Neuroscienze, mente e cervello i “rebus” ancora da risolvere

MENTE E CERVELLOUno dei problemi tradizionali anima-corpo, nella filosofia della mente, è il problema che ha coperto il dibattito filosofico fino al XX secolo. Oggi, con le nuove scoperte della neuroscienze, tale problema si è specificato in quello mente-cervello. Nella filosofia della mente si vorrebbe risolvere questo problema fondamentale ed arrivare ad una scienza efficace ed esauriente delle componenti funzionali della mente (soprattutto della coscienza) e della loro integrazione operativa.

Schematicamente i quesiti aperti sono i seguenti: Cos’è uno stato mentale? ; Che rapporto c’è tra uno stato mentale e uno stato cerebrale? ; Come può il cervello dare luogo a stati mentali?

Negli ultimi due decenni il concetto di mente è andato definendosi in tre posizioni principali:

1. La mente si caratterizza con proprietà del tutto  proprie e il “mentale” deve esser indagato in quanto tale, in sé, senza riduzionismi di sorta alla         neurofisiologia. Questa è ad esempio la posizione dei due filosofi  John Searle e di Hubert Dreyfus (Berkeley, University of California)

2. La mente sarebbe il prodotto o l’attività del cervello e ad esso riducibile, dimostrabile col fatto che la “mente senza cervello non può esistere”.

Quindi anche la mente sarebbe oggetto d’indagine della neurofisiologia usando le moderne tecniche d’indagine che si occupano o degli effetti di lesioni cerebrali localizzate o dell’attivazione differenziale (afflusso di sangue) in regioni specifiche. Tale posizione è assunta da Antonio Damasio (neurologo e neuroscienziato-Università dello Iowa).

Da un punto di vista storico, il dualismo corpo/mente è stato per lungo tempo visto come un dualismo materia/spirito e il maggior responsabile di ciò è certamente Cartesio (1596-1650) , che lo espresse in quello res extensa/res cogitans. (Res cogitans  è la sostanza spirituale pensante, la mente. Res extensa è la sostanza corporea, il mondo materiale). Quest’errore gnoseologico è stato sottolineato praticamente da tutti gli studiosi della mente dell’ultimo secolo, tra i quali Antonio Damasio che ha dedicato a questo argomento un  libro. (A. Damasio- L’errore di Cartesio- Adelphi 1995).

3. La mente, in quanto cervello, è una macchina sostanzialmente computazionale, quindi analoga ai computer. Ne nasce un rapporto molto stretto con la intelligenza artificiale (AI) e alimenta gli studi per creare computer sempre più simili al cervello umano. Con questo obiettivo sono attivi alcuni centri di ricerca USA a cui fa riferimento, per esempio, Daniel Dennett   Filosofo,  Tufts University di Medford (Massachusetts). La mente però, secondo il parere di importanti neuroscienziati come Gerald Edelman ( Biologo ed immunologo-Premio Nobel 1972), non opera in maniera riduzionistica ma complessa ed ogni riduzionismo porta fuori strada. Scrive infatti Edelman: « L’analogia tra mente e calcolatore cade in difetto per molte ragioni. Il cervello si forma secondo principi che ne garantiscono la varietà e anche la degenerazione;  ha una storia ed è guidato dai valori; forma categorie in base a criteri interni e a vincoli che agiscono su molte scale diverse, non mediante un programma costruito secondo una sintassi. “  ( G. Edelman, Sulla materia della mente, Milano, Adelphi 1993). Secondo questo scienziato  le connessioni neuronali  e l’organizzazione dei neuroni in gruppi funzionali vanno soggette a selezione nel corso della crescita e dello sviluppo. (Darwinismo neuronale). La pluralità delle modalità di connessione e la loro complessità determina un’enorme variabilità nei circuiti neurali, per cui due persone non potranno mai avere strutture uguali in qualsiasi area del cervello.

Dr. Gherardo Tosi

Psicologo Psicoterapeuta

00152 Roma

E. mail : tosighe@libero.it

Foto: elegitto.blog.kataweb.it

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