Yara: arrestato marocchino, ma del corpo nessuna traccia

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In carcere il marocchino ( non tunisino come si vociferava ieri) di 22 anni fermato con l’accusa di sequestro di persona e di omicidio volontario. L’imputato non confessa ma trova le sue giustificazioni alle accuse fatte dal pm che l’ha interrogato, Letizia Ruggeri.Il sospetto ,che ha portato all’arresto, è nato perché il ventiduenne, operaio nel cantiere dove i cani fiutano la traccia di Yara, ha lasciato il suo lavoro subito dopo la scomparsa, così gli investigatori hanno messo il telefono sotto controllo ed intercettato una frase che ancora cercano di analizzare: «Allah mi perdoni, ma non l’ho uccisa io». Il fermo è scattato necessariamente quando si è appresa la notizia che stesse lasciando l’Italia, adesso ci sono 48 ore di tempo per convalidarlo; nel frattempo si cerca di capire il ruolo che può aver avuto in tutta la vicenda: semplice testimone, collaboratore nel sequestro, fino ad assassino della povera ragazza. A questo punto è stata rivalutata anche la testimonianza di Enrico Tironi,denunciato in un primo momento per procurato allarme, il diciannovenne che per primo ha detto di aver visto Yara parlare vicino casa sua con due uomini adulti e poco distante una Citroen rossa ammaccata. Come si temeva, la città ha iniziato a dare sfogo alla rabbia che si è trasformata in razzismo: molti gli striscioni che “chiedono” agli extracomunitari di lasciare il paese. Il sindaco della città si dissocia da queste manifestazioni e rassicura:«Non ci sarà caccia all’uomo».

di Redazione

Foto: notizie.virgilio.it

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