Strage in Nuova Zelanda. Se questo è un uomo

Era indispensabile attendere qualche ora prima di parlarne, per comprendere meglio ciò che è successo venerdì in Nuova Zelanda,  per vincere l’orrore delle immagini televisive e soprattutto  quelle circolate in internet sull’attacco alle due mosche islamiche a Christchurch.

 L’orrore dei cinquanta fedeli inermi falciati dalle armi automatiche dell’assalitore e lo stupore nell’apprendere che anche in un posto così lontano, in mezzo agli oceani e fuori dalle rotte migratorie e dalle polemiche politiche “occidentali”, siano arrivate e abbiano fatto breccia le odiose idee razziali e fasciste del suprematismo bianco. Di coloro cioè, che come il ku klux klan americano e i nazisti europei sono ancora convinti che il mondo sia fatto in bianco e nero  e non come  un arcobaleno di colori, di lingue, di etnie, di culture, di facce, d’idee, di intelligenze  e spiritualità che necessitano inevitabilmente di essere  amalgamate e curate se si vuole tentare di farlo  sopravvivere e prosperare. 

Brenton Tarrant, l’ australiano assassino tecnologico con la mitraglietta in mano e caschetto con telecamera in testa è uno di loro. Ventotto anni, autodefinitosi in video “un normale uomo bianco”, per una buona mezzora, in compagnia di un gruppetto di complici non ancora reso noto, si è trasformato in un feroce giustiziere conquistato alla causa razzista e xenofoba della superiorità divina della “razza bianca”. 

Un uomo qualunque, con un lavoro normale, un passato normale e una famiglia normale, frequentatore degli stadi e di un normale bar dello sport, ammiratore del rude presidente americano Trump e del suo mentore ideologico Bannon; lettore superficiale e abborracciato della storia delle religioni ma anche  di cronache, soprattutto europee se è vero, come documentato dalle immagini giornalistiche, che nei  caricatori delle armi usate erano riportati i nomi dei suoi eroi, da Carlo Martello re cristiano dei Franchi e vincitore degli arabi a Poiters , a Sebastiano Venier doge di Venezia e condottiero della battaglia di Lepanto contro i turchi , fino ai contemporanei assassini come lo svedese Anders Brevick responsabile della strage dell’isola di Utoya nel 2011, al presidente serbo Karadic massacratore di Srebrenica, fino al nostro connazionale  Luca Traini, invasato neofascista sparatore di immigrati inermi a Macerata soltanto un anno fa .

Un concentrato di odio e di stupidità che si nutre dei luoghi comuni delle inesistenti “razze” umane e del pericolo dei neri, dei diversi, dei gay, degli ebrei, dei musulmani, degli immigrati che attentano all’ordine costituito e al felice “paradiso in terra” costruito dai cosiddetti occidentali ariani e cristiani, scevro da  ingiustizie, sfruttamento e diseguaglianze. Dimenticando che se il mondo è un luogo tutto sommato armonioso dove vale ancora la pena vivere, lo dobbiamo anche agli esseri “inferiori” come  i medici Avicenna e al Razi che studiarono il vaiolo e il morbillo, al filosofo Averroè, all’alchimista Geber , agli studiosi dell’algebra, dell’algoritmo, della trigronometria sferica, della matematica di al Battani, agli astronomi orientali, agli scrittori Tahar Ben Jullon, Amos Oz, Mohammed  Moulessehoul  e ai contadini e coltivatori del nord africa che ci fecero conoscere le  melanzane, i carciofi o gli spinaci quando nell’occidente “civilizzato” ci nutrivamo ancora a bacche, frutti e carne selvatica.

Qualcuno avrebbe dovuto spiegare a quel giovanottone biondo australiano ma anche ai nostri giovani fanatici di un passato che abbiamo combattuto e vinto, che se vogliamo che il mondo vada avanti, prosperi e diventi o si mantenga  un luogo accogliente e armonioso, dobbiamo lavorare tutti insieme, giorno per giorno, gomito a gomito bianchi e neri, gialli e rossi godendo di quelle diversità e di quelle differenze  che, come i tramonti estivi e le notti stellate,  i  nostri Dii hanno voluto donarci per stupirci ed emozionarci e che essi sono di tutti e non soltanto di alcuni. 

Ma dovrebbe spiegare anche a un nostro importante uomo di governo, che se si  vuole svelenire il clima e ripristinare una situazione di convivenza normale,  non si commenta una strage fatta da un “bianco” asserendo di essere preoccupato soltanto di quelle eventuali  fatte dai “neri”. 

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