I ricordi al tempo del digitale

La perdita di una persona cara, in special modo di un genitore, comporta, tra le mille altre cose, il rituale dolce e struggente di raccogliere e riordinare i suoi ricordi.

Un’eredità composta di agende, lettere, appunti e soprattutto vecchie fotografie, alcune in bianco e nero, altre a colori su carta Kodak scolorita dal tempo, nelle quali riconosciamo i nostri cari, i lontani parenti, i vecchi amici e noi stessi più giovani.

L’avvento della tecnologia digitale delle immagini, con la scomparsa delle pellicole da sviluppare e da stampare, ormai appannaggio di pochi appassionati, sta determinando una rivoluzione silenziosa i cui effetti si vedranno solo tra alcuni decenni.

Senza praticamente accorgercene stiamo affidando i nostri ricordi a qualcun altro che neppure conosciamo.

I social hanno sostituito i temibili filmini delle vacanze, gli album da sfogliare, i pacchi di fotografie e, ovviamente, le cartoline illustrate.

Crediamo di registrare e condividere, con la nostra presenza nella rete, ogni fatto: da quello più importante a quello insignificante della nostra vita, ma in realtà lo stiamo perdendo e quando trasferiamo le nostre immagini su supporto magnetico o su di un server dall’altro capo del Mondo ci esponiamo al rischio dei cambiamenti, sempre più rapidi, di tecnologia a cui si sottrarranno solo i maniaci della stampa e del riversamento costante, ma che travolgeranno le persone comuni, troppo impegnate a godere dei benefici delle fotografie digitali per trovare il tempo ed il modo di farne una cernita e di stamparle.

Viene quasi da sorridere ad immaginare, in un futuro non sappiamo quanto lontano, i nostri ricordi, i nostri giorni più lieti, i nostri eventi più importanti, immortalati e immediatamente diffusi in rete, ridotti ad anonimi ed illeggibili gigabyte che forse nessuno si prenderà la briga di decrittare, occupato a propria volta a testimoniare al Mondo il proprio presente.

L’unico momento che conta davvero nell’era del digitale.

Nella foto, la famiglia Ferrucci della serie televisiva “Raccontami”, ambientata negli anni sessanta.

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