Ridurre il sodio, significa scongiurare il rischio di ipertensione e di tutte quelle patologie che influiscono al livello cardio-circolatorio. Attualmente si è pensato addirittura di convertire questa idea in legge. Questo quanto proposto da una ricerca australiana dell’Università del Queensland, sulla rivista Heart, che ne ha calcolato i giovamenti per la popolazione. Se infatti tali limiti fossero imposti, secondo Linda Cobiac, autrice della ricerca, le malattie cardiovascolari si ridurrebbero del 18%. Sempre in Australia è allo studio una marca di prodotti alimentari identificabile fra le tante, che potrebbe indirizzare il consumatore verso prodotti iposodici. Raccomandazioni queste che consentirebbero un calo dell’1% dei disturbi cardiaci, quasi il doppio di quanto si può ottenere con i consigli dietetici. E se tutte le ditte alimentari adottassero il marchio, i vantaggi sarebbero 20 volte superiori. L’Italia certamente ne beneficerebbe, visto che sono oltre 10 milioni le persone che soffrono di ipertensione.
di Redazione
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