Vegan, bio vegetariano: come orientarsi

dieta_veganaNel XIX secolo il filosofo Ludwig Feuerbach sorprese il mondo affermando la celebre frase “Siamo ciò che mangiamo”.

Se nell’ultimo secolo il settore alimentare ha dato ampio spazio all’uso di Ogm, sostanze chimiche di sintesi e pesticidi vari, recentemente si è rivalutata la potenza dell’aforisma di Feuerbach (che prevede un legame intrinseco tra psiche e corpo), tanto che sono esplose vere e proprie rivoluzioni alimentari.

Esse sono dettate dal buonsenso, dal salutismo, dalla rivalutazione dei cosiddetti “cibi poveri” e forse anche da un pizzico di moda.

I nuovi scenari dell’alimentazione alternativa hanno soprattutto registrato l’affermazione di tre correnti “il Biologico” il “Vegetariano” e il “Vegan”.

In questo articolo spiegheremo differenze e caratteristiche di queste nuove “filosofie” di vita.

Alimentazione “Biologica”

Il fenomeno si è affermato negli anni ’50 grazie Rudolf Steiner e l’inglese Albert Howard, fondatore di una scuola di coltivazione biologica in India. Da allora ha avuto una crescita lenta ma sempre più capillare.

Ma cosa significa esattamente “alimentazione biologica”?

Sostanzialmente biologico equivale a varietà, anche se spesso il termine ha dato adito a confusione.

I prodotti provenienti dall’agricoltura biologica vengono coltivati grazie all’esclusivo utilizzo di sostanze naturale e rigidamente controllate. Scegliere di nutrirsi con tali prodotti vuol dire dunque scegliere di vivere in armonia con la natura e, per sfatare un luogo comune, non è affatto vero che si tratti di un’alimentazione limitativa.

Il paniere dei prodotti è infatti sorprendentemente ampio. Si va dalla frutta e verdura a prodotti derivati e lavorati. Vi sono poi alimenti pronti per essere scaldati.

La caratteristica comune è quella della genuinità dei prodotti e dell’assenza di sostanze nocive, utilizzate solo quando essenziali per la lotta contro una particolare malattia. Come accennato non vi è la presenza di sostanze tossiche, additivi sospetti (esiste una carta degli additivi della dieta italiana), coloranti e conservanti.

Unica nota dolente è il costo di tali prodotti.

Ovviamente non essendo trattati chimicamente la loro produzione è più complessa rispetto ai prodotti “bombardati” di pesticidi e ormoni, pertanto è impossibile da replicare su larga scala e costi contenuti.

Vegetariano

Lev Tolstoj disse “Finchè ci saranno macelli, ci saranno campi di battaglia.” “Se i macelli avessero le pareti di vetro saremmo tutti vegetariani.”

Il termine indica una filosofia di vita basata sul rifiuto di ogni forma di

sfruttamento degli animali .

Il percorso seguito da un vegetariano implica innanzitutto la “liberazione” dai

preconcetti alimentari indotti da una società prevalentemente onnivora e

carnivora.

La maggior parte delle persone che si convertono al vegetarismo lo fanno per motivi di salute, etici, religiosi, morali, igienici o ambientali.

Al primo posto fra le motivazioni, tuttavia si colloca il rispetto per gli animali e per la natura in generale, ma vi sono altre ragioni fondamentali.

Precisiamo come prima cosa che nel mondo macelliamo 60 miliardi di animali l’anno, 180 milioni il giorno, al ritmo di 30 secondi per animale.

Se un tempo questi animali venivano consumati nell’ambito contadino e godevano di una morte dignitosa, oggi sono nelle mani di carnefici spietati legati solo da interessi speculativi.

Basti pensare che per ridurne i costi e aumentare i consumi di carne, neppure le funzioni vitali sono lasciate alla natura: alimentazione forzata, fecondazione artificiale, fertilità indotta, privazione degli spazi, aria riciclata, ecc.

Oltretutto, secondo gli studiosi, gli uomini sono “fruggivori” dovrebbero nutrirsi di verdura, frutta e bacche in quanto non dispongono degli enzimi necessari all’eliminazione delle scorie alimentari provenienti da altre fonti di nutrizione.

Ma continuiamo con l’analisi.

Secondo studi demografici, la popolazione mondiale sta crescendo a dismisura. Attualmente siamo circa 6 miliardi ed entro il 2050 saremo almeno10 miliardi.

Fino a pochi anni fa solo un terzo della popolazione del pianeta aveva condizioni economicamente evolute e disponeva di mezzi di sostentamento sufficienti a garantire una condizione di vita confortevole.

Adesso, da un parte aumentiamo i consumi pro capite ed il numero dei consumatori, dall’altra parte, assistiamo ad un ulteriore impoverimento delle zone povere.

Per soddisfare i bisogni dei Paesi occidentali, si punta essenzialmente alla carne, ovvero un alimento il cui ciclo di produzione può essere accelerato, intensificato ed accresciuto in termini di resa, molto più dei prodotti vegetali.

Per allevare gli animali dobbiamo tuttavia devastare il nostro pianeta, che presto sarà annientato a causa della nostra stessa scelleratezza.

Per pascolare bisogna infatti deforestare e sottrarre aree intere alle coltivazioni agricole. Inoltre gli escrementi degli allevamenti intensivi non possono essere riutilizzati direttamente in agricoltura, perché troppo contaminati da farmaci ed altre sostanze chimiche, di cui la loro alimentazione è innaturalmente ricca.

Dal punto di vista salutista, è importante ricordare che chi segue un regime vegetariano corre meno rischi legati a malattie croniche, tra cui le malattie cardiache, molti tipi di cancro, diabete, ipertensione e obesità, colesterolo, calcoli biliari, partite reumatoide, diverticolite , ecc.

Secondo uno studio dell’Università di Oxford che ha coinvolto circa 45.000 Inglesi e Scozzesi, di cui un terzo vegetariani, il rischio di ospedalizzazione o di morte per malattie cardiache è quasi di un terzo inferiore nei vegetariani rispetto alle persone che mangiano carne e pesce.

Dieta vegetariana, ecco in cosa consiste:

le diete vegetariane ben bilanciate sono appropriate per tutti gli stadi del ciclo di vita, compresi i bambini, gli adolescenti, le donne in gravidanza e in allattamento, gli atleti e gli anziani. Esse includono il consumo di frutta, verdura, uova, miele e derivati animali tra cui il latte.

Vegan e dieta

Il Vegan, secondo le teorie del filosofo statunitense Gary Francione (uno dei padri fondatori), si basa su una concezione di vita non-violenta e non specista, dettata da principi etici di rispetto per la vita degli animali.

La filosofia vegani evita non solo il consumo di cibi animali e derivati, tra cui il miele ma anche il sostegno all’industria zootecnica e della pesca.

Un vengano si ciba pertanto solo di cereali, legumi e frutta.

Il suo fine non è tanto quello di evitare l’uccisione degli animali, ma di non partecipare allo sfruttamento e all’uccisione sistematica, intenzionale e non necessaria degli animali, evitando il sostegno ad attività quali l’allevamento degli animali per l’alimentazione umana, la sperimentazione sugli animali, la caccia e così via.

Un vegano, come del resto il vegetariano, indossa solo abiti in fibre vegetali e sintetiche evitando l’acquisti di capi con parti di origine animale.

Per riprendere il discorso dello “specismo”, un vegano etico rifiuta l’idea che l’uomo abbia il diritto di disporre della vita degli altri animali come meglio crede, ma realisticamente riconosce che la semplice esistenza di un essere umano implica la morte accidentale e non intenzionale di altre creature.

di Simona Mazza

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