La NASA sperimenta biocarburanti derivati dal grasso di pollo

Al Dryden Flight Research Center in California, la Nasa ha effettuato delle prove a terra su un motore di un aereo alimentato con un nuovo biocarburante derivato dal grasso di pollo. Scopo di tali prove è stato quello di verificare le prestazioni del biocarburante in termini di resa energetica e di contaminanti eventualmente presenti nei gas di scarico. Da approfonditi studi è emerso come tali biocarburanti rilascino una minore quantità di inquinanti nell’atmosfera rispetto a quelli derivati ad esempio dalle alghe, già in uso da anni dalle forze armate statunitensi. Gli inquinanti maggiormente dannosi sono gli ossidi si azoto e le particelle di nerofumo, che contribuiscono allo smog e aumentano i problemi respiratori e cardiovascolari. Dai test svolti con una miscela del nuovo biocarburante e normale propellente, bruciata in un reattore, è emerso come le emissioni di nerofumo siano diminuite del 90% con il motore al minimo e del 60% con il motore al massimo numero di giri, oltre a significative diminuzioni di inquinanti come solfati e aerosol organico. La NASA sembra credere molto in questi nuovi biocarburanti; lo testimonia l’impianto da 2.500 barili al giorno di biodiesel derivato dagli scarti della lavorazione dei polli, aperto nello stato della Lousiana lo scorso ottobre con un’iniziativa congiunta tra la società di allevamento Tyson Food e la Syntroleum, e le ricerche per ricavare biocarburanti dal burro di scarto, come riportato nel luglio dello scorso anno sul Journal of Agricultural and Food Chemistry.

Yari Sanfelice

Foto: corriere.it

 

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