Negli stadi ferisce più lo striscione che l’ultrà

striscione

Mentre negli stadi italiani una minoranza di tifosi impone ai giocatori di togliersi le maglie perché indegni di portarle, l’Osservatorio istituisce l’albo degli striscioni. D’ora in poi, all’inizio della stagione sarà necessario depositare il proprio striscione e verrà valutato se può essere esposto o meno. Questa operazione serve a velocizzare la burocrazia, in quanto non sarà più necessario segnalarli alle questure in caso di trasferte.

I tifosi storicamente si sono sbizzarriti con striscioni spesso ironici e divertenti, come il celebre “Giulietta è una zo…la” dedicato dai tifosi napoletani a quelli veronesi. Altri invece di dubbio gusto o addirittura contro la legge, come quelli dedicati a Pessotto dopo il tentativo di suicidio o quelli che inneggiano a razzismo e fascismo. L’Osservatorio ha quindi pensato di fermare preventivamente quegli striscioni che non sono considerati esponibili, evitando l’imbarazzo di vederli poi trasmessi in televisione e sgravando i compiti delle Forze dell’Ordine.

Anche se non si può negare che le parole abbiano un peso e che possano influenzare i comportamenti dei tifosi, l’iniziativa presa dall’Osservatorio sembra ben poco utile ad eliminare la violenza negli stadi.
Se una parte, seppur minoritaria, degli ultras riesce a fermare una partita e a scatenare la guerriglia con il serio rischio per l’incolumità per i tifosi sani, bisognerebbe fare in modo che siano rispettate le leggi sulla sicurezza e che i trasgressori siano puniti, prima di censurare gli striscioni.

Matteo Testa 

foto: cancelloedarnonenews.com

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