Diritti e immigrazione: un’opinione

nessun essere umano è illegaleUn gruppo di migranti nudi all’interno di un centro di accoglienza ai quali viene spruzzato addosso un trattamento inutile contro la scabbia: ha fatto il giro del mondo il video diffuso del Tg2, riaprendo la polemica sulla violazione dei diritti umani di coloro che immigrano in Italia.  

Come sappiamo, per la sua posizione geografia il nostro Paese è meta di molti dei cosiddetti “viaggi della speranza”, tra i tanti anche di quello conclusosi in tragedia nell’ottobre scorso, con la perdita di centinaia di vite umane. Non illudiamoci: è solo la posizione geografica che ci rende così ambiti, non sicuramente per l’ospitalità che riusciamo ad offrire a coloro che, per disperazione e speranza, arrivano -o naufragano- sulle nostre coste.

“Le condizioni igieniche sono inumane, non abbiamo coperte, siamo ammassati uno sull’altro, i bagni non funzionano”-sono le parole di un immigrato chiuso in uno dei tanti centri di accoglienza, ed è lui che ha girato il sopracitato filmato, al cui riguardo aggiunge- “volevo solo dimostrare i maltrattamento che subiamo”.E’ solo l’ultima di una lunga serie di testimonianze che dimostrano che c’è qualcosa che non funziona nella tutela dei diritti umani anche nella civile Europa.

Il problema potrebbe risiedere già ad un primo livello nella percezione -molto diffusa tra gli italiani- che il fenomeno della migrazione sia un attentato al benessere -per non dire all’indipendenza- dello Stato cui spetta l’onere dell’accoglienza.

Questo sentimento ha preso molto piede anche grazie ad alcune formazioni politiche che da sempre mantengono posizioni favorevoli alla chiusura delle frontiere, posizioni che spesso però si traducono -volontariamente o meno- in atteggiamenti xenofobi e di diffidenza verso lo straniero.

Esse sono sicuramente avvantaggiate dalla situazione di crisi economica: è un dato storico che nei periodi di maggiore difficoltà e incertezza le opinioni della popolazione tendano a radicalizzarsi. Si rafforzano così, con il tramite delle elezioni, anche le componenti del sistema partitico più nazionaliste e “chiuse”: e così è infatti successo in molti dei Paesi colpiti dalla recessione, vedasi il caso della formazione “Alba Dorata” in Grecia e della crescita del nazionalista Front National in Francia, nonché del Movimento 5 Stelle italiano, che mantiene da sempre una posizione non chiara sui temi dell’immigrazione.

Questo clima culturale produce gli effetti che sono davanti agli occhi di tutti, solamente esemplificati dalle ultime vicende, per le quali l’Unione Europea ci ha minacciati di chiudere il rubinetto dei fondi destinati all’Italia per l’accoglienza, e che hanno suscitato anche la reazione dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, di Emergency e di gran parte del mondo della politica.

Fino al punto che il 22 dicembre il deputato Khalid Chaouki ha deciso di voler entrare e restare a tempo indefinito nel centro di identificazione ed espulsione di Lampedusa, in segno di protesta.

di Lorenzo Masucci

foto: laleggepertutti.it

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