Epifania, i Magi ci insegnano che non dobbiamo mai arrenderci nella ricerca della verità

epifania_bIl mistero del Natale è per noi cristiani un evento storico. La nostra fede, perciò, è una fede storica.

La nascita di Gesù è realmente avvenuta, Egli si è fatto uomo veramente, è stato uno di noi, simile a noi in tutto, tranne che nel peccato. L’eco della sua nascita arriva anche in Oriente, la terra dei Magi. Almeno dai Vangeli, non ci è dato conoscere quanti siano stati esattamente i Magi. Il numero tre si deduce dai doni che essi offrono: l’oro, l’incenso e la mirra.

Tuttavia, senza alcun dubbio, essi sono sapienti, persone di scienza, attenti osservatori dei segni che arrivano dal cielo e dalla terra, amanti e cercatori della verità e talmente intensa è questa sete di verità che la cercano persino nella natura. La natura, infatti, porta in sé il sigillo di Dio e, quindi, risulta essere il primo libro che ci parla di Dio. Questi uomini che arrivano dall’oriente ci insegnano che non dobbiamo mai arrenderci nella ricerca della verità, ognuno di noi deve ricercarla e informarsi su di essa.

Perché i Magi cercano la verità, perché cercano il Bambino? Lo cercano per adorarlo! (cf Mt2,2) Questo Bimbo, quindi, non è semplicemente un uomo ma un Re, in ultima analisi, Egli è Dio. Una chiara minaccia questa, per Erode che all’epoca era re, un re che, purtroppo, non conosceva bene le Scritture. Erode, dunque, ha paura di questo nuovo re, ma la sua è una paura infondata perché quando Dio entra nella nostra vita Egli viene sempre per aggiungere, per dare, mai per togliere.

Gesù, quindi, non viene per privare un re del suo regno. A differenza del re Erode, i sacerdoti e gli scribi sono esperti delle Scritture ma costoro preferiscono rimanere indifferenti alla conoscenza della verità, essa non è per loro, rimane fuori di loro, esterna al loro mondo.

Carissimi, è questa purtroppo la grande tristezza della nostra fede! Perseguiamo una sola verità, Cristo; professiamo una stessa fede, quella nella Risurrezione; condividiamo una medesima promessa, la vita eterna, ma si preferisce rimanere fuori, lontani, assenti. Questo è il rischio che ogni giorno solletica ogni cristiano in qualsiasi ambito della sua vita. E nell’immagine di Erode, quindi, possiamo rivedere ciascuno di noi. Egli, dinanzi ai Magi, inoltre, si finge un grande credente a tal punto che anche lui vuole “adorare il Bambino”. Per riuscire bene nel suo intento omicida, Erode finge di essere giusto agli occhi dei Magi. E lo sappiamo benissimo, Egli non è buono come quel Re-Bambino, ma perfido e cattivo.

L’astuzia del male, carissimi, si rivela spesso in questi termini. Oggi, anche noi non vediamo più il male; anzi, riusciamo perfino a conviverci e a nostra insaputa ci lasciamo condurre alla rovina ed anche alla perdita della nostra fede. Accecati dal denaro, dal sesso e dal successo, abbiamo smarrito tutti quei sani valori che dinanzi a Dio e dinanzi all’uomo ci rendono unici, veri, autentici. Non è forse così?

Mentre Gesù ci invita ad essere prudenti come i serpenti, perché i suoi amici si troveranno sempre come pecore in mezzo a lupi rapaci, noi ormai pensiamo che nel mondo ci siano solo teneri agnelli, immacolati e candidi, puri e santi. Solo chi è nello Spirito Santo possiede la luce per vedere e riconoscere il male nella propria vita e in quella degli altri. Coloro che vivono nelle tenebre, invece, sono divenuti alleati del male, ecco perchè né lo vedono e né lo avvertono. L’insensibilità al male, al peccato è segno di degenerazione e in questa situazione devastante, ahimè! il cristianesimo sembra fare acqua da ogni parte.

Ma torniamo ai Magi e alla loro bussola luminosa: la stella. Usciti da Gerusalemme, essi sono quasi vicino la Casa del Bambino e subito il misterioso astro riappare dinanzi a loro. La stella li precede, giunge e si ferma sul luogo dove si trovava il bambino. Immaginiamo in quei momenti la gioia e l’esultanza dei Magi, giunti al termine della ricerca e del loro lunghissimo viaggio. Nella casa, dunque, trovano il Bambino insieme a Maria, sua madre.

Un riferimento questo che può simboleggiare la Chiesa e nella Chiesa il Bambino è sempre con Maria, sua Madre. Una Chiesa senza Maria è come una Madre senza il suo Bambino. Il mistero che vogliamo contemplare in questi termini è un mistero di unità: Maria e il Bambino, infatti, sono sempre una cosa sola nella Chiesa. Dove c’è Maria lì c’è sempre Gesù!

È evidente che nell’episodio dei Magi si legge l’universalità della salvezza, operata da Cristo stesso: Gesù fin dalla sua nascita è nato come Re dell’Universo, Re di salvezza per ogni uomo. Noi lo sappiamo bene: un uomo, sì, può ingannare un uomo! Mai però un uomo può ingannare il Signore. Dio non svela ai Magi le cattive intenzioni di Erode; i Magi, da parte loro, percorreranno un’altra strada per il rientro e non riferiranno ad Erode il luogo dove si trova il Bambino.

Carissimi fratelli e sorelle, la luce della stella distrugga la cattiveria e l’egoismo, entri nelle case dove si abusa dei figli, illumini la vita delle famiglie provate dal dolore e dal sacrificio, squarci le tenebre che avvolgono i capezzali dei letti degli ospedali, illumini la vita delle donne che attraverso la prostituzione vendono il proprio corpo a qualunque prezzo, dia speranza e serenità a quelle mamme i cui figli sono vittime della droga.

La luce dei Magi porti il sereno nelle famiglie colpite dall’infedeltà, porti la gioia del lavoro a tanti giovani disoccupati e apra i cuori più induriti di quei fratelli che nell’ostinazione si chiudono al perdono.

Possa Cristo mostrare la sua stella a tutti noi che quotidianamente lo cerchiamo nella vita della scuola, del lavoro, della famiglia. Con i Magi anche noi offriamogli indegnamente i nostri doni anche se siamo tutti poveri! Perciò, chiediamo al Signore di accettare almeno il nostro unico dono, quello che tra tutti ci appartiene di più. Il Signore oggi, accetti il nostro peccato e lo trasformi in amore!

di P. Francesco M. Trebisonda, o.m.

Basilica parrocchiale Sant’Andrea delle Fratte

Santuario Madonna del Miracolo

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