Firmato l’accordo per la produttività, resta fuori la Cgil

Susanna Camusso

È stato firmato l’accordo per la produttività, sottoscritto da tutte le parti sociali (Abi, Ania, Confindustria, Lega cooperative, Rete imprese Italia, Cisl, Uil e Ugl) esclusa la Cgil.

Il leader della Cgil, Susanna Camusso, ha infatti dichiarato: “L’intesa sulla produttività è coerente con la politica del Governo che scarica sui lavoratori i costi e le scelte per uscire dalla crisi. Si è persa un’occasione” ed ha respinto qualsiasi possibilità di una firma posteriori: “Le soluzioni unitarie si costruiscono, non si aderisce a posteriori, quando il tentativo numerose volte fatto di trovare una soluzione è stato respinto”.

L’accordo è la conclusione della proposta fatta dal Governo nella legge di Stabilità di detassare il salario di produttività attraverso lo stanziamento di 2,1 miliardi di euro.  Secondo l’Istat la produttività del lavoro, calcolata come valore aggiunto per ora lavorata, è cresciuta dello 0,3% tra il 1992 e il 2011.

La premessa, come si legge nell’accordo, è la richiesta da parte di sindacati ed imprese di detassazione del salario di produttività per i redditi fino a 40.000 euro lordi con l’imposta al 10% e di applicazione di uno sgravio contributivo sulla contrattazione di secondo livello.

L’accordo si sviluppa in sette punti:

1)    riduzione del cuneo fiscale;

2)    delega agli accordi di secondo livello rispetto al contratto nazionale sulle materie che possono incidere sulla crescita della produttività, come orari ed organizzazione del lavoro;

3)    modifiche delle rappresentanze sindacali secondo nuovi regolamenti entro fine anno come stabilito nell’accordo del 28 giugno 2011;

4)    delega del Governo per la partecipazione dei lavoratori nell’impresa e regime fiscale di vantaggio per i sistemi di welfare contrattuale;

5)    rilancio dell’istruzione tecnica e professionale e migliore coordinamento tra formazione pubblica e privata;

6)    definizione di linee guida operative con governo ed enti territoriali per le situazioni d crisi, definizione di percorsi agevolati per la transizione dal lavoro alla pensione in una logica di “solidarietà intergenerazionale”;

7)    autonomia della contrattazione collettiva “su materie oggi regolate in maniera prevalente o esclusiva dalla legge”, come i temi dell’integrazione delle competenze, della ridefinizione del sistema degli orari, dell’impiego delle nuove tecnologie.

di Redazione

foto: tuttosport.com

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