La Gricia: storia dell’antenata della amatriciana

La Gricia è una delle pietanze culinarie più tipiche della cucina romana popolare.

Origini 

Le sue origini non sono del tutto chiare.

Alcuni studiosi indicano la sua nascita nella città Amatrice, al confine tra Lazio ed Abruzzo, verso il 400 D.C.

L’amatriciana, nata nell’800, sarebbe la sua evoluzione storica (la Gricia viene chiamata “amatriciana bianca”).

Il piatto sarebbe stato ideato dai pastori, che durante le lunghe giornate di lavoro erano soliti portare con sé, alcuni alimenti cosiddetti “poveri”, quali: strutto, pasta secca, pecorino e pepe. 

Etimologia del nome

Anche il nome Gricia ha delle origini incerte.

C’è chi ritiene derivi dalla località di Grisciano, (in provincia di Rieti) vicino Amatrice, oppure da Gricio, il rivenditore di pane e di altri genere alimentari, proveniente da regioni tedesche o dalla Svizzera, in particolar modo dal cantone dei Grigioni.

Gli abitanti di queste zone, altamente specializzati nella panificazione, a Roma venivano chiamati “maestri dell’arte bianca” e tramandavano gelosamente le loro competenze esclusivamente ai figli e mai ai romani.

Poiché erano morbosamente attaccati al loro lavoro ed evitavano di spendere i loro denari a Roma, i Grici passavano la maggior parte del tempo chiusi all’interno delle loro botteghe, dove lavoravano, mangiavano e dormivano.

A Roma, il termine Griscium venne usato per indicare lo spolverino grigio che indossavano i Grici per non imbrattarsi di farina.

L’appellativo venne poi utilizzato, con accezione negativa, per rimarcare la trascuratezza dell’abbigliamento dei panettieri sotto lo spolverino.

La ricetta 

Gricia con croccante di guanciale carciofi e lime

( per 5 persone)

Ricetta 

250 grammi di guanciale dop di Norcia

400 g di spaghetti alla chitarra di Gragnano 

500 g di cuori di carciofo 

un lime 

qualche fogliolina di mentuccia 

200 g di pecorino romano 

Pepe Nero

Preparazione 

Portate ad ebollizione l’acqua con poco sale (in quanto già presente nel guanciale e nel pecorino romano).

Mettete in un tegame il guanciale a fuoco basso con mezzo bicchiere di vino a freddo.

Fate partire così la cottura del guanciale in modo che quando il vino si scalda e bolle, il calore della bollitura del vino faccia sciogliere il grasso in eccesso.

Appena il guanciale si presenta ben croccante, toglietelo  dal fuoco, quindi in un pendolino con abbondante olio di arachidi mettete a friggere i cuori di carciofo (che poi verranno messi in carta assorbente per fare eliminare bene l’olio in eccesso).

Preparate a parte la crema della gricia mettendo il pecorino romano ed un pizzico di pepe nero,  aiutandovi con l’acqua di cottura fino a quando non otterrete una crema.

Dopo aver scolato gli spaghetti tenete da parte ancora un po’ d’acqua di cottura.

Girate la pasta con la crema di pecorino, poi unite il croccante di guanciale, le foglioline di mentuccia e grattugiate una buccia di lime.

Infine impiattate in un ampio piatto, nella cupola andrete  a formare i cuori di carciofo ben croccanti.

Buon appetito 

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