Muore Fidel Castro e con lui si chiude un capitolo della storia di Cuba. E adesso?

È morto all’età di 90 anni Fidel Castro, il rivoluzionario e politico cubano, che ha cambiato la storia di Cuba degli ultimi 50 anni.

La notizia è stata data poco poco la mezzanotte, dal fratello Raul Castro che, trattenendo a stento le lacrime, ha annunciato in tv “Caro popolo di Cuba: é con profondo dolore che compaio per informare il nostro popolo, gli amici della Nostra America e del mondo, che oggi 25 novembre del 2016, alle 10.29, ore della notte, é deceduto il comandante in capo della Rivoluzione Cubana Fidel Castro Ruz”. 

La falsa notizia della morte di Castro era stata data più volte negli ultimi anni; l’ultima circa due anni fa, trapelata dal quotidiano americano “Diario Las America”. Ma nulla era poi stato confermato, fino ad oggi.

Fidel Castro, dall’avvocatura al governo rivoluzionario

fidel castroFidel Alejandro Castro Ruz nasce a Birán il 13 agosto 1926, da una famiglia di possidenti di origine galiziana, e inizia ad interessarsi di politica frequentando dal 1945 l’Università dell’Avana fino al conseguimento del titolo di avvocato.

Nel 1952, Fidel Castro si candida come deputato con il Partito Ortodosso, ma le elezioni sono annullate in seguito al colpo di Stato di Fulgencio Batista e diventa a tutti gli effetti un ribelle. Batista era riuscito a prendere il controllo dell’isola grazie all’appoggio delle grandi compagnie statunitensi dello zucchero e di Washington che, garantendogli un suo arricchimento personale, comprarono “in svendita” il 90% delle miniere di nichel e delle proprietà terriere, l’80% dei servizi pubblici, il 50% delle ferrovie a ditte americane. Cuba divenne la capitale del gioco d’azzardo e della prostituzione, ospitando anche esponenti della mafia americana che si impadronirono di alberghi, case da gioco e di prostituzione, sfruttando il turismo statunitense.

cheyfidelDopo il tentativo di insurrezione fallito alla caserma “Moncada” di Santiago di Cuba del 26 luglio 1953, (con 61 morti e tantissimi torturati, tra cui lo stesso Castro), e un periodo di reclusione, Fidel Castro si trasferì in esilio in Messico nel 1955. Ebbe qui possibilità di riorganizzare la lotta contro la dittatura con nuovi volontari, tra cui il medico argentino Ernesto Guevara de la Serna.

Dal porto di Tuxpan, in Messico, 82 ribelli tra cui Fidel e Raul Castro, Ernesto Guevara, il 2 dicembre 1956 salpano a bordo dello yacht Granma per sbarcare clandestinamente a Cuba. È ancora una strage: soltanto in 12 sopravvivono, per nascondersi sulle montagne della Sierra Maestra. In due anni, il Movimento del 26 Luglio (in ricordo dell’assalto alla Moncada) arriva però ad ottenere ripetute vittorie sull’esercito, conquistando le principali città dell’isola, fino a provocare la fuga di Batista nel capodanno del 1959; i suoi funzionari saranno in gran parte catturati e giustiziati.

Il 2 gennaio 1959, le milizie rivoluzionarie entrano all’Avana per dare un nuovo governo a Cuba. Da qui Fidel Castro cambiò per sempre la storia di Cuba, stando a capo del governo rivoluzionario per ben 49 anni, fino al 18 febbraio 2008, anno in cui rinuncia per motivi di salute ai propri incarichi da Presidente e affida il potere nelle mani del fratello Raúl, già suo vice, eletto come successore il 24 febbraio 2008.

Il Líder Máximo dall’incontrastato carisma

Il Comandante ha goduto di un incontrastato carisma presso la popolazione, conquistandosi l’appellativo di “Líder Máximo“. L’economia di Cuba è isolata dal resto degli altri paesi dalla Rivoluzione castrista a causa di quello che viene definito “el bloqueo”, un embargo commerciale, economico e finanziario imposto dagli Stati Uniti d’America contro Cuba. È un paese essenzialmente agricolo, che ha enormemente sofferto il crollo del blocco comunista. Timide aperture al mercato, principalmente in campo turistico, hanno poi accompagnato uno stentato rinnovamento sociale comunque estraneo ai diritti civili.

La popolazione cubana vive ora in un relativo benessere, soprattutto nel confronto con altre realtà dell’America Latina, e gode di servizi gratuiti come l’istruzione e l’assistenza sanitaria: il tasso di mortalità infantile è il più basso, nel Continente, dopo il Canada ma i risultati macroeconomici restano minimi nonostante il grande impulso alla ricerca, e il denaro inviato dai familiari all’estero è ancora un’entrata troppo importante.
Un così perdurante isolamento, mantenuto per oltre quarant’anni al fine di sgretolare il modello economico rivoluzionario, ha inevitabilmente rafforzato il potere di Castro, mascherandone i numerosi insuccessi nel governo dell’isola.

Un eroe rivoluzionario o un dittatore spietato?

Castro continua a dividere, tra chi lo considera un eroe rivoluzionario sincero, alfiere della liberazione del Terzo Mondo, autore di importanti riforme sociali, e chi lo dipinge come un dittatore spietato, intransigente e capace di calpestare i diritti umani per conservare il potere, nonché responsabile dell’embargo e della povertà di Cuba.

La principale incognita sul prossimo futuro di Cuba dipende da quanto adeguatamente il “Líder Máximo” abbia preparato una transizione alla democrazia, e il non averla già realizzata è sintomo della soffocante zavorra sulla quale ha costruito il suo Stato rivoluzionario. Si è realizzata nel frattempo un’apertura controllata ai capitali stranieri, e la visita di Papa Giovanni Paolo II nel 1998 testimonia anche gli importanti passi compiuti verso la libertà religiosa, ma i principali tratti del regime sembrano restare immutati, organizzati ed opprimenti.
L’ostacolo più grande da superare per Cuba sarà quello di sopravvivere in un mondo che negli ultimi 50 anni è cambiato notevolmente, mentre la struttura politica rivoluzionaria dell’isola è rimasta pressoché congelata. Il destino di Cuba è così strettamente legato, come è avvenuto per tutto il secolo scorso, alle decisioni e all’atteggiamento che verranno assunti dagli Stati Uniti.

Cosa ne sarà di Cuba?

di Arianna Orlando

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