James Horner. La forza delle colonne sonore

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Nell’era contemporanea la maggior parte dei film sono strettamente legati a tutta la sfera del sonoro: voci, rumori, musiche e silenzi. Alcuni di essi vengono dati per scontati o subiscono delle variazioni nel corso di produzione.

Per esempio, le voci dei film stranieri vengono perse col doppiaggio, così le loro inflessioni, il loro timbro e i loro accenti originali. I rumori, sebbene siano una parte fondamentale del mondo acustico, spesso sono sottovalutati e non pienamente apprezzati: nei film non sono quasi mai registrati dal vivo ma aggiunti in un secondo momento, inoltre contribuiscono a creare quell’empatia sonora che ci fa pensare che scene d’azione esagerate o ruggiti di creature impossibili possano essere reali. I silenzi, a volte trascurati dallo spettatore, mettono in luce momenti drammatici, comici o meditativi della pellicola.

Ma, alla fine di una visione, nella nostra memoria rimarranno impresse soprattutto le note di una melodia, l’energia di un’orchestra o di una band che ha accompagnato la nostra scena preferita, il trasporto emotivo con il quale siamo stati condotti in un momento narrativo.

Di conseguenza ci ricorderemo soprattutto delle musiche e basteranno poche note per farci ripercorrere tutte le emozioni che ci hanno accompagnato durante la visione di un determinato film. I compositori di colonne sonore hanno questo potere e uno di questi era James Horner.

La carriera

James Horner nacque a Los Angeles nel 1953. I suoi genitori già lavoravano nel mondo del cinema ma lui iniziò studi di pianoforte e violino che lo portarono già giovanissimo a perfezionarsi al Royal College of Music di Londra. Tornato in America continuò gli studi in teoria e composizione musicale. Le prime esperienze nella musica per cinema la ebbe nel 1978 e l’anno dopo, a ventisei anni, compose per il suo primo film di successo (The Lady in Red, regia di Lewis Teague). Negli anni ’80 si consolida il suo popolarità come compositore per Hollywood, in particolare con i film di fantascienza Star Trek II (1982 di Nicholas Meyer), Cocoon (1985 di Ron Howard) e Aliens (1986 di James Cameron). Gli anni ’90 segnano la grande creatività del compositore, solo nel 1995 usciranno film di ampio successo con musiche messe a punto da lui: Braveheart (Mel Gibson), Casper (Brad Silberling), Apollo 13 (Ron Howard), Jumnaji (Joe Johnston) e Balto (Simon Wells).

La colonna sonora che avrebbe fatto più breccia negli ascoltatori di tutto il mondo è per il film di James Cameron del 1997: Titanic, per il quale ha vinto due oscar, quello per la colonna sonora e quello per miglior canzone (My Heart Will Go On, scritta assieme a Will Jennings ed eseguita da Celine Dion). Tuttavia, il film che l’ha impegnato di più nell’elaborazione di una colonna sonora fu Avatar, del 2009 (un altro campione di incassi ancora di James Cameron), che prese a Horner circa due anni per la sua produzione. Dei successivi dieci film per cui ha lavorato i più noti sono The Amazing Spider-Man (2012, di Marc Webb) e il postumo I Magnifici Sette (2016, di Antoine Fuqua).

James Horner muore nel Giugno del 2015 in un incidente con l’aereo da lui pilotato, lasciando costernato Hollywood e ricevendo i tributi dai registi con il quale ha lavorato nonché da altri noti compositori di musica da film come John Williams, Hans Zimmer e Howard Shore.

Andare ad analizzare tutta l’opera di James Horner in poche righe sarebbe superficiale ed inefficace, perciò sarà più utile focalizzarsi in alcune delle sue musiche più famose e vedere come ben si adattino al film. Per fare ciò ci soffermeremo brevemente su Braveheart, Titanic e Avatar.

Braveheart

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Film di Mel Gibson del 1995 si inserisce fra i film storici di più grande successo. Un film dalla storia romanzata ma con personaggi ed eventi reali che tratta dell’insurrezione scozzese a cavallo del XIII e XIV secolo. Invero la pellicola è riuscita a creare un percorso narrativo vibrante sulle origini del regno scozzese e il merito di ciò è dato anche da una colonna sonora efficace. James Horner è riuscito a coniugare eccellentemente il ventaglio orchestrale con strumenti tradizionali quali flauti, tamburi e ovviamente la cornamusa. Piccola nota: nonostante il film parli della Scozia, è stato girato in Irlanda, con attori irlandesi (mentre Mel Gibson, ricordiamo, è neo-zelandese) e la cornamusa che si ascolta non è la popolare scozzese Highland Pipes bensì quella tipica irlandese Uilleann Pipes. Il compositore l’ha scelta proprio perché più adatta a essere inserita in contesti orchestrali rispetto alla cugina d’oltre mare e, a onor del vero, è una differenza sottile di cui il pubblico mai si è accorto. Quindi, da una parte l’utilizzo di strumenti classici tipico del cinema hollywoodiano e dall’altra l’innesto di strumenti tradizionali per collegare idealmente lo spettatore al panorama celtico medievale mostrato nelle immagini. Nel costruire repertori emotivi, epici o drammatici, tutti gli elementi concorrono assieme, al di là che siano classici od outsider.

Titanic

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Come in Braveheart anche nella colonna sonora del Titanic troviamo l’utilizzo di strumenti dei panorami tradizionali anglosassoni (tin whistle, cornamusa, dulcimer) e di quelli tipici dei repertori classici scelti per il loro timbro evocativo e suggestivo (corno francese, arpa), nonché l’uso di cori mescolati con gli archi a creare l’effetto di un incantevole muro sonoro. Del resto le musiche devono seguire e rispecchiare la storia narrata la quale si muove in quattro direzioni: la memoria narrativa della protagonista anziana (ricordiamo che il film si palesa come un flashback del suo viaggio), lo stupore e il fasto del transatlantico, il dramma del suo affondamento e infine la storia d’amore fra Rose e Jack. Il successo della canzone “My Heart Will Go On” è significativo, sebbene sicuramente ascrivibile all’integrazione e alla ripetizione della sua melodia lungo tutta la pellicola. James Horner è riuscito a collegare le immagini della passione emotiva dei protagonisti a quella precisa sequenza di note, perciò è facile fare ricordare allo spettatore tutto il dramma del film con quel brano, ora arricchito con parole che ne sottolineano il carattere sentimentale e nostalgico. Il successo di un testo è spesso dato dalla capacità di adattarsi a emozioni comuni: tante più persone si riconoscono attorno a una data descrizione tanto più si legheranno alla musica e al suo autore; questi sono solo alcuni dei motivi che hanno costituito la celebrità del film Titanic e della sua colonna sonora.

Avatar

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In questo film di fantascienza di James Cameron la colonna sonora aveva il compito di descrivere e accompagnare l’ambiente di un mondo totalmente nuovo con le sue creature, le sue piante e i suoi colori. In parte era richiesto a Horner di inventare quel mondo nella musica, tuttavia egli ha anche ricercato una certa congiunzione che potesse far pensare allo spettatore un dualismo fra il nostro mondo e quello dello schermo. Come già aveva fatto in Braveheart, è andato a ricercare elementi etnici che ben si potessero inquadrare col popolo nativo di Avatar, quindi miscelando colori di tamburi, cori indigeni, flauti con un timbro digitale che ricordasse il futuro tecnologico in quale questo film è ambientato. Come c’è una fusione fra il mondo puro e incontaminato degli alieni contro quello meccanico e industriale degli uomini, lo stesso traspare nella musica, aiutando a immergere lo spettatore e a empatizzare con i protagonisti.

Il cinema e le colonne sonore del futuro

Oggi è raro che un film si privi di una colonna sonora di supporto, musiche e temi capaci di accompagnare le immagini e ci dicano ciò che gli attori non dicono o aiutandoci a capire quello che loro stanno provando in quel dato momento. Tuttavia, se nel primo cinema l’unica soluzione era dotarsi di un’orchestra, oggi si può attingere da tutti i generi musicali (anche più diversi, basti pensare alle colonne sonore di Il favoloso mondo di Amélie, Notting Hill, Jojo Rabbit) o rimettersi all’uso di sfondi impalpabili di suoni analogici o elettronici (così funzionano quasi tutti i film horror contemporanei). L’orchestra non scompare dai repertori tuttavia è solo una delle varie possibilità che hanno i compositori, non più l’unica. James Horner, come John Williams, Edward Shore, fanno parte dei compositori della nuova Hollywood che tuttavia negli ultimi anni sta cambiando, spinta dalle rivoluzioni delle piattaforme digitali.

Il cinema cambia e la musica resta e così ci ricorderemo del Titanic per sempre anche solo per quel tema così celebre che rimarrà impresso negli annali delle colonne sonore.

Foto di copertina di JXGames da Pixabay

Foto film: it.wikipedia.org

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