Vince il No. Affluenza record. Renzi si dimette. E ora?

renziCome previsto dagli opinionisti stradaioli, non da quelli che pontificano dagli scranni redazionali, il No ha vinto, con 20 punti percentuali di differenza, Renzi si è dimesso ed oggi pomeriggio andrà a rassegnare le sue dimissioni direttamente al presidente Mattarella. E ora?

Ora si apre una fase tipica in queste circostanze, nulla di catastrofico. Prima ipotesi: il Presidente  potrebbe chiedere al premier dimissionario di ripensarci e ripresentarsi alle Camere con un nuovo governo; seconda ipotesi: in Parlamento esiste una maggioranza che fa riferimento al Partito Democratico, il Capo dello Stato ne terrà conto e affiderà il Governo ad un esponente condiviso dalla stessa. Se la maggioranza parlamentare confermerà la proposta del Quirinale, toccherà subirci il quarto premier del Presidente.

Nessuna illusione per chi vorrebbe elezioni immediate. Almeno non subito. Prima il nuovo governo dovrà riformare la legge elettorale e poi si vedrà. Possibili due scenari: elezioni in primavera prossima o a fine legislatura nel 2018. Ma l’esito del voto, con affluenza record di elettori, ha dimostrato anche che gli italiani vogliono eleggere direttamente i propri rappresentanti istituzionali.

Il dato che leggiamo da questo risultato referendario, come in Gran Bretagna per la Brexit e negli Usa con l’elezione di Trump, è stato un responso netto: il popolo è stanco della prevaricazione politica. La costituzione si cambia con una larga maggioranza, non con atti governativi. I cittadini hanno bisogno di un governo che legiferi a favore della popolazione e non per meri interessi di partito, di correnti politiche ed a favore dei poteri economici. La situazione sociale, soprattutto al sud, è drammatica.

Della riforma costituzionale, francamente, non se ne sentiva il bisogno. Il cittadino comune necessità di lavoro, i piccoli imprenditori sono vessati dalle tasse, l’immigrazione ha bisogno di limiti; con tutta la buona volontà e l’ospitalità possibile, non possiamo accogliere l’Africa intera nel nostro Paese. La violenza, non solo quella nei confronti delle donne, è in aumento; le pene continuano ad essere incerte. Nell’aria si percepisce una condizione di anarchia, un paese in stato di abbandono, almeno nelle grandi città.

Abbiamo bisogno di regole da rispettare, di governi che attuino politiche di servizio ai cittadini e non egoistiche; di attenzione verso bambini e anziani; di una Sanità con tempi rapidi, perché la qualità di medici e infermieri nei nostri ospedali è tangibile e fuori discussione. Insomma, abbiamo bisogno di un Paese normale, dove l’onestà e il rispetto delle regole dovrebbe primeggiare e non latitare. Sono populista? Se quanto scritto significa esserlo, si lo sono.

Ora auspichiamo che il prossimo premier, chiunque esso sia, faccia tesoro del messaggio implicito arrivato da questo suffragio elettorale, riunifichi il Paese, oggi spaccato in due, e ci porti alle elezioni di un Governo che soddisfi la gente comune e non i propri eletti.

di Enzo Di Stasio 

1 risposta

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata

Per inserire il commento devi rispondere a questa domanda: *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.