La violenza assistita

violenza assistitaUn argomento importante per questa rubrica è LA VIOLENZA ASSISTITA. Una violenza silenziosa, spesso sottovalutata e non riconosciuta. Una violenza raramente denunciata.

Speriamo di poter sensibilizzare l’opinione pubblica su questi temi, con l’aiuto di esperti e di associazioni che si occupano costantemente di queste tematiche.

Non è possibile definire e comprendere la “violenza assistita dai minori in famiglia” senza considerare il problema della “violenza domestica intrafamiliare”, piuttosto, affrontare la Violenza Assistita permette di approfondire le complesse dinamiche sottostanti alla  violenza domestica intrafamiliare

Con l’espressione “violenza assistita” – traduzione dell’inglese witnessing violence – si indicano quegli atti di violenza (fisica, psicologica, sessuale ed economica) compiuti su figure affettive di riferimento, di cui il bambino può fare esperienza e di cui può patirne successivamente gli effetti.

Un assunto di base che si tende a sottovalutare è che un trauma che sia imputabile ad una causa naturale, per quanto grave, è solitamente più tollerabile ed è più facile attribuirgli un significato che aiuti ad elaborarlo, rispetto al trauma provocato da un altro essere umano, che è tanto più destrutturante nelle sue conseguenze quanto più la persona che l’ha provocato è vicina affettivamente ed è un significativo riferimento per la vittima.

Uno dei principali fattori che aiutano la resilienza  ( la capacità di far fronte, in maniera positiva, agli eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propra vita dinanzi alle difficoltà) è che il trauma sia in un qualche modo condiviso: o perché si tratta di un evento che colpisce più persone contemporaneamente o perché si conoscono altre persone che hanno vissuto traumi analoghi; questo aiuta a dare un significato almeno accettabile all’evento, ovvero a non sentirsi responsabili o colpevoli o complici di quanto accaduto o l’unica persona che lo ha vissuto e per questo diversa dal resto degli esseri umani.

Per Violenza Assistita Intrafamiliare si intende l’esperire da parte del bambino/a qualsiasi forma di maltrattamento compiuto attraverso atti di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale ed economica su figure di riferimento o su altre figure affettivamente significative adulte o minori.

Il bambino può farne esperienza direttamente (quando essa avviene nel suo campo percettivo), indirettamente (quando il minore è a conoscenza della violenza), e/o percependone gli effetti. Si include l’assistere a violenze di minori su altri minori e/o su altri membri della famiglia e ad abbandoni e maltrattamenti ai danni di animali domestici. (C.I.S.M.A.I. – Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia – 2005)

I bambini testimoni di violenza intrafamiliare possono essere irruenti e aggressivi, spesso convinti di essere loro i responsabili dei comportamenti violenti del genitore, preda di sensi di colpa per non essere riusciti a fermare la violenza.

Questi bambini  apprendono che l’uso della violenza è normale nelle relazioni affettive e che l’espressione di pensieri, sentimenti, emozioni, opinioni è pericolosa in quanto può scatenare la violenza.

I bambini testimoni di violenza intrafamiliare possono mettere in atto comportamenti violenti, per salvare il legame col genitore aggressore e per avere l’illusione di un’improbabile sensazione di controllo e di potere.

Imparano che la violenza è un comportamento lecito nei legami affettivi e nelle relazioni sia di coppia che amicali.

Nel 1999 il Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia (CISMAI) ha costituito una commissione di studio che ha formulato una definizione per indicare i limiti necessari per una valutazione dell’esposizione ai conflitti familiari in termini di violenza: “Si intende per violenza assistita intrafamiliare : atti di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale ed economica compiuti su figure di riferimento o su altre figure – adulte o minori – affettivamente significative di cui il/la bambino/a può fare (quando il/la bambino/a è a conoscenza della violenza) e/o percependone gli effetti” .  e2d5fdea35983453dae7e300ca9f65eb

La  violenza domestica intrafamiliare è:

Violenza a cui si è esposti in situazione di crisi familiare
un maltrattamento e un RISCHIO EVOLUTIVO per i minori
Un maltrattamento subito per anni che influenza fortemente la relazione madre/figli e le capacità di accudimento e di attenzione verso i loro bisogni

La Violenza Assistita è un fattore di rischio per abuso sessuale, trascuratezza, maltrattamento fisico sui figli.

Questa violenza silenziosa, difficile da denunciare, è necessario affrontarla e ricercarla con un approccio INTEGRATO alla protezione dell’adulta/o vittima e dei minori testimoni di violenza

A livello di interventi di protezione è importante sottolineare il rapporto con la magistratura. La tutela giuridica dei diritti dei bambini è di fondamentale importanza, per tale motivo l’intervento giudiziario, in un progetto di sostegno, deve essere considerato come complementare a tutti gli interventi di protezione dal fenomeno della violenza.

Anche se non è semplice conciliare i compiti di cura con quelli di controllo, la difesa dei diritti giuridici rappresenta lo snodo fondamentale per i servizi chiamati ad esercitare entrambi gli interventi.

In questo contesto è importante sottolineare l’uso della segnalazione al tribunale dei minorenni, spesso considerata dagli operatori l’inizio di una storia senza fine che non tutti hanno la consapevolezza o la voglia di affrontare. Occorre, invece, riuscire ad utilizzare la segnalazione come strumento di lavoro, non giudicante o di condanna verso una famiglia, ma dandogli il significato di richiesta alla magistratura di strumenti idonei per poter tutelare un bambino in difficoltà.

I pediatri potrebbero dare un grande aiuto alla magistratura ma, anche per scarsa formazione specifica, molto spesso non si accorgono di nulla.

di Domenico Di Conza 

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