Dante è antisemita e non deve essere insegnato. Questa la tesi espressa dall’organizzazione no-profit per i diritti umani Gherush92. “Secondo noi, antisemitismo, islamofobia e razzismo scaturiscono, tanto nei secoli passati quanto oggi, da opere, come la Commedia, che contribuiscono alla formazione di giovani e meno giovani”, dichiarano i membri del gruppo in un comunicato apparso sul loro sito.
Nell’opera di Dante in effetti sono numerosi i casi riconducibili al razzismo, come quello di Maometto o Giuda, ma questo non si significa che il testo sia di per sé di natura razzista. La Divina Commedia, come altre grandi opere, non devono essere giudicate testualmente. Vanno contestualizzate.
Dante era un uomo del suo tempo e la pensava esattamente come gli uomini della sua epoca. Questo non vuol dire però che idee superate, come la tesi che gli ebrei siano maligni, pregiudichino l’insegnamento di un’opera che è il fondamento non solo della cultura italiana, ma certamente anche di quella occidentale in generale. In fondo è meglio conoscere un testo e leggerlo in modo critico piuttosto che abolirlo dai programmi scolastici come propone Gherush92.
Se è possibile, ad esempio, avere una copia del Mein Kampf, non è certo perché si desideri divulgare l’antisemitismo: é perché dalla Storia e dai suoi errori si impara.
“L’arte forse è il più raffinato e subdolo strumento di comunicazione, il più potente veicolo di diffusione e il mezzo più suadente per l’incitamento all’odio: belle immagini, splendide forme e versi accattivanti si fanno veicolo di messaggi intolleranti. […] Dante, con la sua Commedia, compiacendo il pensiero dei potenti, contribuisce al pensiero comune cristiano che è antisemita” conclude Gherush92. Partendo dal presupposto che “l’arte come strumento del demonio” è sicuramente un’idea medioevale che anche il sommo poeta avrebbe criticato, definire razzista chi professa la religione cristiana cos’è se non razzismo?
Matteo Testa
foto: cdn.cattolica.info
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