di fondamentale: la parte umana, l’etica comportamentale. L’educazione alla relazione tra compagni, mister e genitori. Vedere crescere mio figlio solo come giocatore non corrispondeva completamente a quello che per me significava essere un atleta completo.

Ho sempre creduto nello sport come disciplina non finalizzata esclusivamente alla prestazione, bensì ad un qualcosa che vada oltre. Crescere rispettando regole non solo di sport, ma di rispetto verso l’altro. Stare in campo per merito del talento calcistico, ma anche del sacrificio e del rispetto. Le società che avevo visitato dalle mie parti, per uno o più motivi mi avevano letteralmente fatto scappare, comprese quelle più “blasonate” (o presunte tali!).

Cristian Silvestri e Daniele Proietti

L’impressione avuta dal Grifone Monteverde, invece, era stata di tutt’altro genere. Qualche info in giro, qualche allenamento di prova e l’incontro con una società assolutamente giovane (nata nel 2011!), dall’organizzazione che era sembrata fin da subito, quella di una veterana. Il merito di tale risultato, non c’è dubbio, è dovuto alla dedizione di 2 ex professionisti come Cristian Silvestri [responsabile del settore giovanile] e Daniele Proietti [responsabile della scuola calcio].

Sono loro che da 6 anni circa hanno voluto ed ottenuto che questa società decollasse e ottenesse oggi un innalzamento a livelli (credo assolutamente impensabili qualche anno fa) nel numero degli iscritti. Ma non solo: una scuola calcio di tutto rispetto propedeutica all’attività agonistica che è oggi pienamente protagonista nelle diverse categorie “elite” di ogni annata.

Daniele e Cristian ci mettono la faccia, ma anche il cuore. Non solo meri allenatori di campo, ma anche e soprattutto educatori. Seguono la loro “creatura” da padri di famiglia, con l’autorevolezza necessaria ed il loro bagaglio di esperienze nel settore, di tutto rispetto.

Un bagaglio a disposizione di bambini e ragazzi (ma aggiungerei anche dei genitori), ai quali essi dispensano puntualmente dritte, consigli ed i giusti richiami, al fine di ottenere il massimo dalle potenzialità, naturalmente differenti, da individuo a individuo.

Dal lunedì alla domenica, puoi scommetterci, loro ci sono sempre. Vi sembra poco?

Sviluppata in un’area di 20.000 mq, immersa nel verde e con uno stadio provvisto di una tribuna coperta da far invidia alle più blasonate società dilettantistiche, il Grifone Monteverde (siamo in zona Portuense – Villa de’ Massimi) mi ha soprattutto colpito per la competenza, la preparazione e l’attenzione rivolta ai dettagli ed alle risorse che segnano i successi del team: bambini e ragazzi.

L’acquisizione societaria avvenuta da qualche mese da parte del nuovo Presidente, il Prof. Fulvio Gismondi, inoltre, sembra essere davvero la classica ciliegina sulla torta.

Il nuovo Presidente ha compreso immediatamente il potenziale umano ed esperienziale dei 2 responsabili citati e ha necessariamente e piacevolmente rinnovato a Silvestri e Proietti la fiducia. Ha riconosciuto loro l’autonomia necessaria per continuare a far crescere la società, segno evidente di apprezzamento dell’attività ad oggi svolta.

Ma ancora più denso di significato è stato ciò che la nuova proprietà ha organizzato a poche settimane dal suo ingresso in società: una riunione alla quale sono stati invitati tutti i genitori degli iscritti al Grifone Monteverde, scuola calcio e agonistica. Incontro che a me è arrivato come volontà di condivisione e trasparenza. Si è voluto, in quell’occasione, rinnovare ufficialmente fiducia ed apprezzamento ai 2 responsabili (da lui chiamati “direttori”), ma soprattutto condividere con i presenti le linee guida del futuro ed i programmi societari. Intenzione non da poco ed in special modo né dovuta, né tantomeno scontata.

Il Grifone Monteverde punterà sul suo patrimonio: i suoi bambini e i suoi ragazzi. E lo farà applicando fin dall’immediato domani, formule che avranno lo scopo di fidelizzare al massimo chi già proviene da questa società. In più (in via sperimentale), all’alba dell’attività agonistica del prossimo anno, i ragazzi del 2005 avranno l’opportunità di veder raddoppiare il gruppo dei “prescelti”. Questo permetterà a chi vorrà restare, di potersi giocare le proprie chances per entrare in ogni momento della stagione nel gruppo principale della stessa annata.

Progetti davvero ambiziosi e, soprattutto, tanto entusiasmo.

“Abbiamo deciso di pensare e gestire il Grifone Monteverde proprio come una società professionistica”, ha asserito il nuovo Presidente.

E tutti i programmi condivisi sembrano davvero andare in questa direzione.

L’istituzione di una squadra di osservatori esperti che, come avviene per le società più importanti, andranno a scovare talenti e giovani promesse potenzialmente interessanti.

Ma anche la volontà di inserire per le prossime annate figure altamente qualificate nel ruolo di allenatori.

E ancora l’ideazione di un Summer Camp che permetta di far continuare l’attività calcistica anche nel prossimo mese di luglio ai “Grifoncini”.

Per finire con un organigramma che ad oggi ha sicuramente diverse caselle da riempire, ma che c’è e che significa “stiamo lavorando per …”.

C’è un ultimo particolare che mi ha colpito: nei volantini che pubblicizzano i prossimi open day (necessari a conoscere nuovi bambini e a far conoscere loro la società), non si parla di “scuola calcio”, ma di “scuola di formazione calcistica”. Sottile, ma abissale differenza.

E questa è attenzione alla Comunicazione: elemento fondamentale per crescere.

C’è un entusiasmo che è facile riscontrare in chiunque cominci una nuova avventura o un progetto di qualsiasi genere, ma che è solitamente più difficile da far respirare agli altri. Ed invece è proprio ciò che a me è arrivato: un immenso entusiasmo, sano e vero. Un entusiasmo che, sono certo, porterà il Grifone Monteverde a far parlare ancor più di sé.

info: Grifone Monteverde

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