Mondiali di calcio: gli sporchi affari di Blatter e Platini

Platini-BlatterSi infittisce il mistero attorno ai Mondiali di Calcio, avvolti dal sospetto di loschi traffici che riguarderebbero direttamente Joseph Blatter (presidente FIFA) e Michel Platini (presidente UEFA).

Più precisamente, si parla di Brasile 2014, ma anche di Qatar 2022.

Sui primi incombe il sospetto di un rialzo fino al 500% delle stanze degli hotel durante la manifestazione sportiva, questa estate. Nulla di così strano, se non fosse che il costo del pernottamento è letteralmente esploso in seguito all’acquisto del 90% delle camere da parte della compagnia Match che ha potuto rivenderle a prezzi stellari. Scavando più a fondo, però, si scopre il conflitto di interessi: la Match appartiene per il 5% alla Infront Sports, società di Philippe Blatter, figlio di Joseph Blatter, a sua volta presidente della massima organizzatrice calcistica mondiale (FIFA).

Una casualità?

Ben più complicato e sanguinoso, invece, è il giro d’affari e di favori che riguarda il mondiale del Qatar del 2022.

Le difficoltà ad organizzare un Campionato del Mondo nel piccolo Stato asiatico sono state da subito evidenti: le temperature, che in estate arrivano ai 50°C, imporranno per la prima volta di svolgere il mondiale in inverno, fermando tutti i campionati di calcio nazionali, nonché la Champions League.

Come se non bastasse, i lavori iniziati negli undici stadi hanno già prodotto 400 lavoratori nepalesi morti -secondo l’Observer- e le stime previste sono di 4000 vittime nei cantieri entro l’inizio della manifestazione. Un dramma umano che non ha suscitato ripensamenti nelle organizzazioni addette all’assegnazione dei mondiali.

Le voci danno un tale interessamento al Qatar per i rapporti tra l’emiro Tamim bin Hamad al-Thani, Michel Platini (presidente UEFA) e Nicolas Sarkozy quando ancora era Presidente della Francia, ovverosia nel periodo di assegnazione dei Mondiali di calcio.

La scelta del Qatar nel 2010, al ballottaggio con l’Inghilterra, fu favorita dal voto favorevole di Platini e dalla sua influenza tra i votanti; come gli stessi interessati ammettono, tale votazione fu preceduta da una cena tra Platini, l’allora presidente francese Sarkozy e l’emiro Al-Thani, sovrano del Qatar.

Non si conoscono i contenuti di quell’incontro, bensì i fatti successivi.

L’anno seguente, nel 2011, Laurent Platini, -figlio di Michel- iniziò a lavorare per il Qatar Sports Investments, emanazione sportiva della Qatar Investment Authority (QIA), cioè un fondo sovrano del Qatar che gestirà appunto mondiali di calcio. Un primo conflitto di interessi.

Sempre nel 2011, Al Jazeera (proprietà dell’emiro attraverso la QIA) acquisì i diritti della trasmissione all’estero della Ligue 1 e della trasmissione in Francia della Champions League, quindi comprò la squadra di calcio Paris Saint Germain all’epoca ricoperta di debiti (e di cui Sarkozy è tifoso), nonché 80 aerei di Airbus (compagnia franco-tedesca).

Favori, quelli dell’emiro all’allora presidente francese, ricambiati da quest’ultimo, il quale diede al Qatar Investment Authority la possibilità di entrare nel capitale dei colossi finanziari della Francia (come il gruppo Lagardere) e di fare grandi investimenti immobiliari a Parigi. D’altronde, la strada era già stata spianata ad un presunto accordo tra i due dal 2009, con la ratifica da parte del Parlamento francese della convenzione che esonera dalle imposte le plusvalenze ottenute nelle operazioni immobiliari del Qatar in Francia.

Secondo quanto emerge, Nicolas Sarkozy, Michel Platini e l’emiro Al Thani sarebbero stati dunque sin dal 2009-2010 legati a filo doppio in un commercio di favori di cui l’assegnazione dei mondiali del 2022 sarebbe solo un esempio.

I dubbi e le domande rimangono, intanto nei cantieri in Qatar si muore.

di Giovanni Succhielli

foto: guerinsportivo.it

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