“Vai Mo” e il blues partenopeo di Pino Daniele

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Dopo aver dato alle stampe, nel 1980, un grande capolavoro come “Nero a Metà”, l’indimenticabile Pino Daniele tornava a esprimere la sua creatività e genialità con l’altrettanto ottimo “Vai Mo’”(1981). Registrato agli Stone Castles Studios, al castello di Carimate (CO), il quarto disco del musicista partenopeo si avvaleva di una squadra da capogiro costituita dalla creme de la creme dei musicisti dell’area napoletana e precisamente dai nomi di Tony Esposito, James Senese, Rino Zurzolo, Tullio De Piscopo, Joe Amoruso e Fabio Forte.

Nel primo periodo della sua fase artistica Pino Daniele ha elaborato un’ineccepibile fusione tra musica napoletana, blues, funk, soul, rock, jazz e sonorità mediterranee attraverso testi che hanno saputo essere una vera fotografia della Napoli di allora, con tutte le sue contraddizioni, le sue problematiche e i suoi punti di forza. E anche in “Vai Mo”, tutto questo assume maggiore sostanza, basta ascoltare pezzi super-funky come “Che Te Ne Fotte”, un vero inno a non lasciarsi scalfire dalle ostilità della vita e a saper andare avanti con tenacia e forza, e il singolo “Yes I Know My Way”, vera lezione di vita made in Napoli.

Le atmosfere jazz accarezzano la vellutata “Notte Che Se Ne Va”, mentre “Puorteme a Casa Mia” è un vero esempio di soul tutto partenopeo arricchito dalle impeccabili note del sax di James Senese. Ancora tanto ritmo funky in “Ma Che Ho”, mentre “Have You Seen My Shoes” si fa apprezzare per i suoi fiati jazz e per la mescolanza tra dialetto napoletano e inglese. Struggente è la finale e breve “E’ Sempe Sera”, ispirata alla tragedia del terremoto dell’Irpinia del 1980 e dalla durata di 1’10, esattamente la stessa della scossa di allora.

“Vai Mo” otterrà la seconda posizione nella classifica dei dischi più venduti in Italia nel 1981 e permetterà a Pino Daniele di acquisire spessore non solo nella sua Napoli, ma anche in tutta Italia. Si può quindi considerare come la sua vera e propria svolta e a esso seguirà anche un tour di successo nella penisola italiana, grazie all’apporto della superband presente. Infatti, il 19 Settembre del 1981, festa di San Gennaro, patrono di Napoli, Pino e la sua band suoneranno a Piazza del Plebiscito di fronte a più di duecentomila spettatori.

Grande merito di questo disco va anche attribuito alle qualità liriche-letterarie di Pino Daniele, con i suoi testi, in quel periodo, per lo più in lingua napoletana, oltre che al sincretismo sonoro tra la melodia partenopea e le varie forme di black-music, una contaminazione che rende lo stile del cantautore napoletano riconoscibile dalla prima nota, risultando molto soul e partenopeo al tempo stesso, senza essere una cattiva copia del modello afro-americano.

Con tutte queste caratteristiche “Vai Mo” si dimostra, a 42 anni di distanza, un lavoro invecchiato bene, capace di regalare grandi emozioni, un disco che merita di sedere accanto non solo ai migliori album di musica italiana, ma anche di tutta la bella musica, quella senza tempo.

Nella foto, da sinistra, Tony Esposito, Tullio De Piscopo, James Senese, Pino Daniele, Rino Zurzolo e Joe Amoruso. Fonte: PinoDanieleOfficial

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