Sprechi di potere

Monti-Napolitano

Silvio Berlusconi si è dimesso, finisce l’era del bunga bunga e finalmente, ci auguriamo, da domani si parlerà d’altro e si  affronteranno i veri problemi che turbano i sonni di molti italiani. Da oggi, dopo aver formato la squadra di governo, ci governerà il professor Mario Monti, il neo senatore appena nominato dal Presidente Napolitano.

 

Tuttavia, in una Repubblica fondata su due rami parlamentari, composti da deputati cooptati, l’ulteriore cooptazione del presidente del Consiglio risulta più una forzatura che una soluzione. Perché questa operazione, seppur eseguita legittimamente dal Capo dello Stato, ci sembra un atto di quel presidenzialismo tanto vituperato in passato da quella parte politica che oggi lo ha sostenuto con vigore. Ma siamo in Italia, dove tutto pare sia possibile.

 

Francamente avremmo preferito un epilogo diverso per la fine dell’era del caimano, un onesto candidato che lo sostituisse determinato dalle urne piuttosto che calato dall’alto. Ma comprendiamo che la gravità della crisi finanziaria e sociale, attualmente in atto in Italia, non ci permetteva di “perdere tempo” con campagne elettorali estenuanti e dibattiti politici mediatici ricchi di promesse da marinaio. Inoltre speriamo che l’esultanza di sabato sera, perpetrata da diverse centinaia di sostenitori dell’antiberlusconismo, non si trasformi in delusione fra un anno quando il nuovo governo tecnico avrà attuato le temute direttive europee.

 

Ad ogni modo speriamo che questo governo riesca in breve tempo a  cancellare quell’etichetta ridicola che ci è stata attribuita all’estero, grazie alla spettacolarità del personaggio Berlusconi, e a riportare il nostro Paese nella posizione che più gli compete in Europa e nel mondo.

 

Comunque il nuovo premier, ci piaccia o no, ce lo troviamo dritto dritto nel Palazzo. D’altronde bisognava agire, “fare presto”, come titolava venerdì scorso Il Sole24ore,  per arginare nel più breve tempo possibile questa emorragia di denaro,  di produzione e di lavoro. Quindi, a mali estremi, estremi rimedi.

 

Quello che però non comprendiamo è il perché della nomina preventiva di Mario Monti a senatore a vita.  Non sarà che il professore bocconiano non avrebbe accettato un incarico cosi impopolare in questo momento, una patata bollente difficile da pelare, per uno “stipendiuccio” da premier, tanto da imporre al presidente Napolitano di fare uno sforzo ulteriore, oltre quello di cooptarlo, affinché l’illustrissimo docente percepisse un corrispettivo in denaro ragguardevole che lo convincesse ad accettare il nuovo incarico?

 

E si, perché nonostante tutti coloro vadano a governare dicano che lo facciano soprattutto per la patria, questi non possono fare a meno di non dimenticare le proprie tasche. E così, solo per adeguarsi, il professor Monti, da eccellente economista attento alle finanze, non poteva non avere accorgimenti per le proprie.

 

Comunque, pur se per il bene nostro e dei nostri figli auspichiamo tanta gloria al nuovo governo e soprattutto tanta determinazione per affrontare la crisi e risollevare il Paese da questo stato comatoso ormai al limite della irreversibilità, non possiamo non constatare che si è partiti male. Il presidente Napolitano, finora eccellente rappresentante bipartisan, questa volta non ci è piaciuto. Era davvero necessario in un momento così difficile economicamente, dove si parla di tagliare i privilegi della casta, sprecare ulteriori 300mila € all’anno (stipendio e rimborsi) per un nuovo Senatore? Cifra da sommare al salario che il professor Monti percepirà dalla Presidenza del Consiglio per il ruolo di premier.

  

Speriamo quantomeno che ora si concretizzino le riforme, di pensioni e giustizia tanto annunciate, si crei un volano finanziario che faccia ripartire la produzione industriale e il lavoro e si faccia subito una nuova legge elettorale che permetta ai cittadini di scegliere i propri governanti futuri.

Enzo Di Stasio

 

Foto: notizieitaliane.it

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