Luoghi e Canzoni: “Bologna la rossa”

Bologna è la settima città d’Italia con circa un milione di abitanti. I suoi primi insediamenti risalgono almeno al I millennio a.C, è sempre stata un importante centro urbano, prima sotto gli Etruschi e i Celti, poi sotto i Romani e, nel Medioevo, come libero comune. Dal Cinquecento è stata la capitale settentrionale dello Stato Pontificio; il suo un ruolo fu decisivo nel Risorgimento e nella Resistenza durante la seconda guerra mondiale.

Francesco Guccini, dopo l’infanzia trascorsa a Pàvana – frazione di Sambuca Pistoiese (PT) – (presso i nonni paterni) e dopo l’adolescenza a Modena (dove il padre, una volta finita la guerra, era rientrato in servizio alle Poste), nel 1960 si trasferì a Bologna, al civico 43 di Via Paolo Fabbri: “Via Paolo Fabbri 43” diventa il titolo della canzone e dell’intero album pubblicato da Guccini nel 1976 (*Paolo Fabbri era un partigiano sindacalista, medaglia d’oro al valor militare). La strada di Guccini è nel quartiere “Cirenaica”, chiamato con il nome della regione libica perché edificato durante la guerra del 1911‐12 che condusse alla conquista della Libia da parte dell’Italia. Durante i lavori di edificazione, nel 1913, in quest’area furono rinvenute ben 808 tombe di cultura villanoviana: si tratta delle tracce più antiche della Felsina etrusca. 

Ma il centro della città e della vita bolognese è la famosa Piazza Maggiore, chiamata ‘Piazza Grande’; lo era fin dai tempi in cui la città si chiamava Bononia (era una delle principali colonie romane sulla via Emilia, che passa ancora a pochi metri dall’attuale piazza). Di questo complessivo luogo “magico” fa parte anche l’adiacente Piazza del Nettuno, realizzata nel 1564 proprio come accesso scenografico all’elegante arena dove si trova la celebre fontana del Nettuno realizzata dal Giambologna (divenuta anni il simbolo universale della città nel mondo). Davanti alla fontana (ad est della Piazza) si trova il Palazzo di Re Enzo, con la caratteristica merlatura a capo gigliato; l’edificio è così chiamato perché vi fu rinchiuso fino alla morte Enzo -figlio di Federico II- fatto prigioniero nella battaglia di Fossalta. Nel sottopassaggio tra la Piazza del Nettuno e Via Indipendenza sono stati resi visibili alcuni tratti originali delle vie romane, e un notevole frammento di mosaico rinvenuto in una domus poco distante. Sulla piazza vera e propria si affacciano i principali monumenti della città: la basilica di San Petronio, il Palazzo del Podestà, il Palazzo Comunale ed il Palazzo dei Notai. Il lato orientale della piazza è delimitato dal Palazzo dei Banchi, eretto su disegno del Vignola, sotto il portico del quale si trovavano le botteghe dei banchieri che nel periodo medievale erano conosciuti in tutta Europa. Sul lato ovest del “quadrato” della piazza c’è il “Pavaglione”, una complessa costruzione i cui portici sono un punto di riunione per il Bolognesi; è composto da due costruzioni progettate da Terribilia: il Palazzo dell’Ospedale della Morte (del sedicesimo secolo) e il Palazzo dell’Archiginnasio, costruito tra il 1562 e il 1563: il primo è la sede del Museo Civico Archeologico e del Museo Civico Medievale e del Risorgimento, mentre il secondo è la sede del Biblioteca Comunale (con oltre 700.000 libri e manoscritti rari). Si tratta della biblioteca pubblica più importante in Italia, prima sede dell’Università di Bologna nel sedicesimo secolo. Dal perimetro di Piazza Grande si dipartono a raggiera le principali strade del centro storico, caratterizzate dai famosi portici che permettono di passeggiare al riparo: i portici di Bologna rappresentano un importante patrimonio architettonico e culturale per la città e, insieme alle famose torri, ne costituiscono il simbolo. Bologna è la città che ha più portici al mondo: nel solo centro storico i porticati bolognesi arrivano a misurare oltre 38 chilometri di lunghezza. Per la loro rilevanza artistica e culturale sono stati candidati come “patrimonio dell’umanità” all’UNESCO.

A differenza della altre città, Bologna ha ben tre soprannomi:

– “la Rossa” per i colori dei mattoni con i quali, fin dal medioevo, sono stati costruiti torri e palazzi; in epoca più recente il colore rosso ci fa pensare alle “Rosse” Ducati e Ferrari che, assieme a Lamborghini e Maserati, fanno di Bologna e della sua regione la terra dei motori;

– “la Dotta” per la sua storica Università Alma Mater Studiorum, fondata nel 1088, prima Università del mondo occidentale e prima sede deputata allo studio del Diritto;

– “la Grassa”, per le sue tradizionali pietanze: tortellini, mortadella, lasagne e crescentine (pane caratteristico dell’Appennino modenese), cibi tipici hanno reso Bologna famosa in tutto il mondo.

(Bologna, Francesco Guccini, Album “Metropolis”, 1981, EMI Italiana)

Foto di DEZALB da Pixabay

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata

Per inserire il commento devi rispondere a questa domanda: *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.