Raffinatezze sonore anni ’80: Sting e il suo “Nothing Like The Sun”(1987)

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Nel mare magnum della musica anni ‘80, viaggiando tra sonorità new-wave e pop più “cool”, si rimane sorpresi dalla grande varietà di dischi presenti. Nella seconda categoria possono rientrare a pieno titolo i primi due album solisti di Sting intitolati “The Dream Of The Blue Turtles”(1985) e “Nothing Like The Sun”(1987).

Ed è proprio sul secondo che oggi vogliamo concentrare la nostra attenzione. Dopo la fortunata esperienza con la rock-band dei Police, nei quali era il bassista, Gordon Sumner, alias Sting, dava vita a uno stile di grande raffinatezza sonora, un pop/rock con influenze jazz, reggae, world, con atmosfere rarefatte e suggestive e testi di spessore densi di lirismo, impegno e introspezione. Il titolo del disco cita il primo verso del sonetto 130 di William Shakespeare, “My mistress’ eyes are nothing like the sun”(gli occhi della mia donna sono nulla in confronto al sole), utilizzato anche in uno dei pezzi della scaletta, “Sister Moon”.

Tra le tracce degne di essere ricordate troviamo il singolo “Englishman In New York”, scritto in onore dello scrittore Quentin Crisp e con un sorprendente arrangiamento jazzato grazie al sax soprano di Branford Marsalis, oltre che “They Dance Alone (Cueca Solo)”, dedicata ai desaparecidos, ai perseguitati dalla dittatura di Pinochet in Cile. “Fragile”, altro singolo portante del disco, denuncia l’inutilità e la barbarie della guerra attraverso versi ricchi di poeticità e un arrangiamento new-age e vagamente latineggiante, mentre le atmosfere jazzate tornano nella elegante, sognante e atmosferica “Sister Moon” che, come detto in precedenza, cita Shakespeare.

Un’altra caratteristica importante di “Nothing Like The Sun” è anche la presenza dei musicisti coinvolti, molti dei quali nomi altisonanti. Oltre ai fidati Branford Marsalis, Omar Hakim e Kenny Kirkland, troviamo infatti, Manu Katchè,  Eric Clapton e Mark Knopfler in “They Dance Alone”, il bassista Hiram Bullock e l’orchestra di Gil Evans nella cover del brano di Jimi Hendrix “Little Wing”, Andy Summers dei Police in “The Lazarus Heart” e “Be Still My Beating Heart”. In poche parole, un cast stellare che rende quest’opera preziosa dalla prima all’ultima traccia, grazie anche alle tematiche profonde trattate da Sting e grazie anche alle atmosfere di grande eleganza e magia che egli è capace di creare.

“Nothing Like The Sun” ha anche ispirato il mini-album in lingue portoghese e spagnola, “Nada Como el Sol”, contenente 4 canzoni della scaletta del disco originario in quegli idiomi e “Fragile” cantata sia in spagnolo che in portoghese, e otterrà grande successo di vendite in Italia, Giappone, Finlandia e Regno Unito, raggiungendo la prima posizione delle classifiche delle rispettive nazioni. In più riceverà tre candidature ai Grammy Awards nel 1989, nelle categorie “Album dell’anno”, “Canzone dell’anno” e “Miglior interpretazione vocale maschile”.

Le parole per descrivere questa grande opera sono sempre superflue e allora basterebbe tuffarsi nel suo ascolto per poterne apprezzare pienamente le sue sonorità e i messaggi trasmessi da ogni singola canzone, il miglior modo di dimostrare come la musica sia il miglior modo per esprimere il dissenso sulle storture del mondo, oltre che qualcosa capace di muovere le coscienze e far riflettere. 

Fonte foto: profilo Facebook Sting

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