Con patriottismo dal 1795: Boston e la sua capsula del tempo

bostonBoston, 1795. A 20 anni dalla prima dichiarazione d’indipendenza, e a 6 dall’elezione di George Washington come primo presidente degli Stati Uniti. Con la morte di Franklin e Prescott, si decide di costruire uno State House a Boston, la città dove tutto ha avuto inizio. 4 Luglio 1795.

La prima pietra dello State House viene trasportata da un carro, trascinato da 15 cavalli per le vie di Boston (solo per rendere l’evento celebrativo, non per altro). Il governatore Samuel Adams, arriva scortato da soldati e vengono sparati 15 colpi a salve in onore di Adams e altri partecipanti all’evento. Paul Rever è tra questi, come William Scollay. Sono loro che collocano la capsula del tempo proprio sotto quella prima pietra. Per dare ai posteri qualcosa di ancora più concreto di quegli anni di storia. 080511147-e33d24b8-31b2-4d43-b130-b1857a269ca5

219 anni dopo.

Boston, 14 Dicembre 2014. Una ditta d’imprese edili viene chiamata dallo stesso state house per risistemare le fondamenta e riassettare i pilastri portanti. Nei pressi della prima pietra scorgono qualcosa, dunque i colleghi si avvicinano e cercano di capire cosa sia. Lo capiscono, è una scatola di ferro riposta lì da molto tempo. Dunque avvisano i media, ed è in diretta che staccano la scatola dalla pietra.

Hanno lo sguardo come bambini che hanno scoperto una punta di freccia indiana vicino al fiume, e decidono all’unanimità, di consegnare questo reperto storico al “Museum Of Fine Arts” della stessa città. I curatori del museo sono altrettanto emozionati, e passano circa un mese a studiare tutto il suo contenuto. Ma l’11 Gennaio decidono di mostrarla al pubblico.

Convocano una conferenza stampa, per rendere noti i risultati. E sotto gli occhi vigili del ritratto di George Washington e Adams, iniziano a parlare. La scatola risale alla fine del 1700 e dopo circa 219 anni, la capsula è ancora integra pur avendo affrontato gli agenti atmosferici e molte delle calamità naturali, come i terremoti.

Museum of Fine Arts, Boston, Massachusetts, Stati Uniti(AP Photo/Steven Senne)Emozionati nel RIAPRIRE la scatola, i curatori hanno appurato che il contenitore era già stata trovata nel 1855, scoperta durante un’opera di manutenzione alle fondamenta. Era stata aperta, ed erano stati aggiunti alcuni oggetti di quell’epoca, richiusa e riposta nella stessa posizione. I curatori hanno inoltre sottolineato che il cofanetto in acciaio, è stato anche analizzato attraverso una macchina a raggi x prima di essere aperta. Dopodichè hanno presentato gli oggetti:

Dapprima una collezione di 23 monete d’argento e rame, appartenenti ad un epoca che oscilla dal 1625 al 1855.

Una targa d’argento che rappresenta George Washington, icona storica di patriottismo, ancora attuale.

Un sigillo del Common wealth, un termine coniato proprio nel 1700, in cui si he si riferiva al fatto che uno stato abbia stabilito il proprio governo basato sul consenso del popolo, distaccato quindi dal regime inglese del 1800.

Pagine di giornali, del British Bee Journal, Il Boston Daily e in più cartoline e bigliettini da visita. 080511163-8ba40c76-0d82-4c72-b4aa-f4b03f690ec7

Una piastra d’argento incisa da Paul Rever, per ricordare la costruzione dell’edificio.

Naturalmente il materiale verrà ri­analizzato ancora nelle prossime settimane, e poi verrà allestita una mostra dove saranno esposte, per raccontare la storia della capsula del tempo. D’intenzione di base ci sarebbe la possibilità di ricomporre la scatola e di seppellirla di nuovo, nello stesso posto dov’è stata trovata, per poter essere riscoperta, con l’aggiunta di oggetti del presente.

Tutti in sala sono emozionati: fotografi che scattano foto, giornalisti che scrivono articoli, ma tutti sorridono e non per riflesso mentre guardano i curatori contentissimi di poter esporre la recente scoperta. Ma perchè oltre a dei brividi profondi che scorrono nelle vene, una sorta d’adrenalina, ma consapevole, sentono un’empatia molto profonda, dopo aver capito lo scopo dei patrioti.

Non volevano solo trasmetterci pezzi di storia, attraverso monete o articoli di giornale, ma trasmetterci il loro stesso sentimento. Quello con cui hanno combattuto per le libertà di tutti gli Stati Uniti, quello per cui si sono battuti e in molti sono morti, ma hanno vinto. E quello che ha spinto tutti a combattere, il loro ardente coraggio. Sì, signori miei, se sentite anche voi questi brividi, è d’orgoglio.

di Anna Porcari

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