Obelisco: il fallo di Osiride e la misteriosa erezione di Tutankamon

L’obelisco, un monumento ricco di misteri e simboli nascosti

obelisco

Un monumento caro agli egizi

L’obelisco è un monumento celebrativo, un monolite dalla forma quadrangolare allungata e dalla punta piramidale (detta “pyramidion”).

Originariamente era chiamato “tekhenu” dagli antichi egizi. I greci lo battezzarono “obeliskos” (diminutivo della parola οβελος, òbelós, che significa “chiodo“) e questa parola passò al latino e infine all’inglese.

La sua base rappresenta simbolicamente i quattro elementi (acqua, aria, terra, fuoco), i punti cardinali e le stagioni. 

Il suo vertice è invece l’emblema della perfezione di Dio e dell’inizio di ogni cosa. 

La civiltà egizia posizionò gli obelischi, rigorosamente in coppia, all’ingresso dei maggiori templi. Essi infatti, non solo simboleggiavano il dio Ra, il disco del Sole, ma erano anche alloggio per il dio stesso, che si credeva esistesse nel suo interno.

La loro forma allungata, indicava probabilmente una connessione tra Terra e Cielo. 

Gli obelischi, così eretti, erano dunque una sorta di “catalizzatori di energie telluriche” (spesso simboleggiate dalla figura di un serpente), con quelle del cielo “cosmiche” (spesso simboleggiate da un uccello o da un semplice paio d’ali).

Le energie si trovavano entro particolari linee energetiche, dette “sincroniche”, in grado di captare le grandi forze presenti nel cosmo.

Simbolo del fallo di Osiride 

Secondo alcuni studiosi, questi steli di pietra con base quadrangolare nel mezzo di un cerchio, oltre a catalizzare energia, rappresenterebbero l’ atto sessuale dei due opposti: Iside e Osiride. Laddove il simbolo fallico viene inserito all’interno della Terra (principio femminile, simbolo del grembo, o utero della Madre Terra). In particolare, si ritiene che gli obelischi siano una rappresentazione del fallo perduto di Osiride, dio degli Inferi e della fertilità.

Questa spiegazione si evince sia dalla prima versione del mito di Osiride, contenuta nel “Testo delle Piramidi”, sia da quella tramandata da Plutarco.

Il mito egizio narra dell’assassinio di Osiride, smembrato in quattordici pezzi dal fratello Seth, poiché intenzionato a usurparne il trono. Iside, sua sorella e moglie, riuscì a recuperare tutte le parti eccetto il fallo, che fu divorato dal pesce oxyrhyncus (motivo per cui a questo pesce era vietato il cibo nell’antico Egitto). 

Dopo aver recuperato tutte le parti del corpo smembrate del marito, Iside usò i suoi poteri magici per resuscitarlo. Poi modellò un fallo d’oro, inserì il seme di Osiride e riuscì a concepire il figlio Horus.

Tutankamon imbalsamato con il pene “eretto”

Ma veniamo al secondo mistero collegato alla simbologia fallica dell’obelisco e al legame con il pene di Osiride.

Perché Tutankhamon fu imbalsamato con il pene  mummificato in erezione, con un angolo di 90 gradi?

Sulla rivista Études et Travaux, l’egittologa Salima Ikram, professoressa dell’Università americana del Cairo, suggerisce che si tratterebbe di un tentativo deliberato di far apparire il re come Osiride, nel modo più letterale possibile. 

Ikram afferma infatti “per quanto ne sappia, nessun’altra mummia è stata trovata finora con un pene eretto”.

In pratica, il corpo del Sovrano era considerato la “dimora” dello spirito di Horus (figlio di Iside ed Osiride) e della “ma’at”, ossia l’ Ordine Cosmico Naturale.

“Il pene eretto evoca Osiride nel suo momento di maggior potenza rigenerativa, ed è una caratteristica delle ‘mummie di cereali’, i simboli per eccellenza della rinascita e resurrezione, precisa Ikram. 

L’identificazione del faraone con il dio sarebbe confermata anche dalla strana sostanza resinosa nera che ricopriva la mummia. Il nero è il colore della fertilità perché ricorda il limo del Nilo. 

Inoltre alla mummia manca il cuore, sostituito con  uno scarabeo. Secondo la dottoressa Ikram, si tratterrebbe di un modo inusuale di mummificare, un modo “violento” che ci rimanda allo smembramento del corpo di Osiride.

Conclusioni

L’obelisco era un grande ago infilato nella Terra a stimolarne l’energia sessuale e tellurica? Rappresentava l’asse del mondo, il fusto dell’albero cosmico fonte della vita, del sapere e del destino?

E’ la metafora della colonna vertebrale che sostiene il corpo?

E’ il tempio dell’anima, il collegamento tra l’uomo e il divino?

O magari rappresenta un raggio, il primo autentico raggio di luce apparso sulla Terra, che in quell’occasione si sarebbe “pietrificato”?

Che siano simboli fallici, catalizzatori di energia cosmica o una prova del patto fra faraoni e divinità, in tutto il mondo oggi si contano 30 obelischi originari dell’antico Egitto. 

Tutto il resto è ancora avvolto nel mistero.

Foto di DEZALB da Pixabay

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