Manlio Sgalambro, filosofo senza laurea e cantante con Battiato

manlioSerissimo e compassato, uno di quelli a cui avresti paura a fargli una domanda, con quel suo accento siciliano e i modi di fare da gran signore, eppure capace di cantare a 78 anni Me gustas tu di Manu Chao per alleggerire “le vite già troppo pesanti della gente”.  

Questo era Manlio Sgalambro. Un filosofo, uno scrittore, un poeta e – perché no? – anche un cantante. Ci ha lasciati il 6 marzo scorso, all’età di 89 anni e il giorno dopo gli è stato dato l’ultimo saluto nella Chiesa del Crocifisso dei Miracoli, a pochi metri da dove viveva, a Catania.

Sgalambro era filosofo senza essersi laureato in filosofia. Nel 1947 si iscrive all’Università di Catania alla facoltà di giurisprudenza: era riuscito a sviluppare gli interessi filosofici autonomamente ed era al tempo stesso attratto dal diritto penale. Dunque un uomo poliedrico, di un’intelligenza elastica.

Per anni scrive articoli culturali, saggi e commenti su varie riviste, dalla catanese Prisma alla romana Tempo presente diretta da Ignazio Silone. E scrive anche di filosofia: già nel 1959 pubblica il suo primo saggio Crepuscolo e notte, che sarà poi seguito da La morte del sole e Trattato dell’empietà, testi che esprimono un pensiero di natura nicciana. Proprio nella pubblicazione di La morte del sole si evince il carattere dell’uomo: nel 1979 invia il manoscritto all’editore Adelphi con allegato un biglietto di sole due righe. Sgalambro non fa alcuna pressione, non scrive alcuna lettera o non fa alcuna telefonata perché “non è nel suo carattere” e saranno necessari due anni affichè l’editore si accorga di lui.

Nel 1994 la svolta, l’incontro con Franco Battiato. I due stringono un’amicizia fortissima, ma altrettanto formale. Nonostante il contatto quasi quotidiano, Battiato gli dà sempre del lei e mantiene un sorta di timore riverenziale. Il rapporto non termina con l’amicizia, ma si allarga all’ambito professionale. Sgalambro scrive molti testi per il cantante, tra cui la meravigliosa La cura, canzone di una dolcezza e di una semplicità inimitabili.

Sull’onda di questa nuova carriera Sgalambro arriva addirittura nel 2001 a pubblicare un suo album, Fun Club, in cui si reinventa chansonnier autoironico un po’ snob, reinterpretando canzoni come La mer di Trenet, ma anche Me gustas tu di Manu Chao.

Dotato di un’ironia sottile ed elegante, sarà sempre accostato alla figura di un intellettuale e di un artista capace di fare di tutto in modo un po’ assurdo, da farti domandare “Ma come gli è passato per la testa di fare questo?”. Ma guardando più a fondo coglievi la raffinatezza.

di Francesco Galli

foto: guidasicilia.it

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