Tempo di Quaresima

Deserto-dellOmanDa qualche giorno ormai stiamo percorrendo con fede i primi passi della Quaresima, il tempo forte di quaranta giorni durante il quale il credente si prepara adeguatamente alla celebrazione di Pasqua.

Nella Bibbia, il numero 40 è registrato tante volte; tale riferimento è indicato nei 40 anni di Israele nel deserto, nei 40 giorni di cammino che Elia impiegò per raggiungere il Monte Horeb ed inoltre – stando al Vangelo di questa prima Domenica di Quaresima – 40 sono anche i giorni di Gesù nel deserto (Lc 4, 1-13). Il deserto è per antonomasia il luogo del silenzio, della povertà, della precarietà, una posizione geografica dove si è costretti ad optare per ciò che è davvero essenziale, dove l’uomo si pone le fatidiche domande di senso e, quindi, il luogo privilegiato per incontrare Dio. Il deserto, inoltre, data l’assenza di acqua rappresenta anche lo spazio della morte, il luogo della solitudine dove l’uomo avverte più forte il potere trasgressivo della tentazione. Gesù si reca proprio in questo deserto, sottoponendosi, come ogni uomo, al disagio della tentazione. Perciò, la pagina evangelica delle tentazioni di Gesù nel deserto diventa per ciascuno di noi un chiaro invito a rispondere seriamente ad una domanda esistenziale fondamentale: “A chi do la priorità nella mia vita?

Anche il Vangelo di Luca, come quello di Matteo e Marco, tramanda come prima tentazione quella di trasformare una pietra in pane per placare la fame che si avverte nel deserto. L’atteggiamento di Gesù è quello di respingere il diavolo e di dichiarare con forza che “non di solo pane vive l’uomo”. In realtà, l’uomo non si salva se prima non dà una risposta adeguata alla sua fame di Dio. La seconda seduzione, antica e sempre nuova, è quella del potere. Alla luce della fede, non è questa la via per giungere a Dio. Gesù, a proposito, sa bene che non sarà questo tipo di potere a salvare il mondo ma la sua croce che è l’espressione massima del potere dell’umiltà e dell’amore. Il diavolo, nella terza tentazione, proponendo a Gesù di buttarsi dal punto più alto del Tempio, chiede un gesto eclatante attraverso il quale poter tentare perfino Dio stesso. È chiaro che al Signore non possiamo imporre le nostre condizioni o ancor peggio chiedere di esaudire i nostri capricci umani.

Cosa ci dicono le tentazioni di Gesù, qual è il loro messaggio? A volte, non ci accorgiamo che forse cediamo facilmente anche noi a queste tentazioni e ciò accade nel momento in cui strumentalizziamo Dio e la fede per accrescere il nostro tornaconto, la gloria o il successo. Sostituirci a Dio, rimuovendoLo dalla nostra vita e relegandoLo in un angolo, significa cedere facilmente alle stesse tentazioni di Gesù nel deserto. Ma chi è al timone della mia vita: io oppure Dio? Occorre perciò, “convertirsi”. È un invito di Gesù questo, che risuonerà più volte in questo tempo quaresimale. Convertirsi significa aderire incondizionatamente alla parola di Dio, considerando il Vangelo come la bussola della nostra vita; significa, inoltre, riconsiderare attentamente la nostra originaria identità di creature e riconsegnare adeguatamente a Dio la sua originaria signoria, permettendoGli, senza opporre resistenza, di entrare veramente nella nostra vita e di trasformarci col balsamo del suo amore. Occorre, perciò, effettuare le nostre scelte a partire dalla Parola di Dio, essere cristiano-cattolici non per tradizione ma per scelta e rinnovare ogni giorno con gioia la nostra appartenenza alla grande famiglia di Dio.

Le prove oggi sono tante e riguardano da vicino soprattutto la vita cristiana personale e sociale. Basti pensare – cito solo qualche ambito – alla vita matrimoniale, a temi dibattuti come l’aborto, l’eutanasia, l’embrione, ma anche a dimensioni come quelle del perdono, del silenzio, della preghiera. Dinanzi ad un panorama così deturpato dall’egoismo umano, viene quasi naturale mettere da parte la fede e quando tutto diventa così irrimediabilmente relativo, allora anche il processo della conversione, purtroppo, è costretto ad essere rivisto più volte nel corso della vita. Ci siano di esempio le grandi conversioni come quella di S. Paolo, di S. Agostino, ecc. Tuttavia, anche in quest’epoca, i cui giorni registrano amaramente un’evidente eclissi del senso del sacro, la grazia di Dio, attraverso l’azione dello Spirito Santo, compie meraviglie nei cuori di tanti fratelli. Dio, infatti, non si stanca mai di interpellare e di scuotere quelle coscienze annebbiate dalla dilagante secolarizzazione e dal diffuso materialismo.

La Chiesa oggi grida: “No, non si può vivere a prescindere da Dio!” Pertanto, prepariamoci adeguatamente ad accogliere Dio che attraverso Gesù Cristo desidera abitare nel nostro cuore. Impariamo da Gesù ad essere semplici come le colombe ed astuti come i serpenti: non lasciamoci invadere da vaghe illusioni, diciamo con forza il nostro “no” alle apparenze e alla vana gloria che ci viene data dai beni materiali. Questo tempo di Quaresima si inserisce felicemente nell’Anno della fede e, quindi, ci viene chiesto di guardare la realtà quotidiana con gli occhi della fede. Questo, in sintesi, significa convertirsi. Facciamo spazio a Dio, apriamoci alla sua grazia santificante, non chiudiamoci in noi stessi ricercando successo o prestigio ma facciamo sì che ogni giorno, nelle piccole cose, la verità e l’amore siano in semplicità ciò che più conta.

di Frà Frisina

foto: cavalieridellaluce.net

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