“House of Cards” e l’avanzata dello streaming web

kevinAmbientato ai giorni nostri a Washington D.C, House of Cards è la storia di Frank Underwood, un democratico del quinto distretto congressuale della Carolina del Sud che, nonostante avesse sostenuto come futuro Presidente degli Stati Uniti, Garrett Walker,  viene silurato per la carica di Segretario di Stato. Decide allora di organizzare la propria vendetta personale nei confronti dei vertici politici di Washington che lo hanno tradito.  

Siamo alla seconda stagione di una delle serie TV più viste dell’anno.

Frank Underwood è interpretato da un grandioso Kevin Spacey, che ci introduce nelle guerre di potere della Casa Bianca, dove i colpi bassi, le alleanze, i ricatti e i tradimenti sono la linfa vitale per la scalata al potere, e per la lotta a mantenerlo.

Come tutte le serie TV statunitensi, hanno un grandissimo livello non solo di perfezione scenica, di dialoghi, di grande capacità degli attori ad interpretare i personaggi, ma soprattutto è uno sguardo introspettivo nella realtà statunitense, in qualsiasi ambiente questo venga girato.

Realtà e fiction si compenetrano, lo spettatore entra direttamente nella storia, la telecamera è il suo sguardo, come se partecipasse direttamente agli eventi. Quasi un testimone privilegiato.

Non è però solo la trama, a rendere “House of Cards” interessante. La serie è infatti simbolo di una rivoluzione in corso nel settore della diffusione dei contenuti multimediali: quella dello streaming web.

“House of cards”, viene trasmessa dalla Netflix, una piattaforma americana on line, che a settembre 2013 contava quaranta milioni di abbonati paganti, di cui trenta negli USA.

La Netflix nasce nel 1997 offrendo un servizio di noleggio DVD videogiochi ecc, attività che con l’avvento di internet, è diventata un servizio di streaming  online on demand,  accessibile tramite un apposito abbonamento.

“House of Cards” infatti, è stata la prima serie, non trasmessa su un canale tv, a vincere tre Emmy Awards (più il Golden Globe a Robin Wright, che interpreta la moglie di Kevin Spacey).

Con “House of cards” la Netflix ma ha anche aperto un fronte di concorrenza con i network tv, sia per quanto la distribuzione ma anche per la produzione (ne è prevista una terza serie).

La Netflix ha puntato su un sistema innovativo nella modalità di diffusione. Ha deciso di attuare un lancio simultaneo di tutta la serie. Non più dunque la singola puntata suddivisa in settimane ma trasmettere contemporaneamente tutti gli episodi, come se fosse un film.

La risposta degli utenti è stata immediata, con un aumento del traffico complessivo online in tutti i paesi dove Netflix è attivo. Un successo dunque quindi una prospettiva diversa anche per le produzioni.

Al momento questa innovazione, accettata positivamente dal pubblico, è vista con una certa diffidenza da parte degli esercenti cinematografici e delle reti televisive, che ne temono la concorrenza, soprattutto in Europa.

I dati che arrivano dal Nord America segnalano comunque una costante  trasformazione della rete, sempre più usata come mezzo alternativo alla televisione.

I servizi di video on-demand, però,  richiedono infrastrutture capaci di sostenere grandi volumi di traffico e di dati. Senza una banda larga diffusa ed efficiente è impossibile usarli. Non sono esclusi, in questo quadro, possibili discussioni, sulla neutralità della rete, e la possibile l’introduzione di politiche, anche tariffarie, che discriminino in base al tipo di dati maggiormente scaricati dagli utenti.

Nel frattempo, però gli utenti non stanno a guardare, e la rete si scatenata. Secondo una ricerca si calcola che nel 2013, alcune serie TV come Games of Trones sono state scaricate circa sei milioni di volte nel mondo, a fronte di dieci milioni di spettatori solo in USA.

Uno sviluppatore argentino, ha inventato un software chiamato Popcorn Time (ora non funziona più) che permetteva di vedere in streaming i film e serie TV scaricandoli attraverso BitTorrent. Gli sviluppatori di questi software sono al lavoro per nuove sfide.

Sarà la scelta dell’on demand la soluzione che potrà limitare la pirateria?. Sulla musica alcuni risultati si sono ottenuti, vedremo sul cinema e serie TV.

di Gianfranco Marullo

 foto: telefilmaddicted.com

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