Le nuove regole del lockdown in UK

Mentre l’Italia è entrata nella fase due, in UK siamo ancora in piena fase uno e, visti i numeri dei decessi, è opportuno rimanere così ancora per un po’. Per l’esattezza, occorrerà attendere ancora due mesi per tornare ad una semi normalità con negozi, bar e ristoranti aperti. È all’incirca questo che ha detto Boris Johnson nel suo aggiornamento di ieri pomeriggio.

Il Primo Ministro è apparso determinato, combattivo e registrato: eravamo abituati a conferenze in diretta ed invece, per la prima volta, Boris ha registrato il suo messaggio alla nazione.

E, sempre per la prima volta, è sembrato prendere molto sul serio il problema Covd-19, chè forse non c’è come essere stato ad un passo dalla morte per capire che non si tratta di uno scherzo. E ieri sera Bojo non ha scherzato su nulla.

Secondo i rilievi epidemiologici, la situazione è migliorata: il livello di rischio Covid-19, su una scala da 1 a 5, si attesta oggi tra 3 e 4. Prima del lockdown eravamo a livello 4: in pratica, siamo scesi di mezzo punto. So’ soddisfazioni.

Boris ha detto che non è pensabile allentare le misure. 

Però ha invitato coloro che lo possano fare, ad esempio chi lavora nell’industria manifatturiera o nei cantieri, a tornare a lavorare. Ma ha chiesto di non usare i trasporti pubblici, per ragioni di sicurezza: sarebbe meglio andare in macchina. Meglio ancora, ha detto, a piedi o in bicicletta. Considerando che è normale per i britannici vivere a più di un’ora di treno dal posto di lavoro, occorrerà ingaggiare allenatori professionisti per farli correre fino in ufficio ma di questo, immagino, si occuperanno nelle prossime fasi.

Forse proprio in vista di questi allenamenti, da mercoledì potremo uscire senza limiti  di tempo per fare esercizio all’aperto (sino ad oggi potevamo farlo solo una volta al giorno) o anche per sederci al sole ma esclusivamente con i membri della famiglia; violare questa disposizione comporterà sanzioni elevate perchè le regole del distanziamento sociale restano in vigore.

Si andrà avanti così fino ai primi di giugno quando, se tutto andrà bene, si prevede di riaprire le scuole elementari ed i negozi.

Solo ai primi di luglio sono previste le riaperture di bar, ristoranti ed esercizi simili.

Da oggi è stata, finalmente, imposta una quarantena di 14 giorni per chi arriverà in UK in aereo. Degli altri mezzi non si è fatta menzione ed io già mi immagino a ripartire da Roma, volare a Parigi e poi, con il treno, arrivare trionfante in terra britannica in barba alla quarantena ma non ascoltatemi, è il mio animo da italiana ribelle che parla.

Boris ha parlato anche dell’importanza di tracciare il virus – pare stiano facendo oltre 100.000 tamponi al giorno – e della impellente necessità di fermare l’epidemia nelle case di cura. Argomento, questo, estremamente spinoso perchè sembra che i morti per Covid-19 nelle home care non siano ancora stati tutti conteggiati tra i decessi.

Il Premier ha cercato di rassicurare il paese: ne usciremo e saremo “stronger than ever before”, più forti che mai e “more economically dynamic”, ha detto. Questa volta dire “più forti economicamente” non è sembrato per niente credibile e “dinamici”, che vuol dire tutto e niente, deve essere parsa la scelta migliore.

Fatto sta che l’unico cambiamento sostanziale è lo slogan: siamo passati da “Stay at home. Protect the NHS. Save lives” stai a casa, proteggi il sistema sanitario, salva vite umane, a “Stay alert. Control the virus. Save lives”, stai attento, controlla il virus, salva vite umane. Il che ha fatto infuriare Scozia, Irlanda del Nord e Galles per i quali il monito “Stai a casa” doveva essere mantenuto perchè la situazione è ancora grave.

Anche le madri britanniche hanno reagito male alle dichiarazioni di Boris: dopo solo mezz’ora dal termine del discorso, la petizione “Date ai genitori il diritto di non mandare i loro figli a scuola se a giugno saranno riaperte” lanciata su change.org, piattaforma dedicata alle petizioni, aveva raccolto quasi 20.000 sottoscrizioni.

Alla fine la sola contenta sono stata io: finalmente potrò stendermi al sole nel pieno rispetto delle regole.

Fino ad oggi era rischiosissimo.

Tu arrivavi nel pratino più remoto e nascosto possibile, erbetta verde, 25 gradi e sole a picco –  una serie di giornate così belle non si è mai viste a Londra – , ti guardavi intorno: nessuno, strada deserta e silenzio. Lasciavi cadere la tua giacca per terra, ti guardavi di nuovo intorno e non vedevi anima viva. Allora ti sdraiavi, la testa poggiata sulla giacca, il sole in faccia, caldo, relax, sogni di mare e… e d’un tratto il sole scompariva, aprivi un occhio e vedevi due bobbies troneggiare su di te “Do you know the rules?” conosci le regole? E non sapevi se rispondere alla loro domanda o se chiedere a tua volta “ma  da dove accidenti siete saltati fuori?”. La cosa migliore da fare era saltare in piedi, scusarsi e scomparire. Esperienza vissuta con grande umiliazione e che, da mercoledì, non rischierò di ripetere. Anche perchè il tempo è cambiato e fa un freddo tremendo.

Ma questa è la Gran Bretagna e queste sono le regole, degli uomini e del clima.

1 risposta

Scrivi

La tua email non sarà pubblicata

Per inserire il commento devi rispondere a questa domanda: *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.