La Chiave di Milot da Cervinara nel mondo

Nel servizio speciale del giornalista e scrittore Stefano Girotti, trasmesso su Rai1, nel programma Viaggio nella Chiesa di Francesco della Notte di Natale e in replica su Rai Storia e Rai Italia World, si narra una storia che fa ben sperare per la pace e l’integrazione tra popoli di culture diverse. E’ quella di Alfred Mirashi, un giovane che fuggì dall’Albania durante i tumulti che scoppiarono dopo il crollo del comunismo e che, come tanti altri profughi, sbarcò in Italia per cercare un futuro migliore.

Oggi, affermato scultore che si fa chiamare Milot per ricordare la città natia, rappresenta un esempio d’integrazione ed è un punto di riferimento per tanti connazionali e immigrati.

La gigantesca chiave realizzata a Cervinara, nella terra degli antichi sanniti, dove venne accolto e si fece ben volere, è un simbolo per aprire i cuori e favorire il dialogo tra i popoli.

<< Ho voluto donare- precisa l’artista- questa chiave ai cittadini che mi hanno accolto e mi hanno voluto bene. E’ stata realizzata con il contributo di tutti. Una collaborazione meravigliosa ed entusiasmante. Commovente! >>

Alfred, che oggi vive a Firenze con la famiglia, grazie al suo carattere umile e altruista si conquistò la stima degli abitanti che lo ricordano con affetto e orgoglio.

<< La nostra comunità è sempre stata ospitale e aperta al dialogo con altri popoli e culture- dice Filuccio Tangredi, sindaco di Cervinara che aggiunge- Dopo l’opera di Milot ce ne saranno altre di livello internazionale, ben presto avremo anche la gigantesca scultura di un lupo realizzato da un famoso artista cinese, Liu Ruowang>>.

Le sue opere sono esposte in varie nazioni, in Cina ed in America. Dopo la mostra al Maschio Angioino di Napoli e l’antologica nel Museo Arcos di Benevento, molti galleristi hanno puntato gli occhi su di lui.

L’ex funzionario della Reggia di Caserta e oggi direttore del museo d’arte contemporanea di Benevento, Ferdinando Creta, precisa: “Da parecchi anni ho seguito il percorso artistico di Alfred. Realizza le sue chiavi in varie forme estetiche; le contorce o le distende a seconda dello stato d’animo che vuole esprimere. Anche nei dipinti cerca emozioni per aprire i cuori alla gioia e all’amore”.

Ma se, all’inizio, non ci fosse stato chi avesse creduto in lui? Probabilmente questa storia che sembra un sogno o una favola a lieto fine non si sarebbe realizzata. Nella casa dei fratelli Bianco, è considerato di famiglia. Venne notato mentre lavorava nella bottega di un falegname e i due fratelli di una nota famiglia cervinarese, con l’assenso delle rispettive mogli, decisero di aiutarlo. Non solo economicamente, ma anche sostenendolo a trasferirsi a Milano per studiare all’Accademia di Brera, una delle più quotate d’Italia e del mondo.

<< Il suo talento fu subito apprezzato- precisa Francesco Bianco, generale dell’aeronautica ed ex assessore a Napoli – tanto è che, poco dopo il suo diploma artistico, venne organizzata una mostra nella sede del Maschio Angioino che, con le sue simbologie che si riferivano alla storia dell’Albania e a personaggi eroici come San Francesco, ebbe un grande successo internazionale. Dopo essere diventato un artista famoso e affermato non si è mai allontanato da noi. Siamo sempre felici quando ritorna e si ferma per trascorrere qui un po’ di tempo insieme a sua moglie ed i figli>>.

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