Adoro il vintage.
Adoro tutto ciò che, indossato, mi riporta un po’ a epoche lontane o non molto vicine.
Adoro quegli accessori che rendevano la donna misteriosa e sensuale, ammennicoli che facevano di noi delle femmine apparentemente fragili, ma che allo stesso tempo nascondevano inganni e sotterfugi, labbra vermiglie che erano velate e nascoste, ma che altro non aspettavano se non di essere scoperte e baciate.
Sguardi languidi e svenevoli riparati da un velo o da un tulle ricamato, gli stessi sguardi che appena ti voltavi, anche solo per un istante, avvampavano e si accendevano d’odio o d’amore.
Immagino velette nere, bianche o colorate aggrappate a cappellini vezzosi e allo stesso tempo nuvole e spirali del fumo di una sigaretta, che si levano sulla faccia del povero malcapitato, perso e affogato in quell’amore struggente il più delle volte velatamente negato.
Peccato averne fatto a meno per tanto tempo, peccato che ancora vedo lontano il loro ritorno, ma è vero o no che la veletta ammalia ancora? Vero o no che se vedessimo un volto sfumato da una rete sottile, rimarremmo stupidamente sorpresi?
Qualcuno però l’ispirazione l’ha avuta ed è stato lui: Jil Sander che la veletta l’ha messa su un banale cappello di lana, il beanie hat per essere precisi.
Magari fosse solo l’inizio, l’incipit di un ritorno a un passato dove ancora sapevamo centellinare i nostri misteri.
foto: tumbir.com – grazia.it – lei web.it – girlpower.it – vogueitalia.it – nooneknowswhatlies – tumblr.com – NobodyKnowsMarc.com – schock.style.it – thecute-theglam-thefancy – redliliumlove1 tumblr.com
Bel post!
New post: http://themilkandmint.blogspot.it/2013/04/be-mine-valentino.html