Guida dei prodotti bio per una spesa consapevole

supermercato-bioSempre più consumatori oggi scelgono di optare per i prodotti cosiddetti “bio” nella scelta dei loro acquisti. Cerchiamo allora di fare chiarezza su cosa si intende con questo termine e come riconoscere i prodotti di qualità dai falsi. In questa piccola guida ci soffermeremo sui prodotti bio provenienti dalla terra.

Cosa si intende per agricoltura biologica? L’agricoltura biologica è definita dalla Commissione Europea come un “sistema di produzione di prodotti alimentari gustosi ed autentici provenienti da lavorazioni agricole che rispettano la natura e il benessere degli animali e creano nuove opportunità per la gente delle aree rurali”.

Normative. Da tempo si è capita l’importanza del rispetto dei prodotti bio da difendere da speculazioni e falsi; per questo si è cercato di fare chiarezza anche a livello normativo. In particolare l’Unione Europea già alla fine degli anni ’90 aveva presentato un logo per la certificazione (ora non più valido e sostituito dal più recente), applicato in quel tempo solo su base volontaria da parte delle imprese. È poi con il Regolamento UE n. 834/2007 che si compie il primo passo verso una vera e propria armonizzazione dei requisiti obbligatori a livello comunitario, attraverso la definizione di uno standard unico per i prodotti biologici relativo alla disciplina di produzione, etichettatura, controlli e scambi con paesi terzi, con uguale applicazione in tutti i 27 Paesi Membri.

È infine a partire dal 1° luglio 2010 che l’utilizzo di un logo unico dell’Unione Europea trova applicazione obbligatoria all’interno dell’UE, con l’introduzione del cosiddetto “Euro-leaf” da parte del Regolamento (UE) 271/2010.

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fig. 1 Logo europeo: Euro-leaf

A fianco del logo va aggiunta l’indicazione del luogo in cui sono state coltivate le materie prime: “Agricoltura Ue”; Agricoltura non-Ue”; “Agricoltura Ue/non-Ue”. Questa dicitura può essere sostituita o integrata dall’indicazione di un Paese (ad esempio Italia: IT), nel caso in cui tutte le materie prime agricole di cui il prodotto è composto siano state coltivate in quel Paese. In questo modo, in pratica, si consente l’etichettatura d’origine dei prodotti agro-alimentari.

Occhio all’etichetta. Secondo le disposizioni del Reg. (CE) 889/08, le indicazioni che si possono riportare sull’etichetta sono:

– Il termine “Biologico” può essere utilizzato nella denominazione di vendita del prodotto (es. Passata di pomodoro biologica, ecc.) o anche analoghi suffissi (“Bio”, “Eco”) e altri termini (Organic, Ecologic, ecc.) previsti nelle altre lingue comunitarie, ma solo con un contenuto in ingredienti bio superiore al 95%. Il restante 5% deve rientrare, comunque, in un lista ristretta di ingredienti agricoli convenzionali ammessi dall’allegato IX del Regolamento (CE) 889/08.

– L’uso del logo europeo è obbligatorio per tutti i prodotti bio confezionati, con un contenuto in ingredienti bio superiore al 95%, prodotti e coltivati all’interno della UE.

– Oltre al nuovo Logo Comunitario è obbligatorio indicare l’origine geografica delle materie prime (Agricoltura UE/non UE).

– Per i prodotti con un contenuto di ingredienti bio inferiore al 95% non può essere utilizzata la dicitura “Prodotto Biologico” nella denominazione di vendita, ed è possibile riportare la dicitura “Biologico” solo all’interno della lista degli ingredienti, con indicazione della loro incidenza percentuale.

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fig.2 Etichetta tipo di un prodotto biologico

In concreto cosa si intende per prodotto bio? Abbiamo appena mostrato le normative affinchè un prodotto possa essere definito bio, ma vediamo concretamente cosa differenzia un prodotto proveniente da agricoltura biologica, da uno non bio. Le regole di produzione che contraddistinguono un prodotto biologico comprendono:

– Fertilità e attività biologica del suolo

La fertilità deve essere mantenuta :

• con la coltivazione di leguminose, di concimi verdi o di vegetali con apparato radicale profondo nell’ambito di un programma di rotazione pluriennale,

• con l’incorporazione nel terreno di materiale organico,

• con concimi organici o minerali

– Lotta contro i parassiti le malattie e le piante infestanti

La lotta va impostata attraverso:

• la scelta di specie e varietà adeguate,

• un programma di rotazione adeguato,

• la coltivazione meccanica, la protezione dei nemici naturali dei parassiti (con impianto di siepi, posti per nidificare, diffusione di predatori)

• eliminazione delle malerbe mediante bruciatura.

– Materiale di propagazione

Il materiale di propagazione e le sementi devono provenire da agricoltura biologica ed essere stati ottenuti senza l’impiego di organismi geneticamente modificati.

Controlli. Ogni anno vengono scoperti migliaia di prodotti che attraverso l’utilizzo di loghi e scritte ingannevoli si spacciano per biologici. Sono stati creati così in Italia Enti chiamati “Organismi di Controllo” (OdC) autorizzati dal Ministero delle Politiche Agricole e Forestali ad effettuare i controlli diretti nelle aziende e a certificare le produzioni biologiche.

E quando si tratta di prodotti che provengono da altri paesi? “Fino allo scorso giugno – dice Paolo Carnemolla, presidente di Federbio – per importare prodotti alimentari in Europa da Paesi terzi c’erano due possibilità: stringere accordi di equivalenza e quindi condividere le norme e i sistemi di certificazione. Il sistema è così identico al nostro, e i prodotti circolano liberamente. L’altra via – che è quella prevalente per numero di Paesi e prodotti coinvolti – è quella che impone all’importatore di farsi autorizzare la singola importazione dall’autorità competente, che finora è stato il Ministero delle politiche agricole”. Oggi invece il sistema è cambiato, e l’accredito arriva da una serie di organismi di certificazione di questi Paesi. “Si importa solo da questi, che devono seguire norme di produzione conformi alle nostre”. Chi gestisce tutto sono gli organismi di certificazione italiani, “con procedure che ci rendono tranquilli: la frode è sempre possibile, ma la certificazione è doppia”.

Ma quanto è alto il rischio frode? “È chiaro che, non potendo la Ue fare vigilanza diretta, il sistema si presta a qualche falla. Una volta accreditati gli organismi, non ci sono verifiche, sarebbe troppo costoso e ci sarebbero anche problemi di giurisdizione. Certamente un organismo che lavora male non sarà confermato: il sistema è di sicuro migliore di quello precedente, dove il Ministero non lavorava bene e ci sono state frodi. È successo con la Moldavia e l’Ucraina per grano e mais, e credo si debba avere una soglia di attenzione più elevata verso certi Paesi. Adesso il nuovo sistema sfrutta l’esperienza e la competenza degli organismi autorizzati europei che devono verificare l’operato dei colleghi extra-Ue, di sicuro un bel passo avanti”.

Il costo del bio. Da sempre i prodotti bio sono stati oltre che sinonimo di qualità, anche elemento di prezzi non del tutto modici. E la tendenza sembra non invertirsi, azni. In questi ultimi mesi infatti, si è registrata una tendenza al rialzo inattesa per il settore delle verdure biologiche che ha visto un innalzamento dei prezzi. Tra i prodotti bio maggiormente colpiti dal rialzo, troviamo il cavolo cappuccio, le lattughe Cappuccia e Gentile, i peperoni e il radicchio Chioggia. Un netto aumento lo subiscono anche le cipolle tonde rosse, i finocchi, l’indivia, le melanzane, i meloni retati, le patate a pasta gialla, i pomodorini cherry, i porri, le zucchine e gli spinaci. Il settore frutticolo invece, rimane stabile ed linea con la tendenza rilevata nei mesi scorsi.

Dove si compra biologico? La maggior parte dei consumatori di cibo bio, fa acquisti attraverso la Grande distribuzione Organizzata (GDO) sia per comodità (indicata dal 44% di chi compra bio prevalentemente in iper e super) che per convenienza (17%). Durante l’ultimo anno, il 4% degli acquirenti bio ha fatto regolarmente acquisti online e l’8% saltuariamente. Più in generale, il 52% degli acquirenti bio sarebbe interessato a servizi di consegna a domicilio oppure di ordine on-line con ritiro dei prodotti nel punto vendita.

Il futuro del bio. Ma la crescita dei consumi bio è una moda o una tendenza destinata a perdurare? Dalle ultime ricerche di mercato la tendenza del consumatore a preferire cibo biologico appare ancora al rialzo. Gli attuali acquirenti confermano la richiesta di biologico nel 2015: il 70% dichiara che manterrà stabile la spesa, il 19% comprerà più prodotti. Sembra perciò che ci sia sempre più necessità di rendere il consumatore consapevole aiutandolo perché no con l’utilizzo di procedure di etichettamento e normative più chiare e identificabili.

di Arianna Orlando

foto: agronotizie.imagelinenetwork.com

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