Porcellum bocciato dalla Cassazione

porcellum cassazioneLa Cassazione ha chiamato in causa la Consulta e, dopo aver dichiarato “rilevanti”, le “questioni di legittimità” sollevate durante un ricorso di 27 ricorrenti sui dubbi costituzionali della legge elettorale Calderoli istituita nel 2005, lo ha accolto e ha successivamente trasmesso gli atti alla Consulta.

La legittimità, riguarderebbe le modalità di esercizio della sovranità popolare” garantite dagli art. 1, comma 2, e il 67 della Costituzione, causata dalla mancanza di una soglia minima di voti e/o seggi, oltre che al meccanismo definito “irrazionale” per assicurare la governabilità.

Secondo la Cassazione infatti “il bonus diverso per ogni regione, porta a una sommatoria causale dei premi regionale che finiscono per elidersi tra loro e possono addirittura rovesciare il risultato ottenuto dalle liste e coalizioni su base nazionale”.

La Corte suprema ha bocciato il premio di maggioranza, sia al Senato sia alla Camera, adducendo motivazioni diverse:

1)Alla Camera il premio di maggioranza ” è un meccanismo premiale che da un lato, incentivando il raggiungimento di accordi tra le liste al fine di accedere al premio, contraddice l’esigenza di assicurare governabilità” e, dall’altro, “provoca un’alterazione degli equilibri istituzionali, tenuto conto che la maggioranza beneficiaria del premio è in grado di eleggere gli organi di garanzia che restano in carica per un tempo più lungo della legislatura”

2) in Senato, pone “dubbi di legittimità costituzionale per la mancanza di una soglia minima di voti e/o seggi” e per “un meccanismo irrazionale che, di fatto, contraddice lo scopo che vuole perseguire (assicurare la governabilità) “. Infatti, essendo “il premio diverso per ogni Regione, il risultato è una sommatoria casuale dei premi regionali che finiscono per elidersi tra loro e possono addirittura rovesciare il risultato ottenuto dalle liste e coalizioni su base nazionale”.

Da qui la sua manifesta “irragionevolezza” in base all’art. 3 della Costituzione nonché la lesione “dei principi di uguaglianza del voto e di rappresentanza democratica”.

La Cassazione ha altresì avanzato perplessità sul meccanismo delle liste bloccate, in quanto metterebbero in gioco la libertà di voto dell’elettorato, privandolo della facoltà di scegliere l’eletto.

di Redazione

foto: ilsalvagente.it

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