Quella strana intervista di Grillo a Porta a Porta

BeppeGrillo-Smorfia-600x300Beppe Grillo va a Porta a Porta, il programma in seconda serata condotto da Bruno Vespa, e l’intervista -non talk show- raggiunge il 27% di share che significa più di 4 milioni di spettatori.

Ci va Grillo, non votabile alle elezioni Europee del 25 maggio,  mentre i candidati nelle liste del Movimento 5 Stelle in Televisione non sono mai apparsi.

Tutto inizia con lo show del (l’ex?) comico che passeggia per lo studio facendo qualche battuta: l’obiettivo è conquistare il pubblico prerogativa fino ad oggi di Silvio Berlusconi, ed è a quello che Grillo si rivolge, non tanto al conduttore. Bisogna presentarsi al telespettatore medio come rappresentante della “rabbia buona” del Paese.

Vespa, dal canto suo, come da consuetudine gli concede ampio spazio, tanto che il leader del Movimento si può permettere sparate quali “Siamo al 96% di consensi”. Il giornalista non si scompone: gli da del tu, trattandolo con serietà e riconoscendogli alcuni meriti, ma anche canzonandolo quando chi gli sta di fronte esagera, come sul caso Expo.

Vespa cerca di “normalizzare” il suo strano ospite, paragonandolo ad Alfano prima e poi con le parole “Insomma, avete le stesse idee degli altri [sull’Europa, ndr]”.

Mentre l’uno cerca di proporsi come alternativa ai partiti politici che hanno governato il Paese e l’Unione Europea negli ultimi anni, il conduttore di Rai 1 cerca di sminuire i caratteri rivoluzionari di tali proposte.

Grillo ha in pugno lo spettacolo e parla a braccio, noncurante dell’inesattezza di alcune sue informazioni, Bruno Vespa porta il discorso su punti rimasti sempre ambigui: dalla decrescita felice al referendum (impossibile) sull’uscita dall’euro.

Ad un certo punto, il comico parla dell’Expo e del giro d’affari che vi stava dietro: non perde occasione per annacquare il ruolo della mafia. “Quasi tutte le imprese sono colluse con la mafia […], ma cos’è la mafia?”, finendo con il parlare di associazioni a delinquere –ormai formate soltanto, secondo Grillo, da avvocati, commercialisti, politici.

Si ricordi che per Beppe Grillo la mafia è sempre stata oggetto di campagne elettorali: nel 2012 la mafia in Sicilia non esisteva perché era andata tutta al nord; sempre nello stesso anno, diceva che “la mafia non strangola, chiede solo il pizzo”. L’altro giorno ha affermato “Renzi perderà le elezioni e per lui sarà lupara bianca” [con lupara bianca si intende un omicidio di mafia che non lascia traccia del corpo dell’assassinato, ndr].

Dopo un’ora, l’ultima stoccata è per Berlusconi, accusato di essere collegato ad una società che fa sperimentazioni animali, mentre Beppe si pone come paladino degli amici a quattro zampe (“Ho un cane anche io”).

La caduta di stile della battaglia politica, la quale termina  sulla questione animalista. Altro che Europee, si parla più di Dudù: anche così si prendono voti.

di Giovanni Succhielli

foto: si24.it

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