Il latte lassativo

latte

Quando ti capita di vivere in una città nuova, ed io in questo momento mi trovo a New York, una delle prime cose che fai è la spesa.

A New York, si sa, c’è di tutto e, ovviamente, ci sono un’infinità di supermercati, piccoli, medi, grandi o enormi e tutti hanno in comune una cosa: i prezzi assurdi.

Ma io non devo comprare l’acqua, che costa 2.59 dollari per un litro e mezzo, devo solo comprare il latte, circa 6 dollari per mezzo gallone. Apro parentesi: ma la vogliamo finire con queste unità di misura astruse, galloni, inches, cup? Vivo facendo conversioni e sono sempre stata un disastro nei calcoli, fin dai tempi della scuola! Qui devo anche fare attenzione a quale gallone si faccia riferimento, perché c’è il gallone britannico e poi c’è quello americano e sono diversi tra loro. Comunque sulla confezione del latte c’è scritto 1.89 litri e mi fido. Chiudo parentesi.

Tornando al mio latte, devo solo comprare ‘sto mezzo gallone di latte parzialmente scremato a lunga conservazione, operazione per la quale, a Londra come a Roma, impiego circa 5 minuti: entro, prendo, pago, esco. Però ci sta che in un supermercato nuovo i tempi possano allungarsi, anche perché non so dove sia il latte.

Per evitare una caccia al tesoro interminabile, chiedo dove sia il long life milk e vengo accompagnata davanti al banco frigo. Non ci siamo: long life, ripeto, a lunga conversazione, non fresco. Il commesso mi guarda, indica il frigo, mi riguarda e se ne va, e sono sicura scuota la testa, “che minchia vuole questa non si sa” sta pensando, ma va bene, magari in America non si chiama così, non ho tempo per investigare, voglio solo prendere il latte e tornare a casa.

Guardo il latte e non vedo il latte: vedo una schiera, infinita, di confezioni di latte. 

Mucca, capra, noci, mandorle, noccioline non zuccherato, noci di macadamia, con cacao, intero, scremato, all’1%, scremato al 2%, parzialmente scremato, con le vitamine, con il calcio, con il calcio e le vitamine, con alcune vitamine e basta. 

E poi c’è il terribile half&half. 

Se non sai cosa sia e lo compri, berrai il latte più buono che il tuo palato abbia mai assaggiato: al primo sorso le tue papille gustative andranno in tilt, un latte così saporito, cremoso, dolce ma non stucchevole, vellutato, quasi ti commuove. Al secondo sorso ne sei innamorato; al terzo sei diventato dipendente; dopo una settimana sei obeso: il nome half&half non è scelto a caso e quel latte è mezzo latte e mezza panna. Potere calorico per ogni bicchiere incalcolabile. 

Memore di passate esperienza, evito l’half&half e mi concentro sul latte di mucca: scarto quello intero, quello scremato e quello addizionato con vitamine e roba varia e scelgo un semi scremato (in una rara confezione da circa un litro) ed un altro mezzo gallone scremato al 2%. Così ne provo due.

“Dove sei stata?” mi chiede Ammi sentendomi rientrare in casa.

“A comprare il latte.” rispondo.

“E non sei andata qui sotto? Ci hai messo un’ora!” dice lui, ignaro delle sfide che l’acquisto del latto comporta. Non replico perché mi è venuta una gran voglia di un bicchiere di latte caldo: apro la confezione piccola e ne riscaldo un po’, o almeno ci provo perché appena si scalda, il latte si caglia. Che cacchio ho comprato? Guardo la confezione e vedo che mancano 3 giorni alla scadenza: essendo latte fresco mi sembra buono. Riprovo a scaldare e si caglia di nuovo. Che sia latte non riscaldabile? Gli americani hanno di tutto, magari anche un latte che debba essere bevuto solo freddo. Io, però, il latte lo voglio caldo, così apro la seconda confezione, scaldo e va tutto bene: non si caglia ed è buono. Sono lì con la mia tazza in mano quando mi cade l’occhio sulla data di scadenza della confezione di latte fresco, quello non cangliabile: trenta giorni da oggi. Trenta? Per un latte fresco? Ebbene sì: è il latte ultra pastorizzato, dura più di un mese in frigorifero e va consumato entro 14 giorni da quando viene aperto. Praticamente un latte a metà tra quello fresco e quello a lunga conservazione. Quindi quello ultra pastorizzato che si cagliava, a tre giorni dalla scadenza, era pressoché scaduto.

“Anche in Australia il latte fresco dura almeno un mese.”, mi dice mia cugina che vive lì.

“E anche lì fa venire la cagarella?” le domando.

“In che senso?” mi chiede lei perplessa.

“Nel senso che…” vabbè, inutile io riporti il seguito della conversazione con mia cugina, penso sia chiaro l’effetto che il latte fresco ultra pastorizzato ha su di me (e non solo su di me, ma non sono autorizzata a raccontare fatti occorsi a chi vive con me).

Dopo aver trascorso diverso tempo seduta nella stanza più piccola della casa, ho comprato il latte fresco, ultra pastorizzato a scadenza mensile ma senza lattosio ed il problema è scomparso. Il latte lassativo lo compro solo se ne ho bisogno, in sostituzione dei farmaci. Ma non voglio tediarvi oltre. Tuttavia, se a New York aveste problemi di regolarità, come va di moda dire, sappiate che un bicchiere di latte potrebbe risolvere tutto.

Foto di Myriams-Fotos da Pixabay

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