Ma una volta, il voto non era segreto?

voto-segretoIl voto elettorale non era segreto? Perdonate la domanda un po’ ironica.

Siamo a una decina di giorni dal tanto temuto e tanto voluto referendum costituzionale, «meno male» ci verrebbe da dire, poiché sono mesi che i monosillabi «Si» e «No» hanno riempito le nostre giornate e quasi non ne possiamo più. Intere trasmissioni dedicate al voto costituzionale, politici che si fanno la guerra per questi monosillabi, giornalisti che non sanno più cosa scrivere e elettori che hanno “la nausea” e non vedono l’ora di andare -se andranno- a votare.

Lo dice la Costituzione…

Ebbene si, l’articolo 48 della nostra Costituzione afferma che: «..Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico». Libero e segreto sono gli aggettivi che i nostri padri costituenti hanno assegnato al concetto istituzionale di voto, ma crediamo che nell’ultimo periodo, se non negli ultimi anni, questa idea di  “segretezza” abbia perso un po’ il suo significato intrinseco e filosofico o forse semplicemente legato al rispetto della persona. Già, il rispetto.

Referendum: Trivelle; aperti seggi elettorali, 47mln al voto

Perché se si volesse andare a votare il monosillabo «Si» e lo si proclamasse a gran voce, si verrebbe uniformemente omologati a coloro che si definiscono “renziani”; al contrario, se si scegliesse il «No» si verrebbe tranquillamente accusati di non voler “cambiare le cose”. Il grande errore, perciò, è forse esprimere il proprio pensiero a prescindere da un possibile voto referendario o in un’altra occasione voto parlamentare, europeo, nazionale, comunale, regionale.

…che è sfuggita di mano ai politici italiani

«Il voto è segreto nel senso che l’elettore ha diritto di isolarsi al momento di votare e deve mantenere il segreto su quanto avviene in quello stesso momento; prima e dopo il momento materiale del voto egli è invece del tutto libero di dichiarare pubblicamente per chi voterà o ha votato». Quindi, poco prima l’istante del voto e subito dopo, l’elettore è libero di dire per chi ha votato, beneficio del dubbio poi se credergli o meno.

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Il fatto, però, che nei mesi antecedenti il ‘giorno x’ ogni sfera politica e ogni partecipante a quest’ultima esponga le sue ragioni non una volta sola, ma più e più volte andando a cadere nel ripetitivo e nel pedante, colui che pensa di avere le sorti della Repubblica Italiana si sente oppresso da una decisione diventata non più un semplice diritto ma un difficile obbligo.

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Per non parlare della questione “estero”. Ha fatto scalpore la figuraccia ‘barbina’ del Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, il quale ha postato su Facebook la foto della lettera per gli italiani all’estero con sotto un link della controparte: www.bastausi.it invece di www.bastaunsi.it. Risate e prese in giro hanno spopolato sui social, ma è diventato un divertimento non più originale, anzi l’italiano si sente molestato da una continua campagna elettorale che ha perso tutto il suo originale significato.

Purtroppo, il giorno 4 dicembre prossimo, i padri fondatori della Costituzione italiana (Luigi Einaudi, Amintore Fanfani, Benedetto Croce, Nilde Iotti, Ugo La Malfa, Giorgio La Pira, Paolo De Michelis, Ugo Della Seta, Giancarlo Matteotti, Giovanni Leone, Alcide De Gasperi, Arturo Labriola, Guido Basile) si rivolteranno nella tomba.

Perché si è deciso di cosa cambiare ma non si è deciso chi cambiare.

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