Platone, sebbene nato secoli prima dell’avvento del Cristianesimo, ci ha lasciato delle testimonianze filosofiche che dialogano con la spiritualità cristiana.
Le numerose affinità hanno portato alcuni Padri della Chiesa a definirlo “cristiano” in un senso metaforico, riconoscendo in lui una sorta di anticipazione dei principi fondamentali del Cristianesimo.
San Clemente Alessandrino, ad esempio, nel Protreptico ai Greci, sottolineò con eloquenza la profondità delle verità tratte da Platone, rimarcando come il filosofo greco abbia, in qualche modo annunciato il culto verso Dio. Anche San Giustino, riconobbe e celebrò l’oscuramente alluso contributo di Platone al culto divino (Apologia I, XLVI, 1-5 e II, X, 1-6). Platone profetizzò il pensiero cristiano? Esaminiamo le analogie.
Platone e la cura dell’anima
Platone, con la sua celebre affermazione riportata nell’Apologia di Socrate “l’anima è principio di vita sia per sè che per il corpo, mentre quest’ultimo senz’anima sarebbe inanimato“, colloca l’accento sull’importanza dell’anima, sottolineando che essa merita una cura prioritaria rispetto ai beni materiali. Questo richiamo trova eco nella predicazione cristiana, che enfatizza l’essenza spirituale dell’individuo come fulcro della sua esistenza.
La non violenza: “porgi l’altra guancia”
Nel Gorgia, il filosofo ateniese incita a sopportare con magnanimità anche gli affronti più meschini. Concetto assai rivoluzionario per un’epoca in cui vigeva semmai il diktat “occhio per occhio, dente per dente“. Anche in questo caso, la somiglianza tra il pensiero platonico e l’insegnamento di Gesù emerge chiaramente. Basti pensare al celebre detto “porgi l’altra guancia” (Vangelo secondo Matteo e dal Vangelo secondo Luca).
L’amore, la carità e l’attenzione al prossimo
Platone propone un modello di società fondato sull’amore, sull’assistenza ai bisognosi e sul rispetto per gli stranieri. Tutti valori centrali anche nell’insegnamento cristiano, che sottolinea l’importanza di aiutare il prossimo, difendere i deboli e sacrificarsi per il bene comune.
La castità e il rispetto delle leggi divine
Il richiamo di Platone a resistere ai desideri carnali al di fuori del matrimonio e a evitare l’amore tra persone dello stesso sesso, rivela, anche in questo caso, una prospettiva di castità che dialoga e anticipa l’etica cristiana.
Platone e le celebrazioni in onore dei defunti
L’analisi dei testi platonici rivela altre affascinanti analogie con l’essenza stessa del cristianesimo.
Anticipando il culto dei Santi nel cristianesimo, il filosofo propone ad esempio di commemorare i defunti “virtuosi” che avevano incarnato l’amore, la temperanza e la pacifica convivenza. Il rivelatore parallelismo emerge chiaramente in passi significativi quali Leggi (VII 801 A – 802 C), Minosse (318 E – 319 A) e non solo.
Il divino, creatore atemporale
Oltre all’analogia relativa al culto dei virtuosi defunti, un altro punto di contatto con il cristianesimo emerge nella concezione del divino come Creatore e nell’ideale platonico di una civiltà utopica fondata sulla fede e la virtù.
Platone immaginando la sua “società ideale“, scrive infatti che la formazione, fin dalla giovinezza, non deve essere limitata all’insegnamento della bontà di Dio, ma si deve estendere fino alla comprensione dell’entità divina come creatrice atemporale del tempo stesso.
Tale concezione “teologica” è evidenziata in opere quali Repubblica (VII 540 A – E), Leggi (II 663 B – 664 B), Lettera VIII (354 C – 355; II, 312 D – 313 C), Timeo (29 A; 37 C – 38 C; 30 A; 31 B; 55 D; 92 C; 28 E; 48 C – D) e mole altre.
L’Orfismo come chiave di lettura di Platone
Come abbiamo potuto appurare, sono davvero tante le similitudini tra l pensiero di Platone e il futuro cristianesimo. Ma da dove trasse ispirazione Platone?
Secondo il filosofo Giovanni Reale (1931-2014, senza il filtro interpretativo dell’Orfismo, non è possibile comprendere appieno la filosofia e l’impronta che Platone ha lasciato nella storia del pensiero.
Reale sottolineava infatti che l’ispirazione orfica avesse guidato Platone verso la scoperta del mondo del sovrasensibile, aprendo nuove prospettive nella sua ricerca filosofica.
E in effetti, la visione orfica del fedele come “figlio della terra e del cielo stellato“, con la percezione di uno spirito celeste, dionisiaco e atemporalmente eterno, intrappolato in un corpo transitorio e sensuale, trova parallelismi nella filosofia platonica.
Ed era orfica anche la concezione di uno spirito umano e divino come atemporale, eterno e immutabile. Spirito che bisognava incoraggiare a distaccarsi dai desideri e pensieri superficiali, materiali e carnali, soggetti alla relatività e fugacità del tempo.
Platonismo e cristianesimo: un dialogo semantico?
L’intersezione tra platonismo e cristianesimo emerge anche nella struttura semantica del Nuovo Testamento. La parola “peccato” assume un significato che va oltre l’errore, indicando un’allontanamento dalla genuina possibilità di benessere, sia in questa vita sia nell’aldilà.
E ancora una volta, Platone, in sintonia con gli insegnamenti orfici, prefigura addirittura la visione cristiana del paradiso, del purgatorio e dell’inferno.
Un eloquente esempio di questa convergenza è rintracciabile nel Fedone (63 C), in cui Platone esprime la fiducia nella presenza di qualcosa di più elevato nell’aldilà, una condizione che si preannuncia come notevolmente migliore per gli individui virtuosi rispetto ai malvagi.
Come non riscontrare in questo annuncio di una speranza nell’oltre vita, l’ennesimo punto di contatto con la visione cristiana della vita ultraterrena?
L’eredità spirituale di Platone nel cristianesimo
In definitiva, le affinità tra il pensiero di Platone e i principi cristiani offrono un profondo spunto di riflessione sulla natura della fede e della spiritualità.
Possiamo interpretare queste similitudini in chiave filosofica e religiosa come un’indicazione dell’universalità di alcune verità e temi fondamentali che risuonano attraverso le diverse tradizioni spirituali e filosofiche. Entrambi i concetti di “il giusto che soffre” e l’idea di un sacrificio per il bene supremo possono essere visti come archetipi umani che emergono in diverse culture e credenze.
Nel caso specifico di Platone, possiamo notare che egli aveva una visione molto alta dell’importanza della giustizia e della virtù, e spesso discuteva di come queste idee fossero intrecciate con la natura della realtà e della divinità. La sua allegoria della caverna, ad esempio, può essere interpretata in modo simile a una sorta di “illuminazione” o “liberazione” spirituale, concetti che possono essere ritrovati in molte tradizioni religiose.
In definitiva, mentre Platone non avrebbe potuto profetizzare specificamente il cristianesimo, il suo pensiero può essere considerato come un contributo alla discussione filosofica e religiosa che ha influenzato e continuato ad influenzare il modo in cui le persone concepiscono la giustizia, la virtù e la ricerca del significato nella vita. Tutte manifestazioni di concetti universali che attraversano diverse tradizioni religiose e filosofiche.
Foto di Gábor Bejó da Pixabay
[…] concezione di anima e destino ha radici profonde nella filosofia antica. Platone, nel mito di Er, suggerisce che l’anima sceglie un destino e una vita prima della nascita, […]