Papa Francesco sotto pressione: Bertone non vuole rinunciare allo Ior

bertone-bergoglioTarcisio Bertone, non vuole assolutamente uscire di scena, così ha chiesto al Pontefice di avere un nuovo incarico. La mossa gli garantirebbe di evitare i numerosi attacchi che altrimenti riceverebbe, dentro e fuori la Curia, per la sua discutibile gestione, da quanti lo reputano primo e unico responsabile delle dimissioni di Benedetto XVI. 

Nell’avanzare la sua richiesta Bertone, che a dicembre compirà 79, ha fatto presente al Papa che quando il suo predecessore, Angelo Sodano (86anni) ha lasciato la segreteria di Stato nel 2006, ha mantenuto il ruolo di decano del collegio cardinalizio, carica che ancora ricopre.

Bergoglio non ha dato risposte e Bertone, intuendo l’antifona non si è presentato né all’udienza delle nazionali italiana e argentina con il Papa, il 13 agosto, né il giorno dopo allo stadio Olimpico per la partita amichevole in onore di Francesco.

Precisiamo che Benedetto XVI prima di dimettersi dal Viacariato di Cristo, gli aveva concesso per 5 anni, fino al 2018, la presidenza della commissione cardinalizia di vigilanza sullo Ior, ma non potrà ricoprire tale carica fino a termine del mandato. Secondo tale regola, al compimento degli 80 anni i porporati perdono il diritto di entrare in conclave e decadono automaticamente da tutti gli incarichi nella Curia romana, a meno che il Papa non decida diversamente, come previsto nella seconda parte della norma ecclesiastica.

Bertone vorrebbe proprio questo:  lasciare la segreteria di Stato, senza rinunciare alla presidenza della commissione cardinalizia di vigilanza sulla banca vaticana.

Il porporato, nel puntare i piedi ha affermato che la riforma della banca vaticana era stata avviata prima dell’arrivo di Bergoglio: ”Io sono presidente della commissione cardinalizia di vigilanza sullo Ior e questo processo l’abbiamo iniziato già prima dell’arrivo di Papa Francesco”.

La risposta di Papa Bergoglio non è tardata a mancare, così l’8 agosto, mentre Bertone era ferie, ha firmato un motu proprio per contrastare il riciclaggio di denaro che avviene proprio nella banca vaticana, rafforzando i poteri di controllo dell’Autorità di informazione finanziaria della Santa Sede presieduta dal cardinale Attilio Nicora, “nemico” giurato del porporato salesiano che lo aveva estromesso dalla commissione cardinalizia di vigilanza sullo Ior.

Ora tutti si aspettano che Bertone venga rimosso, ma la cosa non sembra facile. Ciò che è certo è che nonostante il salesiano sia stato “caro” a Benedetto XVI, pare, ne abbia provocato le dimissioni.

Non ci resta che attendere.

di Simona Mazza 

foto: ilfattoquotidiano.it

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