Dieudonné, l’antisemita che spopola in Francia

Dieudonne_Mbala_MbalaAnche quando sembra (e si spera) che sia definitivamente finito, l’antisemitismo si fa sentire ancora. Accade in Francia, dove tra i giovani spopola il comico Dieudonné M’bala M’bala che si definisce “anticomunitario, antisionista e repubblicano”.

Dieudonné, 48 anni, di madre bretone e padre camerunense, inizia la sua carriera da umorista negli anni 90 e con il nuovo millennio comincia a partecipare indirettamente alla vita politica. Nel 2003 fa scandalo per la prima volta: in una trasmissione televisiva, si traveste da ebreo ortodosso e ironizza sull’invasione statunitense dell’Iraq. Termina l’intervento urlando “Isra-Heil”. Pian piano gli  inviti alla televisione diminuiscono e il comico è costretto ad esibirsi addirittura sugli autobus. Si crea una sorta di scena parallela, lontana dai riflettori dei media tradizionali: la rete gioca il suo ruolo e Dieudonné raccoglie sempre più fan.

Nel 2005 inventa la quenelle, una sorta di saluto romano fatto al contrario, che nel giro di pochi anni diventa  un simbolo forte e il cui marchio viene registrato. Il gesto è molto discusso: l’autore sostiene che sia un semplice vaffa rivoluzionario e nulla di più; l’opinione generale propende più per un saluto romano “rovesciato”. Nonostante i dubbi sul significato del gesto, il business del marchio, solo nel 2013, gli frutta 1,8 milioni di euro, tra tazze, penne e magliette.

Dieudonné continua a esibirsi e piace. È contro il sistema, è un rivoluzionario antisistema e le folle piegate dalla crisi economica lo acclamano.

Ma c’è un problema non da poco chiamato antisemitismo. Dal 2003 ad oggi il comico è stato condannato otto volte per incitazione all’odio razziale e multato per trentamila euro che non ha mai pagato. A denunciarlo sono stati CRIF ( Conseil des représentatif Istituzioni Juives de France) e Licra (Ligue internationale contre le racisme et l’ antisémitisme).

Proprio in questi primi giorni del 2014 Dieudonné è al centro del dibattito pubblico, tanto che il presidente francese, Francois Hollande, dichiara che il comico deve essere fermato. La reazione non si fa attendere, perché il 6 gennaio il Ministro dell’Interno Manuel Valls invia una circolare a tutti i prefetti, ricordando loro gli strumenti giuridici che possono utilizzare per impedire gli spettacoli di Dieudonné.

Il 9 gennaio doveva iniziare una nuova tournée, ma il giorno precedente il Consiglio di Stato francese ha vietato la messa in scena del primo spettaco a Nantes. Il sindaco di Bordeaux ha già annunciato che vieterà l’esibizione prevista nella sua città per il 26 gennaio e altre otto date sono già saltate.

Ci troviamo di fronte a un caso di censura, uno strumento che avviciniamo idealmente ai regimi totalitari e, in qualche modo, cozza contro le democrazie contemporanee. Eppure l’intervento del governo si è reso necessario: la libertà di parola è una cosa, l’antisemitismo un’altra. Hollande e Valls hanno preso la situazione in mano e non sembrano voler fare un passo indietro.

di Francesco Galli

foto: theguardian.com/uk

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