Il coniglio “porchettato” una tradizione marchigiana

Una tradizione che viene dal Nord 

Uno dei simboli del periodo pasquale è il coniglio.

La sua tradizione, nata dei Paesi del Nord Europa in epoca pre-cristiana, è associata sia ai riti religiosi sia alle festività connesse alla primavera.

L’animale, noto per la sua facilità riproduttiva, simboleggiava infatti il ritorno della primavera, della rinascita, dopo un lungo inverno.

L’associazione con la Pasqua avvenne tuttavia in Germania tra il Medioevo ed il Rinascimento, dove tuttora durante la vigilia i bambini preparano un nido di paglia e qualche prelibatezza per il coniglietto.

Se il bambino si è comportato bene durante l’anno, il coniglio depone delle uova colorare.

A partire dal ‘700, l’usanza del coniglio pasquale si è diffusa negli Stati Uniti.

In Italia e nei paesi cattolicità invece l’animaletto è stato introdotto ben più tardi.

Il primo riferimento lo abbiamo a proposito di Sant’Ambrogio, il Patrono di Milano, il quale indicò nella lepre il simbolo della Resurrezione, per la sua capacità di  cambiare il manto a seconda delle stagioni.

Il coniglio alla porchetta 

Nel nostro Paese a Pasqua si cucina il coniglio in diverse regioni. Oggi vi proponiamo il coniglio “porchettato” tipico sole alcune di regioni italiane, tra cui le Marche.

Più specificamente nella valle del Marecchia, che collega l’Adriatico con l’aretino, da Santarcangelo fino a Pennabilli e oltre. 

Si trova anche in Romagna (solo nel riminese e nel Montefeltro).

Cosa vuol dire “porchettato”?

Porchettato” indica un metodo di preparazione ispirato alla “porchetta”, quando un  maialino viene disossato, farcito di spezie ed erbe, sopratutto finocchio selvatico, detto anche “finocchio falso”, di cui si utilizzano le foglie tritate, cotto intero al forno o al girarrosto.

La tradizione di “porchettato” risale al 1813.Ce lo riferisce il sacerdote Luigi Nardi in un’operetta intitolata “Porcus Troianus”, dove dimostrava, che già gli antichi romani consumavano la  porchetta (di maiale).  

Il coniglio venne invece introdotto nel Settecento dalla vicina Francia. 

Ricetta 

Ingredienti 

  • 1 coniglio tenero
  • 2 dl di aceto
  • 200 g di prosciutto crudo a fettine
  • 1 dl di vino bianco secco
  • salvia
  • rosmarino
  • finocchietto selvatico
  • 1 spicchio d’aglio
  • foglia d’alloro
  • burro
  • olio
  • sale
  • pepe

Procedimento 

Fate disossare il coniglio, lavatelo, eliminate il fegato e lasciatelo marinare per 1 ora in acqua fredda e aceto. Sgocciolatelo, passatelo sotto l’acqua corrente, asciugatelo.

Tritate abbondante salvia, rosmarino, finocchietto e uno spicchio d’aglio, distribuitene la metà sul coniglio disossato bene aperto, spolverizzate generosamente di pepe, sopra adagiate le fettine di prosciutto e cospargetele con il resto delle erbe tritate.

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