Maschere sarde, reliquie di un ancestrale totemismo

maschere sarde

Maschere sarde. Molti paesi, in Sardegna, durante il periodo carnevalesco, allestiscono rievocazioni in maschera di eventi antichissimi. Queste maschere carnevalesche, a nostro parere, potrebbero essere le reliquie di un ancestrale totemismo sardo-nuragico o addirittura pre-nuragico. Il totemismo, infatti, è un aspetto della religione e della cultura primitiva comune a tutti i popoli della terra. Venne identificato a partire dalla fine del XIX secolo da antropologi di primissimo piano come James Frazer[1], Sigmund Freud[2], Bronisław Malinowski[3] e Claude Lévi-Strauss[4][5].

Consiste nel collegamento tra il clan, la tribù o, addirittura, l’identificazione dell’antenato capostipite con uno specifico animale o una figura zoomorfizzata. In altri casi la figura totemica può essere rappresentata da una pianta o da un particolare elemento naturale che avrebbe dato rifugio alla partoriente madre del capostipite del clan. Questo perché, come dice il proverbio: “madre certa, padre incerto”.

Totemismo, credenza comune di tutte le civiltà primitive

Preveniamo sul nascere le possibili critiche di voler paragonare gli antichi sardi alle popolazioni primitive dell’Africa o della Polinesia. Il totemismo non fu praticato soltanto dai pellerossa americani, come potrebbe sembrare dalla parola da cui deriva (totem). Un esempio di totemismo l’abbiamo proprio sull’altra sponda del mar Tirreno e niente meno che a Roma. Gli antichi latini sostenevano che i progenitori del loro popolo fossero Picus (il picchio) e Faunus. Quest’ultimo era uno sconcertante soggetto mezzo uomo e mezzo lupo, forse un licantropo. Picus era anche il dio protettore-progenitore dei Piceni, il Vitello per gli Itali mentre un lupo lo era per il Lucani e gli Irpini. Il Toro era l’animale totemico dei Sanniti e dei Galli Taurini.

La lupa che allattò i gemelli fondatori di Roma era, probabilmente, la versione femminile e materna del dio Fauno. Il suo culto era tramandato annualmente con la festa del Lupercale (13 o 15 febbraio, guarda caso coincidente con l’attuale Carnevale). La festa era celebrata da giovani sacerdoti chiamati Luperci, seminudi con una maschera di fango sulla faccia e indosso le pelli di capra ricavate dalle vittime sacrificate.

Le analogie con le manifestazioni carnevalesche sarde sono quindi notevoli e danno corpo all’ipotesi totemica delle sue maschere. La maggior parte delle rappresentazioni, tuttavia, finiscono con la sconfitta o la cattura dei soggetti indossanti le maschere animalesche o mostruose. Cerchiamo di capire perché, quanto meno in via ipotetica.

Carnevale di Ottana: le maschere dei Sos Boes e Sos Merdules

Il Carnevale di Ottana, un paese a pochi chilometri da Nuoro, è particolarmente significativo, in proposito. I protagonisti di tale rievocazione indossano sette maschere differenti. Cinque di esse sono relative ad animali. sono: Su Boe (Il bue, forse anticamente il Toro), Su Beccu (Il montone), Su Porcu (Il maiale), Su Crappolu (Il cervo), Su Molente (L’asino). Rappresentano probabilmente gli animali totemici dei cinque clan esistenti nel territorio in epoca ancestrale. Tutto, però, sembra girare attorno al soggetto che indossa la maschera di Su Boe che richiama la figura taurina. Probabilmente raffigurava il totem del clan dominante nel territorio di Ottana, cioè la Barbagia nuorese. Le altre due maschere della rievocazione sono Sa Filonzana e Su Merdule (Il domatore del bue/toro).

Sulla fronte di Su Boe è intagliata una stella: “s’isteddu”. Sulle guance sono intagliate due foglie. I colori tipicamente usati sulla maschera sono il rosso, il verde e il nero. Indossa pelli bianche di pecora e gambali dello stesso tipo, un grappolo di campanacci tenuto insieme da una cintura in cuoio posta a tracolla. La stella sulla fronte confermerebbe il collegamento tra totemismo e astrologia supposto dall’etnologo Marcel Moreau[6]. D’altronde la parola “Zodiaco” deriva dal greco “zoos” = animali. Indicava in origine quella fascia di costellazioni che rappresentano animali assunti in cielo dopo la morte. Ne rimangono, nella versione attuale, l’Ariete, il Toro, il Cancro, il Leone, lo Scorpione, il Sagittario (metà uomo e metà animale), il Capricorno, i Pesci. Altre costellazioni rappresentanti animali sono le due orse, il Cigno, ecc.

La stella sulla fronte potrebbe benissimo indicare che, dopo la morte, anche Su Boe, il presunto capostipite, sia stato identificato dagli antichi sardi con il segno zodiacale del Toro. Perché tale costellazione annovera la terza stella più luminosa dell’emisfero boreale: Aldebaran, detta “l’occhio del Toro”. Ma queste, come tutto il resto dell’articolo, sono tutte supposizioni di chi scrive. Il quale non ha alcuna pretesa di essere considerato il “depositario” della verità. Soltanto di porre il problema a chi ne sa di più e a chi è più saggio di lui.

Altre maschere del Carnevale di Ottana

Le altre maschere zoomorfe raffigurano probabilmente i capostipiti dei clan subordinati e hanno una parte minore nella rappresentazione del carnevale di Ottana. Anche le maschere Su Beccu e Su Molente hanno una stella sulla fronte, sia pur meno splendente di quella di Su Boe. È facile ipotizzare per Su Beccu la costellazione dell’Ariete e per Su Molente una di cui si è perduta la memoria. Ma, come, detto, queste sono solo ipotesi di chi scrive. Esaminiamo ora gli ultimi due personaggi della rappresentazione.

Sa Filonzana raffigura un’anziana vedova che tesse il filo della vita con il suo archetto e con le forbici che ha legate al collo. Maneggia un fuso e la lana, come una delle parche della mitologia greca, pronta in ogni momento a tagliare il filo della vita. Questo perché la donna aveva un ruolo considerevole nella vita tribale. In talune attività cerimoniali e magiche addirittura preminente. Secondo Malinowski, infatti, le società totemiche erano matrilineari (“madre certa, padre incerto”) e la donna si trasferiva nella comunità del marito[7]. Non avendo inoltre fattezze zoomorfe, Sa Filonzana non fa parte dei clan originari del territorio. Dovrebbe quindi rappresentare una straniera, non necessariamente “non-sarda” ma la sua pelle scura potrebbe tradire un’origine libica o medio-orientale.

Le maschere della Filonzana e di Su Merdule: madre e figlio?

Anche Su Merdule (Il domatore del bue/toro) ha fattezze scure, deformi e paurose ma non zoomorfe. Indossa pelli bianche e gambali dello stesso colore e un bastone che viene chiamato “Su Matzuccu” per la sottomissione, appunto, del bue. Quindi anche Su Merdule è uno straniero, forse un figlio della Filonzana, avuto da precedente unione con un uomo di altre tribù. Probabilmente Sa Filonzana ha atteso per tutta la vita che suo figlio s’impossessasse del potere, fino a favorirlo con le sue “arti magiche”.

Ed ecco quindi il significato del mito: nel Carnevale di Ottana viene rappresentata la presa del potere, da parte di uno straniero, sui clan locali appartenenti ormai a una cultura “sorpassata”. Ciò è perfettamente coerente con le teorie del Malinowski, secondo cui: «Uno dei fenomeni più interessanti … consiste nell’adeguare il mito ed i suoi principi ad avvenimenti in contrasto con il nucleo centrale della mitologia delle origini. Questa violazione ha sempre luogo quando le pretese di un clan autoctono … sono sopraffatte da un clan di immigrati»[8]. Il mito – e la sua rappresentazione – crea il fondamento religioso e la giustificazione sociale alla nuova dominazione.


[1] Frazer, James J, Il Ramo d’Oro (3 voll.), Torino, Boringhieri, 1965.

[2] Freud Sigmund, Totem e tabù, Torino, Boringhieri, 1969.

[3] Malinowski, Bronisław, Il mito e il padre nella psicologia primitiva, Roma, Newton Compton, 1976.

[4] Lévi-Strauss, Claude, Strutturalismo del mito e del totemismo, Roma, Newton Compton, 1975

[5] Lévi-Strauss, Claude, Totemismo oggi, Milano, Feltrinelli, 1975.

[6] Moreau, Marcel, La civiltà delle stelle, Firenze, Corrado Tedeschi, 1973.

[7] Malinowski, cit., pp. 63-65.

[8] Malinowski, cit., p. 27.

Foto di cogitosergiosum da Pixabay

1 risposta

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata

Per inserire il commento devi rispondere a questa domanda: *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.