Unioni civili: il tema che divide la civiltà

unioni_civiliLe rassegne stampa, i telegiornali, i giornali cartacei e online in questi giorni si sono focalizzati principalmente su uno dei temi della politica italiana: le unioni civili e il conseguente Ddl Cirinnà. 

Ma perché un decreto legge, che permetterebbe l’uguaglianza davanti alla legge delle coppie unite da quel sentimento chiamato “amore”, continua a dividere gli italiani e di conseguenza la politica? Vediamo, dunque, i punti previsti dal ddl proposto dal politico del Partito Democratico, Monica Cirinnà.

La prima “patata bollente” è sulla questione conosciuta come stepchild adoption, ossia l’adozione da parte della coppia dello stesso sesso del bambino figlio biologico di uno solo dei due, secondo l’art.44 della legge sulle adozioni. Si discute, anche, su un secondo punto delicato: la reciproca assistenza, che riconoscerebbe alla coppia gli stessi pari diritti per quanto riguarda la questione sanitaria, carceraria, unione o separazione dei beni, reversibilità della pensione e il subentro al contratto di affitto.

Il terzo punto spiega le cause impeditive per le quali il matrimonio omosex non possa essere celebrato (uno dei due soggetti è ancora sposato; uno dei due soggetti è un minore; uno dei due ha un’interdizione per infermità mentale; uno dei due è stato condannato per omicidio oppure ha un legame di parentela con l’altro); il quarto, invece, stabilisce il regime giuridico da adottare in merito a diritti e doveri dei due soggetti nei confronti dei figli, della residenza, degli abusi familiari, del concorso agli oneri, tutto secondo le leggi del diritto civile italiano.

Il quinto e ultimo punto nei quale suddividiamo il decreto legge, riguarda la costituzione civile del matrimonio: si sostiene che esso debba avvenire davanti a un ufficiale civile, alla presenza  di due testimoni e iscritto a un registro comunale, certificando così la costituzione civile della coppia scegliendo di utilizzare o solo uno dei due cognomi o entrambi.

Ebbene, cosa vi è di diverso da un matrimonio fra due persone eterosessuali? Ufficialmente niente, ufficiosamente il matrimonio fra due persone dello stesso sesso è visto come un’eresia dalla società italiana e religiosa: esempio di questa costatazione è il Family Day, avvenuto il giorno 30 gennaio scorso a Roma. Il Governo, ad oggi, ha le briglie tirate, non può più rimandare a domani la decisione da prendere; il premier Matteo Renzi ha detto che terrà in considerazione gli avvenimenti accaduti ma sceglie di non rilasciare ulteriori dichiarazioni su questo tema per permettere di allentare le questioni critiche e gli scontri fra le varie fazioni della politica e dei cittadini. A pronunciare due parole sul tema è il Ministro per le riforme costituzionali e per i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, la quale spiega che l’Italia come Paese è in ritardo rispetto ai confratelli europei sulla questione in materia e che la strada per una decisione finale sarà senza contrapposizioni ideologiche.

Ed è questo il problema: l’ideologia. La storia ci ha insegnato che la parola “ideologia” il più delle volte ha portato gli uomini a compiere errori gravi principalmente nei confronti di esseri umani più deboli o semplicemente contrari alla propria. Già 3 secoli fa, Immanuel Kant trattò il tema delle libertà di pensiero sostenendo che la libera circolazione delle idee fosse il primo fondamento per l’emancipazione intellettuale dell’uomo. Ebbene, in questi giorni, ma non solo in questa occasione e per questo tema, l’emancipazione intellettuale e a quanto pare sessuale è diventata un’utopia illuministica condizionata  da regimi assolutistici conosciuti su i libri di scuola tempo fa.

di Ilaria Cordì

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