Regione Roma, se ne è discusso alla Camera

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Regione Roma. Giovedì 16 maggio alla Camera, in commissione Affari costituzionali, è stata avviata la discussione sulla proposta di legge costituzionale riguardante i poteri di Roma Capitale. In essa si prevede di modificare gli articoli 114, 131 e 132 della Costituzione. In tal modo verrà istituita la “Regione Roma Capitale della Repubblica”. Ne avevamo parlato su queste colonne in un precedente articolo.

Il testo all’esame della commissione è frutto di quattro proposte presentate a Montecitorio nella precedente legislatura. Erano firmate dal capogruppo FI Paolo Barelli, dai deputati Pd Stefano Ceccanti e Roberto Morassut e niente meno che dall’attuale Presidente del Consiglio Meloni. Le quattro proposte furono unificate alla fine della precedente legislatura. Ora l’iter viene riavviato sul testo base a suo tempo concordato dai partiti.

La Regione Lazio manterrà le competenze sulla sanità

Prima di esprimere ogni commento si ritiene opportuno esaminare i punti salienti del testo che si è discusso ieri. All’art. 1 si dispone che Roma Capitale dispone di poteri legislativi definiti nelle materie riservate alle Regioni a Statuto ordinario. Viene esclusa, però, la tutela della salute e le altre materie stabilite d’intesa con la Regione Lazio e lo Stato. Tra queste ultime rimane aperta la questione del trasporto pubblico locale.

Alla fine sarà il Parlamento ad avere l’ultima parola con legge approvata dalle Camere a maggioranza assoluta. La legge dello Stato, sentiti gli enti interessati, potrà anche stabilire forme di coordinamento tra Regione Lazio e Regione Roma Capitale. Una volta istituita la Regione Roma Capitale, essa potrà conferire con legge le proprie funzioni amministrative ai suoi municipi. Pare evidente che agli attuali Municipi della città di Roma saranno attribuite le normali competenze amministrative degli altri comuni d’Italia.

Regione Roma, quali saranno i vantaggi

Si prevede che in sede di prima attuazione, a Roma Capitale si applichino le leggi della Regione Lazio vigenti prima della data di entrata in vigore della legge costituzionale. Il trasferimento dei poteri legislativi decorrerà dopo due anni dall’entrata in vigore della legge costituzionale. Il territorio della nuova regione coinciderà con quello dell’attuale Comune di Roma.

Detto ciò, quali sarebbero i vantaggi della regionalizzazione per i cittadini di Roma e del suo hinterland? Oltre alla potestà legislativa, sarà conferita al Campidoglio l’acquisizione diretta dei trasferimenti dallo Stato, partecipando alla conferenza Stato-regioni. Nonché quelli – più mirati – dall’Unione Europea. Finalmente, le competenze sul lavoro, lo sviluppo locale e la formazione professionale, nel territorio romano, saranno gestite da Roma Capitale. Ciò era già previsto nel suo attuale Statuto ma mai attuato. In precedenza, tutti i trasferimenti erano gestiti dalla Regione Lazio che, come è noto, ha sempre privilegiato i comuni dell’hinterland e delle altre province.

Regione Roma, un grande viaggio comincia con dei piccoli passi

Ma – referendum Renzi insegna – quando si perseguono disegni troppo grandi, è facile trovare più di un granello nell’ingranaggio che li fa rimandare alle calende greche. In questo caso sarebbero le burocrazie regionali e provinciale a mettere il bastone tra le ruote alla riforma costituzionale. D’altronde, sinora è stata la burocrazia provinciale a bloccare l’accorpamento provincia-comune di Roma, previsto nel “progetto Roma Capitale”.

Come operare, allora, per bypassare gli ostacoli frapposti dalle varie burocrazie? Forse è meglio procedere secondo il proverbio cinese, il quale recita: “un grande viaggio comincia con dei piccoli passi”.

La sede politica regionale e gli uffici amministrativi potrebbero benissimo rimanere a Roma, che si trova in posizione centrale al resto del territorio laziale.  In tal modo, l’eventuale opposizione della burocrazia regionale alla riforma sarebbe ridotta al minimo. Alla Regione Lazio l’onore e l’onere di assorbire quel che rimarrà della provincia di Roma, cioè un piccolo corpo senza testa.  Anzi, già si parla di una nuova provincia Roma-Litorale con sede a Civitavecchia.

Regione Roma, per il momento resterà ‘a sovranità limitata’

In realtà il testo in discussione procede nella “regionalizzazione” di Roma con i piedi di piombo. Si prevede l’attribuzione alla Capitale di tutti i poteri relativi alle regioni italiane a statuto ordinario. Esclusa però, come detto, la tutela della salute e le altre materie stabilite d’intesa con la Regione Lazio. Rimane infatti aperta la questione del Trasporto pubblico locale. Sono due “vulnus” di importanza fondamentale nei poteri della costituenda regione.

Pensare che la Regione Lazio possa avere diritti nella gestione dei trasporti della città di Roma sembra incredibile. Se si pensa che il grosso dei trasporti regionali confluisce verso la Capitale dovrebbe essere semmai Roma a gestire anche quelli del Lazio. Non il contrario. Stesso discorso per la sanità della Regione, attualmente concentrata quantitativamente e qualitativamente nella Capitale. Diversamente la nuova Regione Roma nascerà “a sovranità limitata”.

La costituzione della medesima solo nell’ambito dei confini dell’attuale comune potrebbe essere un altro problema. È vero che non si interromperebbe in tal modo la continuità territoriale del Lazio. Questa, infatti, manterrebbe un “corridoio territoriale” tra le attuali province di Viterbo, Rieti e Frosinone. Ma ci sono alcuni comuni dell’hinterland che fanno parte da tempo dell’area metropolitana di Roma. Pensiamo a Fiumicino, Ciampino, Mentana, Pomezia, la stessa Aprilia, che pure è attualmente compresa nella Provincia di Latina. Come si fa ad escluderli dai confini della nuova Regione Roma Capitale?

Foto di Wengen da Pixabay

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